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Morto cadendo dal ponte della Martesana, un tecnico aveva denunciato: “Non sono stato creduto”

Andrea Elifani è morto il 2 aprile del 2022. Si era appoggiato a una balaustra dello storico ponte della Martesana mentre chiacchierava con un amico, ed è precipitato nel vuoto.
A cura di Francesca Del Boca
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Andrea Elifani
Andrea Elifani

"Penso sia il caso di sistemare il parapetto onde evitare che i pedoni, in particolar modo i bambini, possano cadere e finire nell’acqua del Naviglio. La rimozione del verde rampicante, anche se porta la sua bellezza, non dà la possibilità di verificare la struttura del manufatto". Così nel 2021, un anno prima che Andrea Elifani perdesse la vita cadendo dallo storico ponte della Martesana, il tecnico dell'Unità Ponti del Comune di Milano Giuseppe Di Bernardo aveva avvertito i suoi superiori della pericolosità di quella struttura ormai "datata". La stessa dove il 40enne, il 2 aprile del 2022, si è appoggiato mentre chiacchierava con un amico, al termine di una serata trascorsa insieme, per poi precipitare nel vuoto e battere la testa a terra.

L'addetto è l'unico scagionato tra i quattro colleghi indagati con l'accusa di omicidio colposo. "È vero che il distacco del parapetto è avvenuto sul lato marciapiede e non sul lato Naviglio, però se qualcuno fosse intervenuto si sarebbe potuta evitare forse la tragedia", ha detto l’avvocato del tecnico Andrea Dondé a La Repubblica. "Senza la mail nella quale Di Bernardo aveva per tempo denunciato le carenze della passerella sulla quale poi si era verificata la caduta, sarebbe andato sicuramente a processo anche lui. La cosa significativa è che ha mandato la mail nonostante fosse stato intimato a non farlo".

Ma Di Bernardo, secondo quanto riportato dal tecnico stesso, in ufficio veniva considerato "un rompiscatole". "Stare dietro a ogni sua gratuitamente catastrofica mail diventa materialmente impossibile, è allarmismo", era stata infatti la risposta piccata di un collega all'ennesima segnalazione da parte del tecnico comunale troppo zelante.

Sarà compito delle autorità mettere un punto alla vicenda, e assegnare le giuste responsabilità. Nel frattempo, l'annotazione di polizia giudiziaria ha sicuramente documentato "la paralisi della manutenzione" di tutti i 500 ponti e sottopassi a causa del mancato finanziamento dei relativi progetti nel triennio 2016-2018, e successivamente la loro gestione da parte della comunale Unità Ponti senza risorse, con soli cinque addetti senza formazione specifica. 

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