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Covid 19

Milano, venerdì 6 novembre lo sciopero dei taxi: la categoria si sente abbandonata dalle istituzioni

Spegneranno il motore delle proprie auto e attenderanno a braccia conserte lo scadere del turno per poi tornare a casa, in silenzio, perché le urla degli ultimi otto mesi non le ha ascoltate nessuno. Domani, a Milano e in tutta Italia, i tassisti sciopereranno per chiedere ancora una volta un aiuto sostanziale dopo (e prima) i duri mesi del lockdown e del post lockdown.
A cura di Filippo M. Capra
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Cercheranno di far sentire la loro voce fermando le macchine ma, purtroppo, porterà a pochi frutti. Lo sciopero dei tassisti indetto domani, venerdì 6 novembre, non provocherà lo sconcerto dei più né, quindi, risulterà essere un atto valido per l'apertura di una trattativa, seria, con Regione e Governo per avere aiuti economici ed uscire dall'ombra nella quale sono stati relegati dallo scorso marzo.

La protesta dei tassisti: Abbandonati dalla Regione e dallo Stato da 8 mesi

Una protesta giusta, naturale, di una categoria che non si è sentita tutelata in alcuna maniera dallo Stato durante i mesi del lockdown e quelli successivi, e che ora dovrà fare i conti – almeno in Lombardia – con un nuovo inasprimento delle misure anti Covid che terranno lontani i cittadini dalle strade e i turisti da Milano. Al mancato lavoro (si stima che i ricavi abbiano subìto un crollo verticale del 70 per cento) si aggiungono poi i malumori dei tassisti nei confronti della Regione che non ha saputo, in otto mesi, garantire un aiuto efficacie alla categoria con aiuti economici. La richiesta dei conducenti del servizio pubblico era e rimane semplice: aiutateci ad arrivare a fine mese. Come? Come è stato fatto, ad esempio, in Campania, con l'elargizione una tantum di mille euro a tassista per aiutare le finanze delle relative famiglie.

Dai voucher del Comune alle licenze alterne, le soluzioni proposte

Ad andare incontro alle necessità delle auto bianche è stato il Comune di Milano con l'introduzione dei voucher che ha consentito ad alcune categorie di cittadini, perlopiù gli anziani e le donne, di ricevere sconti per l'utilizzo del taxi in determinati orari. Considerato poi che né la Regione né lo Stato hanno mostrato interesse per la loro causa, nell'ultimo periodo tra gli esponenti delle associazioni che li rappresentano era stato proposto di riorganizzare i turni sul modello delle licenze alterne. Una raccolta firme aveva evidenziato come gran parte della categoria fosse d'accordo, ma l'iniziativa è stata spenta sul nascere a causa di problemi inconciliabili con la soluzione trovata. Ai tassisti, che restano in attesa di un segnale dalle istituzioni, non resta che urlare la propria rabbia rimanendo in silenzio e spegnendo i motori delle proprio auto.

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