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Ragazza invalida denuncia: “Non sono stata pagata, quando ho chiesto lo stipendio il mio capo mi ha aggredito”

Una ragazza di 23 anni ha denunciato di essere stata picchiata dal suo ex datore di lavoro a Milano: era andata in ufficio per chiedere che le venisse data l’ultima busta paga.
A cura di Ilaria Quattrone
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Una ragazza di 23 anni M.I.E. ha denunciato di essere stata picchiata dal suo ex datore di lavoro, al quale aveva chiesto di poter ricevere l’ultima busta paga. I fatti, come raccontato a Fanpage.it dalla giovane, sono accaduti lunedì 8 gennaio a Milano: "Sto vomitando da quando è successo il fatto e se continuo così dovrò andare in ospedale", spiega.

Il colloquio di lavoro

Sulla base di quanto risulta dalla denuncia, di cui Fanpage.it è in possesso, la giovane ha spiegato che ad agosto 2023 ha ricevuto un messaggio su Linkedin da parte di un utente che, vedendo il suo curriculum, la riteneva idonea "per il posto di segretaria amministrativa contabile presso la società New Home Solution Srl”.

I due si sono incontrati il 25 agosto. Subito dopo il colloquio, quello che sarebbe diventato il suo capo le ha riferito “che ero idonea per l’impiego, accettando le mie disabilità”. La 23enne, infatti, soffre di “Epilessia Criptogenica focale, Sondrome di sjogre primaria sistemica” e rientra nella fascia protetta prevista dalla legge 68/99.

L’uomo le avrebbe assicurato che l’11 settembre avrebbe iniziato a lavorare nella sede di Milano con un regolare contratto. A detta della ragazza, non è stato propriamente così: “Rispetto a quanto stipulato in fase di colloquio – si legge ancora nella denuncia – circa la data di assunzione, una volta iniziata l’attività lavorativa, venivo a scoprire che il contratto regolare partiva dalla data del 2 ottobre e non dall’11 settembre”.

La giovane quindi, come ha raccontato a Fanpage.it, fino al 2 ottobre avrebbe ricevuto uno stipendio in nero.

L'aggressione

Il 23 novembre succede l’impensabile: la ragazza infatti, terminato il periodo di prova della durata di due mesi, avrebbe ricevuto una comunicazione che quello sarebbe stato il suo ultimo giorno.

“Secondo il suo dire, lavoravo male e avevo sempre malesseri che inventavo, pur sapendo ed essendo a conoscenza fin dall’inizio delle mie disabilità. All’inizio dell’attività lavorativa, invece, ricevevo solo complimenti elogiando le mie doti lavorative, mentre nell’ultimo periodo ricevevo degli insulti dopo magari aver sbagliato qualche pratica dandomi della zo**** e tr**, pronunciando frasi quali araba di m****”, spiega ancora agli investigatori.

L’uomo le avrebbe inoltre detto che “se avessi voluto continuare il mio rapporto lavorativo con la sua società sarei stata pagata in nero senza alcun contratto, ma io non accettavo tali condizioni e lasciavo l’ufficio definitamente”.

La mancata busta paga

Da lì sarebbe iniziato un ulteriore calvario. La ragazza ha affermato di non aver ricevuto l’ultimo stipendio. Il 6 dicembre, non vedendo nessun accredito e busta paga, ha quindi deciso di rivolgersi al consulente del lavoro che a sua volta l'ha rimandata al titolare dell’azienda.

La giovane gli ha quindi inviato un messaggio su whatsapp: “Mi rispondeva che siccome avevo solo creato solo problemi mi sarei potuta rivolgere a qualunque autorità ma non mi avrebbe liquidata mai”.

L'aggressione

L’8 gennaio, tra le 18.30 e le 19, la ragazza ha quindi deciso di presentarsi personalmente nella sede della società, dove ha incontrato il suo ex datore di lavoro.

“Appena ci siamo incontrati, lui mi invitata a uscirare fuori dall'azienda – racconta ancora la giovane alle forze dell’ordine e a Fanpage.it – senza ascoltare il motivo per il quale fossi lì. Io rifiutavo poiché continuavo a insistere per volere delle risposte ai mancati pagamenti e alla fine in maniera bruta e violenta, mi colpiva con la sua mano destra sulla parte sinistra del mio viso, facendomi cadere a terra, dopodiché mi afferrava dai capelli e cercava di trascinarmi fuori dalla porta”.

Tutto sarebbe successo alla presenza di tre ragazze: mentre le giovani allontanavano l'uomo, l'ex dipendente sarebbe riuscita a scappare in bagno e poi dirigersi nella sala riunione, dove ha chiamato il 112.

“Nonostante la distanza di qualche metro” il titolare “urlava ancora contro di me dicendomi che mi avrebbe tagliato la gola portando la sua mano alla sua gola, mi definiva ancora z***. Appena chiusa la telefonata con il 112 si avvicinava nuovamente, mi afferrava ancora dai capelli e trascondinomi mi strappava dal collo le tre collane che indossavo, mi faceva cadere nuovamente a terra prendendomi a calci e a pugni colpendomi al volto, alla schiena, alle labbra e al ginocchio”.

Una delle tre ragazze presenti ha nuovamente chiamato il 118. Prima che i soccorsi arrivassero, l’ex titolare si sarebbe allontanato. Nella denuncia, la 23enne ha raccontato che una delle dipendenti le ha detto “che se non avessi denunciato i fatti accaduti” il datore “mi avrebbe fatto il bonifico istantaneo di quanto dovuto, cosa che ovviamente io rifiutavo”.

Nel frattempo, è arrivato il personale del 118. La giovane è stata portata all’ospedale policlinico di Milano dove ha ricevuto tutte le cure del caso. È stata dimessa con una prognosi di dieci giorni per aver riportato “tumefazione ed ecchimosi peri orbitaria sinistra, lieve emorragia congiuntivale Os, tumefazione labbro superiore con escoriazioni, lieve tumefazione finocchio sinistro con ecchimosi superficiale”. Il giorno successivo ha denunciato il fatto ai carabinieri.

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