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“Gesti fascisti diffondono odio razziale e violenza”: la Corte d’Appello di Milano condanna 8 estremisti

“gesti e simboli dell’ideologia fascista” diffondono “idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale ed etnico e sulla violenza”: è questo il motivo che ha portato la Corte d’Appello di Milano a condannare otto estremisti che, in primo grado, erano stati assolti.
A cura di Ilaria Quattrone
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Saluti romani al corteo di Ramelli nel 2019
Saluti romani al corteo di Ramelli nel 2019

La Corte d'Appello di Milano ha pubblicato le motivazioni della sentenza di condanna, avvenuta a novembre 2022, nei confronti di otto persone di estrema destra che, nel 2016, durante una commemorazione per lo studente Sergio Ramelli, l'avvocato Enrico Pedenovi (entrambi uccisi negli anni Settanta) e il militare Carlo Borsani (ucciso nel 1945) hanno fatto il saluto romani e la cosiddetta "chiamata del presente".

La manifestazione di quell'anno – che si replica ogni anno nel capoluogo meneghino – aveva coinvolto circa un migliaio di persone e si era svolta, come spiegato nelle motivazioni del giudice che ha condannato gli otto, "in una piazza accessibile alla cittadinanza" diffondendo "simboli e rituali dell'ideologia fascista" che si fonda su valori discriminatori.

Le motivazioni della sentenza della Corte d'Appello di Milano

Nelle motivazioni, il giudice ha affermato che attraverso la "pubblica ostentazione di gesti e simboli dell'ideologia fascista, in un contesto rievocativo e celebrativo" si fa propaganda e si diffondono "idee fondate sulla superiorità e sull'odio razziale ed etnico e sulla violenza". Non solo: si compromette "la ordinata e pacifica convivenza civile".

Gli otto estremisti erano stati assolti in primo grado, ma il pubblico ministero di Milano Piero Basilone (adesso procuratore a Sondrio) aveva presentato ricorso. In Appello è stato ribaltato il verdetto: dovranno scontare due mesi di reclusione e pagare una multa di duecento euro per aver violato la legge Mancino. Tra i condannati c'è anche Stefano del Miglio, uno di leader di Lealtà Azione, e Duilio Canu che è presidente del Movimento nazionale – La Rete dei patrioti.

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