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“Passava troppo tempo tra una violenza e l’altra”: il giudice assolve il marito aggressivo

Un uomo è stato assolto per maltrattamenti nei confronti della moglie perché le violenze avvenivano non abitualmente ma a distanza di mesi.
A cura di Giorgia Venturini
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Una donna di Mantova si era presentata alle forze dell'ordine per denunciare i maltrattamenti del marito sia mentre era incinta sia quando era appena nato il figlio. Subito erano scattate le indagini in codice rosso concluse poi con un processo e con l'assoluzione dell'uomo.

Il giudice ha assolto l'uomo appoggiando il fatto che le violenze contestate non si potevano ritenere abituali. "Un maltrattamento vero e proprio per configurarsi deve essere reiterato": così la difesa aveva chiesto le attenuanti. Alla fine è arrivata l'assoluzione.

Accusato di maltrattamenti nei confronti della moglie

Dalla ricostruzione di quanto accaduto, il marito – un uomo di 37 anni – era stato accusato dalla donna di maltrattamenti durante le liti di coppia. Il rapporto secondo la donna infatti era sempre più in crisi soprattutto dopo la nascita del figlio. Durante una lite nei mesi di gravidanza l'uomo era arrivato persino a impugnare un coltello e a minacciare la compagna. In un'altra occasione, il 37enne avrebbe aggradito la moglie sferrandole un calcio alla pancia facendola sbattere contro il muro.

L'uomo aveva giustificato quell'episodio precisando che aveva sbagliato mira e che voleva colpire l'armadio. Le aveva chiesto scusa. Altri episodi avevano spinto la donna a rivolgersi alle forze dell'ordine: si sentiva in pericolo e sempre impaurita. Dalla denuncia era scattato il codice rosso per avviare le indagini in un breve periodo.

Il pm aveva chiesto una condanna di 3 anni e 3 mesi

Il giudice ha deciso per l'assoluzione. Il pubblico ministero invece durante la sua arringa aveva chiesto una condanna a tre anni e tre mesi di carcere. Il legale difensore Emanuele Luppi – sentito da Fanpage.it –  aveva invece chiesto le attenuanti generiche: la difesa aveva sostenuto che i fatti di violenza sono avvenuti in modo saltuario, mai con una continuità. Mancava quindi il concetto di "abitudine", perché un maltrattamento per essere tale deve essere reiterato.

L'avvocato aveva chiesto quindi gli attenuanti, non l'assoluzione. Il legale ha precisato che i fatti violenti erano comunque avvenuti, ma dilagati nei mesi. Il giudice ha deciso per l'assoluzione: "Non me l'aspettavo neanche io", ha precisato l'avvocato. Si attende la pubblicazione della motivazioni che avverrà entro 90 giorni.

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