110 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La ricetta del Ministro Grilli: vendere i beni pubblici contro il debito

Per ridurre il debito “la strada praticabile è quella di garantire, con un programma pluriennale, vendite di beni pubblici per 15-20 miliardi l’anno, pari all’1% del Pil”. E’ questa la direzione nella quale procedere, secondo il neo-ministro dell’Economia.
A cura di Biagio Chiariello
110 CONDIVISIONI
La ricetta del Ministro Grilli: vendere i beni pubblici contro il debito

Ha scelto le pagine del Corriere della Sera per la sua prima intervista da Ministro dell'Economia. Vittorio Grilli, fresco di nomina al dicastero del Tesoro, è chiaro e conciso nel colloquio col direttore Ferruccio De Bertoli al quale indica la direzione giusta nella quale procedere per uscire dalla crisi. Nello specifico, parla degli strumenti per ridurre il debito pubblico: «La strada praticabile – spiega Grilli – è quella di garantire, con un programma pluriennale, vendite di beni pubblici per 15-20 miliardi l'anno, pari all'1 per cento del Pil». Il Ministro fa due calcoli e spiega che con «un avanzo primario, cioè prima del pagamento degli interessi sul debito, del 5 per cento e calcoli una crescita nominale del 3 per cento, cioè tolta l'inflazione all'1, vorrebbe dire ridurlo del 20 per cento in 5 anni».

Grilli parla anche della contestata spending review che consentirà «risparmi al di là delle cifre di cui si parla in questi giorni. Si possono ridurre ancora le agevolazioni fiscali e assistenziali, intervenire sui trasferimenti alle imprese, le ipotesi sono tante». E' ottimista il Ministro è lascia intendere che l'aumento dell'Iva, «già previsto per legge» per questo autunno e poi rimandato al luglio del 2013, possa essere in qualche modo limitato: «cercheremo di creare le condizioni perché non aumenti del tutto». Stesso discorso per le tasse sul lavoro: scenderanno? «Io – risponde Grilli – me lo auguro e la lotta all'evasione fiscale dovrebbe creare le condizioni per renderlo possibile». Quanto pensate di incassare quest'anno dalla lotta all'evasione fiscale? «Più dei dieci miliardi previsti».

Il Ministro dell'Economia non manca di attaccare le agenzie di rating – che «davano – dice – la tripla A ad autentici pericoli pubblici come gli special purpose vehicle» – dopo il recente declassamento del debito pubblico italiano operato da Moody’s.  «I mercati – spiega il ministro – non riconoscono ancora la bontà degli sforzi compiuti dal nostro Paese per mettere in ordine i conti», e comunque «il pareggio di bilancio è a portata di mano, le riforme strutturali sono avviate. Nessun altro Paese ha fatto tanto in così poco tempo». Il fatto è che:

 Le agenzie di rating , che sono aziende private in potenziale conflitto d'interesse con i propri clienti, esponenti di una cultura solo americana, si sono mosse sempre in ritardo, finendo per ampliare gli effetti dei fenomeni, anziché anticiparli. E il dialogo si è interrotto. Oggi ci avvertono quando tutto è deciso, non accettano spiegazioni».

Nell'intervista al Corsera, il ministro si dice fiducioso sullo scudo antispread, avversato da tedeschi e olandesi, fa notare De Bortoli, ma «necessario a tutta l'Unione» secondo Grilli. E spiega il perché:

Perché la moneta unica ha spento i tradizionali meccanismi macroeconomici di riequilibrio delle economie nazionali. Prima, una recessione spingeva la banca centrale a ridurre i tassi e a favorire il riequilibrio, consentendo a famiglie e imprese di indebitarsi a costi più bassi. Oggi questo non funziona. E quando la Bce taglia il costo del denaro, per noi non cambia nulla. Colpa dello spread troppo alto. Una volta, quando i flussi di capitale in uscita da un Paese erano eccessivi, i tassi di cambio si muovevano di conseguenza. La Svizzera ha fatto recentemente così, impedendo tra l'altro di apprezzare troppo il franco. La Germania, se avesse ancora il marco, lo avrebbe visto schizzare verso l'alto e si sarebbe preoccupata per le sue esportazioni. Come Berna. Oggi, con lo spread elevato, Berlino riceve addirittura un sussidio pagando tassi negativi. Ecco alcune ragioni che rendono lo scudo anti-spread importante per tutti».

110 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views