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Rompe il calice e lo usa per sfregiare la rivale in amore, chiesti 5 anni e 4 mesi: “Le ha rovinato la vita”

Una 38enne è imputata per lesioni aggravate. La Procura di Varese ha chiesto per lei una condanna a 5 anni e 4 mesi. L’11 ottobre del 2020 avrebbe rotto un calice di spumante e l’avrebbe usato per sfregiare la rivale in amore 27enne.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
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La Procura di Varese ha chiesto di condannare a 5 anni e 4 mesi una 38enne accusata per lesioni aggravate. La donna avrebbe sfregiato di proposito con un calice rotto una rivale in amore di 27 anni che, secondo la ricostruzione, era intenzionata a riappacificarsi con lei. L'avvocato dell'imputata ha invocato nell'aula del Tribunale la legittima difesa e richiesto che la sua assistita venga assolta, ma secondo il legale della vittima, che si è costituita parte civile, "non è accettabile, è stata rovinata la vita di una 27enne, non è stato chiesto scusa né proposto un euro di risarcimento".

L'aggressione nel giorno del compleanno della vittima

L'episodio risale all'11 ottobre del 2020. Le due donne si erano incontrate casualmente in un bar di Leggiuno (Varese), dove la vittima stava festeggiando il suo compleanno, e avevano iniziato a discutere riguardo un ragazzo frequentato da entrambe tempo prima. La 27enne ha raccontato di aver offerto alla rivale un calice di spumante, perché considerava ormai chiusa la questione. La 38enne, però, avrebbe preso la flute in vetro e, dopo averla spaccata sul cancello del locale, l'avrebbe usata per colpire la rivale al viso per tre volte lasciandole ferite permanenti.

L'imputata ha fornito una ricostruzione alternativa alla vicenda. La 38enne, infatti, ha sostenuto di essersi solo difesa dopo essere venuta alle mani con la 27enne. Dopodiché sarebbe scivolata con il bicchiere in mano, finendo con il colpire la ragazza. In pratica, afferma la difesa, l'imputata, che è incensurata, si è dichiarata innocente, vittima di un'aggressione. Per questo motivo non ha chiesto riti alternativi, ma piuttosto invocato la legittima difesa e richiesto l'assoluzione.

Per il legale della 27enne, la tesi della legittima difesa è "una presa in giro"

L'avvocato Augusto Basilico, che assiste la 27enne che si è costituita parte civile, ritiene che la tesi della legittima difesa non sia accettabile, quanto piuttosto "una presa in giro". Secondo il legale che riporta i risultati di una perizia, "il bicchiere anche venendo lanciato non avrebbe potuto fare tre sfregi distinti", ma anzi quei segni diventati permanenti sulla guancia della vittima rappresenterebbero "un'azione reiterata e violenta".

La pm Valeria Anna Zini ha formulato la richiesta di condanna a 5 anni e 4 mesi per la 38enne per lesioni aggravate. L'avvocato Basilico, invece, ha richiesto un risarcimento di 50mila euro con una provvisionale non inferiore a 15mila euro. La sentenza dovrebbe arrivare il 18 giugno.

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