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Caso Eitan: il bimbo portato dal nonno in Israele

Caso rapimento Eitan: oggi a Tel Aviv la seconda udienza che deciderà sul rientro in Italia del bimbo

A Tel Aviv si sta tenendo la seconda udienza che deciderà sul ritorno o meno in Italia di Eitan, il piccolo di 6 anni unico sopravvissuto alla Tragedia del Mottarone. Il bambino era stato rapito dal nonno materno lo scorso 11 settembre ed era stato portato in Israele, dove vive il resto della famiglia materna.
A cura di Giorgia Venturini
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La zia aperta di Eitan Aya Biran Nirko e il nonno materno Shmuel Peleg si sono incontrati di nuovo in Tribunale di Tel Aviv. Questa mattina infatti si sta tenendo la seconda udienza per l'affidamento del nipote di sei anni, unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone. Ad oggi – secondo quanto deciso dalla Procura di Pavia – l'unica tutrice legale di Eitan è la zia paterna. Decisione che ora vuole impugnare il ramo materno della famiglia: era l'11 settembre quando il nonno con la scusa di passare qualche ora in compagnia del nipote lo aveva preso da casa degli zii paterni, unici affidatari ad oggi del piccolo, e lo aveva caricato su un aereo in direzione Israele. Da quel giorno nonno e nanna di Eitan sono indagati per sequestro di persona aggravato dalla giovane età del nipote. Nel registro degli indagati al momento compare anche l'autista che quel pomeriggio ha portato Eitan e Shmuel Peleg in un aeroporto in Svizzera dove li attendeva un aereo privato.

I giudici si esprimeranno sul ritorno in Italia di Eitan

Qualche minuto prima dell'inizio dell'udienza il portavoce della famiglia Biran ha tenuto a precisare che l'incontro di oggi "non riguarda la questione del bene del bambino, né il suo affidamento, né quant'altro". E poi aggiunto: "Sarà centrata solo sulla questione della restituzione del bambino rapito sulla base della Convenzione dell'Aja". Durante la prima udienza la zia paterna aveva detto di essere preoccupata per lui e "in particolare per la sua salute mentale". Nelle ore successive il rapimento la donna ha chiesto la restituzione immediata del piccolo. Mentre la famiglia materna aveva sostenuto che non si era trattato di rapimento perché il centro della vita del piccolo è in Israele. Al termine della prima udienza i giudici non si erano espressi sull'affidamento: avevano però deciso che nel frattempo il piccolo sarebbe rimasto in Israele. La giudice ha in programma altre due udienze: domani sera e domenica.

Cos'è la Convenzione dell'Aja

Certo è che i giudici per la decisione finale non potranno non tenere in considerazione la Convenzione dell'Aja, l'accordo internazionale firmato sia da Israele che dall'Italia sul contrasto alla sottrazione di minori. Convenzione dunque che non può non essere citata nel caso del rapimento di Eitan. L'accordo tra più stati firmatari, tra cui anche Israele e Italia, si impegna a contrastare la sottrazione internazionale di minori. Secondo quanto citato dal documento quindi portare un minore in un altro Paese, senza il consenso di chi la responsabilità genitoriale, é ritenuto un illecito.

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