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Caso Eitan: il bimbo portato dal nonno in Israele

Caso Eitan, la “battaglia” delle due famiglie sull’affidamento del bimbo continua a Milano

Continua a Milano la battaglia legale per l’affidamento di Eitan, l’unico sopravvissuto alla strage del Mottarone. La prossima udienza in Tribunale è fissata tra pochi giorni.
A cura di Giorgia Venturini
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Si è chiuso uno dei tre filoni giudiziari sul caso del piccolo Eitan, l'unico bambino sopravvissuto alla strage del Mottarone. Ieri lunedì 29 novembre il giudice in Israele ha deciso per il ritorno in Italia del piccolo, portato via da Pavia e caricato su un aereo privato lo scorso 11 settembre dal nonno materno Shmuel Peleg all'insaputa della zia paterna, unica tutrice riconosciuta dal tribunale. Il giudice della Corte Suprema, Alex Stein, ha confermato quanto già stabilito in primo grado: il comportamento del nonno ha violato la  Convezione dell'Aja che si basa sulla "tolleranza zero verso i rapimenti ed evidenzia la necessità di una restituzione immediata". E poi ha sottolineato: "Non è discutibile che il luogo normale di vita del minore sia in Italia dove ha trascorso quasi tutta la sua esistenza".

Le indagini italiane che vedono il nonno accusato di rapimento

Se l'unico procedimento giudiziario aperto in Israele si è concluso, restano invece ancora aperti quelli in Italia: Peleg è ora indagato dalla Procura di Pavia di sequestro di persona aggravata dalla giovane età del nipote. Sul nonno materno ora cade un mandato di arresto internazionale: al momento resta in Israele, si vedrà solo più avanti se sarà concessa l'estradizione. Intanto in Italia continuano ad andare avanti le indagini. Gli inquirenti in questi tre mesi hanno cercato di ricostruire quanto accaduto quel giorno di settembre: il nonno – come spiegato dai procuratori una volta emesso il mandato d'arresto – ha agito seguendo un "progetto criminoso". Nel dettaglio, Peleg insieme al suo complice Gabriel Alon Abutbu, anche lui in arresto ma ora già libero, ha pianificato tutto contando sui presunti trascorsi militari di entrambi: si sono serviti di auto a noleggio e utenze telefoniche estere. Ora il nonno e il complice dovranno difendersi dall'accusa di sequestro di persona, sottrazione e trattenimento di minori all'estero, oltre che di inosservanza dolosa di provvedimento del minore e della zia paterna Aya Biran Nirkom, unica tutrice legale di Eitan.

Il processo sull'affidamento al Tribunale dei Minori di Milano

In contemporanea con le indagini penali a Pavia al Tribunale dei Minori di Milano si andrà avanti a discutere sull'affidamento di Eitan dopo che i legali dei Peleg hanno impugnato la decisione del giudice di Torino che poco tempo dopo la strage del Mottarone, in cui il piccolo perse i genitori e il fratellino, aveva affidato la custodia alla zia paterna. Il ramo israeliano della famiglia punta a dimostrare delle irregolarità nel procedimento. Si sposta dunque in Italia la contesa tra i nonni materni e la zia paterna sull'affidamento: sarà il giudice a decidere con chi vivrà il piccolo. Dopo la prima udienza di fine ottobre, ora si ritorna in aula il prossimo 9 dicembre, come confermato a Fanpage.it dall'avvocato della famiglia paterna Paolo Sevesi. Molto probabilmente il giudice non deciderà già sull'affidamento, per la decisione finale sarà necessario più tempo.

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