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Caso Eitan, la famiglia materna: “Faremo ricorso alla Corte Suprema. Combatteremo fino alla fine”

La famiglia materna di Eitan ha dichiarato a Fanpage.it che farà ricorso alla Corte Suprema: “Combatteremo fino alla fine”, hanno fatto sapere tramite il loro portavoce.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Faremo ricorso alla Corte Suprema. Combatteremo fino alla fine": a dirlo a Fanpage.it è la famiglia materna di Eitan, unico sopravvissuto alla strage del Mottarone, tramite il portavoce Gadi Solomon. Nella serata di oggi, giovedì 11 novembre, la corte d'Appello di Tel Aviv ha respinto il ricorso del nonno materno. Shmuel Peleg lo aveva presentato dopo la decisione in primo grado del tribunale della famiglia di Tel Aviv: i giudici avevano infatti stabilito che il piccolo dovesse tornare in Italia con la zia paterna, Aya Biran, riconosciuta come tutrice legale dal Tribunale italiano.

Una settimana di tempo per presentare ricorso

Solomon fa sapere a Fanpage.it che la famiglia avrà una settimana di tempo per presentare un nuovo ricorso. Il bambino si trova per il momento con Biran: "È tutto il tempo con Aya. Lo abbiamo visto questa settimana, ma solo per qualche ora", hanno affermato. Proprio la zia paterna è stata la prima a rivolgersi al tribunale israeliano. A inizio settembre Peleg aveva portato via il nipote da casa di Biran, in provincia di Pavia, lo ha caricato su un aereo partito dalla Svizzera e diretto in Israele. La zia aveva quindi deciso di ricorrere al tribunale appellandosi alla Convezione dell'Aja.

Le accuse per Peleg in Italia

L'azione di Peleg ha fatto sì che venisse poi accusato in Italia per sequestro di persona. Ieri, la procura di Pavia, ha emesso un mandato di arresto internazionale nei suoi confronti e per l'autista che li ha portati fino a Lugano. Nei prossimi giorni l'ordinanza arriverà anche in Israele. Intanto, poche ore fa, il procuratore Mario Venditti ha spiegato a Fanpage.it che le decisioni dei giudici israeliani non influenzeranno le indagini italiane: "Sono due procedimenti distinti".

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