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Perché la statua della maternità ha provocato tante polemiche a Milano: “Ora una scultura di donna per quartiere”

Il sindaco di Milano suggerisce il giardino della clinica Mangiagalli per la statua della maternità. Angelica Vasile, consigliera del Pd, propone una statua femminile in ogni Municipio di Milano.
A cura di Matilde Peretto
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La statua della maternità potrebbe essere collocata alla clinica Mangiagalli. Lo fa sapere il sindaco di Milano Beppe Sala con un post su Facebook. La scultura di Vera Omodeo, che rappresenta una donna mentre allatta al seno, aveva provocato forti polemiche quando la commissione comunale che valuta gli arredi e le opere d'arte in spazi pubblici aveva bocciato l'idea di posizionarla in piazza Duse. Secondo gli esperti, la statua rappresenta un valore "rispettabile ma non universalmente condivisibile" da tutti. In più, dalla scultura si evincerebbero "sfumature religiose".

La bocciatura della commissione e le polemiche

La commissione era unanime: "La scultura rappresenta valori certamente rispettabili ma non universalmente condivisibili da tutti, tali da scoraggiarne l'inserimento nello spazio pubblico". Il suggerimento è quello di posizionarla in un istituto privato, come un ospedale o un istituto religioso, "all'interno del quale sia maggiormente valorizzato il tema della maternità, qui espresso con delle sfumature squisitamente religiose".

Piazza Duse non andava bene, anche se forse era la statua stessa a non andare bene alla Commissione. Le polemiche sono partite subito. I primi sono stati alcuni consiglieri del Partito democratico milanese che hanno definito inaccettabili le motivazioni del Comune e che "la maternità come scelta di amore e di libertà è un bene da tutelare e valorizzare", hanno scritto i consiglieri Arienta e Costamagna. Anche il sindaco Beppe Sala ha subito precisato che secondo lui la statua "non urta alcuna sensibilità". L'assessore comunale alla Cultura, Tommaso Sacchi, ha definito l'opera come non offensiva nei confronti di nessuno.

La proposta di Beppe Sala sulla clinica Mangiagalli

Beppe Sala, tra i primi a polemizzare sulla decisione della commissione, riprende la questione e scrive su Facebook: "Stavo ripensando alle polemiche che sono scaturite intorno alla statua realizzata dalla scomparsa artista Vera Omodeo. E mentre ci pensavo mi ha scritto Enrico Mentana, milanese vero, proponendomi di collocarla alla Mangiagalli, dove lui è nato, come tanti altri milanesi. Mi sembra un bella idea, magari collocandola nei giardini che circondano l’ospedale".

Continua: "Sarebbe un gesto oltremodo simbolico, proprio in questo momento storico in cui la denatalità è uno dei problemi principali del nostro Paese. È sarebbe anche un omaggio ai sacrifici, non riconosciuti a dovere, che milioni di donne affrontano ogni giorno per crescerci. E questo sì che è un valore universale. Chiederò quindi alla Commissione di esaminare la mia proposta".

L'assessora regionale alla Cultura, Francesca Caruso, ha rinnovato "la disponibilità, da parte della Regione Lombardia, di ospitare l'opera della scultrice Vera Omodeo nei nostri spazi in occasione della Design Week", in attesa di un eventuale posizionamento alla Mangiagalli. Lo ha detto in seguito a una conferenza stampa di presentazione di un progetto in occasione della settimana del design di Milano.

L'attuale toponomastica della città: 4 statue di donne contro 120 di uomini

Vedremo ora come si muoverà il comune di Milano. In un città in cui le statue dedicate alle donne sono solo tre: la statua di Cristina Trivulzio di Belgioioso (patriota, giornalista e scrittrice che partecipò attivamente al Risorgimento), quella di Margherita Hack (astrofisica, divulgatrice e attivista) e l'opera di Rachele Bianchi che rappresenta una figura femminile in via Vittorio Pisani.

A breve, si aggiungerà la scultura dedicata ad Alda Merini. Quattro statue a fronte delle 120 dedicate agli uomini. Anche per le strade e le vie dedicate a personaggi illustri c'è una forte disparità di genere. Sono 163 le vie dedicate a donne (la maggior parte della quali alla Madonna) contro le 2538 con nomi di uomini.

Una statua per ogni Municipio, la proposta di Angelica Vasile

La consigliera del Pd Angelica Vasile ha deciso di depositare in Consiglio comunale un ordine del giorno in cui propone di collocare una statua che valorizza la figura della donna in ogni Municipio di Milano. Per farlo, propone al sindaco e alla Giunta di costituire una call che promuova l'attività delle artiste nella realizzazione di 9 statue. Non solo: in parallelo a questa call si sta pensando a un concorso riservato agli studenti delle superiori che avranno la possibilità di sviluppare proposte per la progettazione delle opere.

L'iniziativa di Vasile incontra il consenso di molti consigliere e nasce, in realtà, da un'idea della figlia di Vera Omodeo, Serena Omodeo-Salè: "Per secoli le donne hanno avuto il divieto di studiare, di possedere, di creare. Le poche che sono riuscite a farlo hanno dato contributi per lo più cancellati dalla storia o ascritti a colleghi uomini. È necessario riequilibrare la narrazione e la valorizzazione dei talenti. La Giunta ha già dimostrato di essere sensibile a questi temi: rispetto alla statua non mi ha stupito che il sindaco e l’assessore alla Cultura abbiano prontamente reagito a una bocciatura un po’ troppo affrettata".

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