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Il papà di Edith, soffocata a 2 anni dalla madre: “L’ha uccisa per vendetta contro di me”

La corte d’Assise di Pavia ha condannato Patrizia Coluzzi a 12 anni di reclusione (più 5 in una residenza di sicurezza) con pena ridotta per semi-infermità mentale. Ha soffocato la figlia Edith con un cuscino nel marzo 2022.
A cura di Francesca Del Boca
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Un dolore senza fine, quello di William Anzaghi. L'ex compagna Patrizia Coluzzi è in carcere dopo la condanna per l'omicidio della figlia di due anni Edith, soffocata con un cuscino nel marzo del 2021 nel salotto della loro casa a Cisliano (Milano).

"Quella sera abbiamo parlato della separazione, era contraria. Poi mi aveva telefonato e detto: Chiama la polizia, Edith non c’è più. Sei libero di dedicarti alle tue cazzate e al tuo bar", racconta oggi il papà della piccola. "Per mesi nessuno mi ha dato ascolto. È stata una vendetta nei miei confronti, sapeva che per la bambina avrei fatto di tutto".

La donna, 41 anni, è stata condannata a 12 anni di reclusione più 5 in una residenza di sicurezza, con pena ridotta per semi-infermità mentale. Prima dell'omicidio una serie di denunce da parte della compagna, tutte archiviate, e controdenunce dell'uomo per sottrazione di minore. "Al tempo non fui creduto. Ma dopo il Covid qualcosa in lei si era rotto. Riprendere per me era stato più facile: uscivo, portavo i figli a scuola, andavo al bar, li riportavo a casa. Lei invece stava da sola con la piccola a casa" spiega adesso William Anzaghi al Corriere della Sera. "Era gelosa, mi controllava il telefono, mi pedinava. Dopo che me ne ero andato di casa, a fine novembre 2020, aveva addirittura messo dei localizzatori satellitari nella mia auto".

Nel tempo, intanto, Patrizia Coluzzi mostra evidenti segni di squilibrio. "Al tempo avevo bloccato la carta di credito dove versavo i soldi per entrambi, mancavano migliaia di euro dal conto. Subito dopo lei ha postato su Facebook delle foto sue, con tagli e macchie di sangue, e video e messaggi miei, per sostenere che ero un mostro, pericoloso per lei e la bambina. Poi ho saputo che era stata ricoverata per tentato suicidio. A casa non c’era nessuno, Edith era dai genitori di Patrizia, non me la facevano vedere. La mia roba era stata buttata via". Fino al tragico epilogo.

E oggi? "Ce l’ho con lei, ma pure con le istituzioni. Tante sono state interessate, e nessuna è intervenuta. Anche i Carabinieri erano impotenti, non c’era modo di farmi vedere mia figlia, anche se era un mio diritto. Capisco che io sono un uomo, nel 99 per cento dei casi succede il contrario e le donne sono vittime, però per mesi nessuno mi ha dato davvero ascolto".

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