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Educatrice chiama “femminuccia” un alunno della scuola elementare perché gioca con le bambine: indaga il Comune

L’educatrice di una cooperativa esterna ha chiamato “femminuccia” un alunno della scuola elementare Corridoni di Como. Il Comune, ricevuta la segnalazione dei genitori, sta indagando per risalire a eventuali responsabilità.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Alcuni giorni fa nella scuola elementare F. Corridoni dell'istituto comprensivo Como-Borgovico un'educatrice di una cooperativa esterna avrebbe chiamato un alunno "femminuccia" perché giocava con le bambine. La donna, inoltre, avrebbe invitato gli altri scolari presenti a battere le mani e a prenderlo in giro con un coro. A raccontare l'episodio di presunto bullismo sono stati i bambini ai loro genitori, che si sono poi occupati di riportare la vicenda a un membro del consiglio d'istituto che ha provveduto a segnalarlo alla dirigenza scolastica e al Comune. Lo scorso venerdì la giunta ha mandato tre supervisori alla scuola per verificare la situazione e presto ci sarà un incontro con la cooperativa in questione.

L'episodio di presunto bullismo

Il caso è scoppiato quando alcuni genitori hanno inviato una mail ufficiale al Comune di Como. In quella lettera si raccontava del clima di tensione che i bambini sono costretti a vivere durante il pranzo, al termine dell'orario scolastico, tra urla e continui inviti al silenzio da parte delle educatrici della cooperativa che si occupa del servizio post mensa.

Il culmine si sarebbe raggiunto venerdì 2 febbraio. Stando a quanto raccontato dai bambini presenti quel giorno, un'educatrice della cooperativa che ha in appalto la gestione dei bambini dopo il pranzo, avrebbe chiamato un alunno "femminuccia" perché giocava con le bambine. Non solo, la donna avrebbe anche invitato gli altri presenti a prenderlo in giro.

I provvedimenti della scuola e del Comune

I genitori degli alunni, seppur ribadendo la qualità generale dell'istituto scolastico e dei suoi docenti, si sono detti preoccupati per quanto accaduto chiedendo al Comune di poter avere pi informazioni in merito alla cooperativa e ai suoi dipendenti. La scuola, sottolineando la propria estraneità al fatto, si è mobilitata per fare chiarezza una volta per tutte.

Il Comune ha mandato lo scorso venerdì tre supervisori per avere più chiara la visione della gestione dei bambini ed era presente anche Mira Bianchi, docente referente della scuola primaria. "Ci è dispiaciuto tantissimo", ha commentato a La Provincia di Como l'insegnante, "la nostra è una scuola che lavora sull’inclusione e valori universali nella quotidianità, lavoriamo molto anche sulla diversità". Nei prossimi giorni il Comune organizzerà un incontro con i responsabili della cooperativa esterna per accertare eventuali responsabilità e chiudere la vicenda.

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