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Padre uccide i due figli piccoli e si suicida

Dopo l’omicidio di Mesenzana, gli psicologi della Croce rossa aiutano i bambini a fidarsi ancora degli adulti

Un team di psicologi della Croce Rossa Italiana aiuta i bambini e i ragazzi di Mesenzana ad affrontare il trauma per la morte di Giada e Alessio.
A cura di Chiara Daffini
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I ragazzi di Mesenzana al funerale di Giada e Alessio
I ragazzi di Mesenzana al funerale di Giada e Alessio
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Un padre che uccide i suoi figli, Giada di 13 anni e Alessio di 7, per poi suicidarsi. Li trova la mamma, che si stava separando dall'uomo. Quanto avvenuto lo scorso 24 marzo a Mesenzana ha profondamente scosso la piccola comunità del Varesotto, a partire dai minori. “Era una cosa fra i genitori, loro non c’entravano. Non è giusto”. La frase che la tredicenne Greta, compagna di equitazione di Giada, pronuncia il giorno dei funerali dei due fratellini è emblematica di un trauma che ha colpito i bambini e i ragazzi vicini alle due vittime. Uno shock dovuto non solo alla perdita di due amici, compagni di giochi o di sport, ma anche al senso di insicurezza provocato dalla dinamica della tragedia. Di solito i genitori sono coloro che dovrebbero proteggere, non uccidere. Come recuperare, dunque, il senso di fiducia verso gli adulti?

Un programma di elaborazione del lutto

Per accompagnare la comunità nell’elaborazione del lutto, il Servizio Psicosociale (SeP) di Croce rossa italiana Lombardia, attraverso il Comitato di Luino, ha messo a disposizione un team di psicologi per incontrare quanti, a causa del tragico evento, hanno manifestato necessità di supporto. Seguendo l’approccio psicosociale del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e di Croce Rossa Italiana, è stato predisposto un primo intervento subito dopo l’accaduto: obiettivo fare in modo che le persone, attraverso la riduzione dello stress e la stabilizzazione emotiva, potessero attivare le risorse interne per affrontare l’evento critico.

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Primo passo: comunicare la tragedia e condividerla

Giovedì 24 marzo sera, a nemmeno ventiquattr’ore dall’omicidio-suicidio in via Pezza, si è svolto un incontro con il sindaco, i genitori delle classi frequentate da Alessio e Giada e gli insegnanti, per dare indicazioni su come parlare a bambini e ragazzi di quanto successo, rispettando i loro tempi e le loro reazioni. La premessa fondamentale è la condivisione, in modo da ristabilire il senso di sicurezza interiore. Poi verrà il tempo del ricordo.

Disegni per i più piccoli, la forza del gruppo per gli adolescenti

Venerdì 25, in mattinata, gli psicologi del SeP hanno incontrato i compagni di classe, con un approccio commisurato al livello di sviluppo psico-emotivo di ognuno: ai più piccoli è stata proposta un’attività di disegno per poter esprimere le loro emozioni attraverso il gesto grafico, mentre con i più grandi si è lavorato sul gruppo, lasciando agli stessi ragazzi la possibilità di scegliere come affrontare insieme questa perdita.

Uno dei cartelloni appesi fuori dalla chiesa il giorno dei funerali
Uno dei cartelloni appesi fuori dalla chiesa il giorno dei funerali

Aiuto anche al resto della comunità

Quello attivato dal SeP è però solo l’inizio di un momento di incontro finalizzato a normalizzare la forte reazione emotiva e attivare le strategie proprie di ognuno di noi: in una seconda fase verrà data l’opportunità di usufruire dell’intervento del SeP al resto della comunità, una comunità che si è fin da subito mossa a protezione dei minori, chiedendo aiuto per affrontare e superare la tragedia.

Il SeP di Croce Rossa Italiana

Il SeP di Croce Rossa Italiana – Comitato Regionale Lombardia, composto da circa 40 psicologi, una decina di tecnici e circa 40 operatori psicosociali, interviene a supporto degli stessi volontari e dipendenti della Croce rossa, in vari ambiti. Come spiega la Presidente Cri Lombardia Sabina Liebschner: “In pochi conoscono questo servizio, rivolto tanto agli operatori dell'associazione, talora vittime di aggressioni altre trovatisi a dover agire in situazioni di forte impatto emotivo, tanto alla popolazione vittima di calamità naturali, disastri, ricerca di persone scomparse o drammi come quello di Mesenzana. Quella del SeP in Lombardia – conclude Liebschner – è un'attività nata da qualche anno e in fase di ampliamento, diventata parte integrante delle forze dispiegate in emergenza”.

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