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Denuncia l’abuso ma non viene creduta: dopo due anni scatta una foto e il patrigno viene condannato

Dopo circa tre anni è arriva la condanna con rito abbreviato a 2 anni e 8 mesi per l’uomo ritenuto responsabile di abusi sessuali nei confronti della figlia della sua compagna, oggi 16enne. La minore lo aveva denunciato una prima volta nel 2017 ma non era stata creduta. Ma due anni dopo ha portato le foto che dimostrano l’abuso e riesce a far arrestare il patrigno.
A cura di Giorgia Venturini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Aveva raccontato le violenze sessuali subite dal patrigno ma non era stata creduta: la sua parola contro quella dell'uomo. Due anni dopo si ripresenta in caserma per una seconda denuncia, questa volta con delle foto che documentano tutto. E in questi giorni è arrivata la condanna per l'uomo. L'incubo della ragazzina, oggi 16enne, però è durato tre anni: tutto ha inizio nel 2017 quando la minore trova il coraggio e denuncia di violenza sessuale il patrigno, ma il giudice non crede alla sua versione. La denuncia si conclude con l'archiviazione tanto che la consulenza neuropsichiatrica disposta dal pubblico ministero ha definito la ragazzina "istrionica ed esibizionista". Ma non si è arresa. Due anni più tardi, quando l'uomo tenta nuovamente di violentarla, riesce a scattare una foto con il telefono, fornendo così la prova decisiva per incastrarlo. Dalle indagini è emerso che al momento dell'episodio incriminato l'uomo si trovava in casa con l'adolescente e con un‘altra bimba, avuta insieme alla madre della ragazzina abusata.

L'uomo è stato condannato a 2 anni e 8 mesi

La minore si è così ripresentata dai carabinieri nel 2019. Anche questa volta però non convince il giudice per le indagini preliminari che ritiene le immagini poco chiare e così respinge la richiesta dell'arresto presentata dal pubblico ministero. Ma la ragazzina e l'accusa non si arrendono: il pubblico ministero presenta il ricorso davanti al Tribunale del Riesame e vince. Per il patrigno nel novembre del 2019 si aprono le porte del carcere dove resta fino a metà del 2020. Il patrigno nel frattempo ha chiesto il rito abbreviato fino alla sentenza di questi giorni: è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione per abusi sessuali e al pagamento di 15mila euro.

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