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La messa di Natale di Papa Francesco: “Pace tra israeliani e palestinesi”

Il Pontefice: “In una società spesso ebbra di consumo e di piacere, di abbondanza e lusso, di apparenza e narcisismo, Gesù ci chiama a un comportamento sobrio, cioè semplice, equilibrato, lineare, capace di cogliere e vivere l’essenziale”.
A cura di Davide Falcioni
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UPDATE ore 12.30 – Papa Francesco ha rivolto, durante la benedizione di questa mattina, un messaggio di pace tra israeliani e palestinesi: "Dove è nato Gesù continuano tensioni e violenze e la pace rimane un dono da invocare e da costruire. Possano Israeliani e Palestinesi riprendere un dialogo" e "giungere ad un'intesa che permetta ai due Popoli di convivere in armonia, superando un conflitto che li ha lungamente contrapposti".  "Al Signore – aggijnge – domandiamo che l'intesa raggiunta in seno alle Nazioni Unite riesca quanto prima a far tacere il fragore delle armi in Siria e a rimediare alla gravissima situazione umanitaria della popolazione stremata".  "L'attenzione della Comunità internazionale sia unanimemente rivolta a far cessare le atrocità che, sia in Siria e Libia come pure in Iraq, Yemen e nell'Africa subsahariana, tuttora mietono numerose vittime, causano immani sofferenze".

Rinnegare l'empietà, la ricchezza del mondo e vivere con sobrietà e giustizia: in uno dei passaggi dell'omelia durante la messa di Natale Papa Francesco torna sui concetti cardine del suo pontificato, quelli  dell'attenzione verso gli ultimi ed i poveri, e cita la seconda lettera a Tito invitando i credenti a "tornare all’essenziale": "In una società spesso ebbra di consumo e di piacere, di abbondanza e lusso, di apparenza e narcisismo, Gesù ci chiama a un comportamento sobrio, cioè semplice, equilibrato, lineare, capace di cogliere e vivere l’essenziale".

Bergoglio, celebrando la terza messa di Natale del suo pontificato, ha aggiunto: "In un mondo che troppe volte è duro con il peccatore e molle con il peccato, c’è bisogno di coltivare un forte senso della giustizia, del ricercare e mettere in pratica la volontà di Dio. Dentro una cultura dell’indifferenza, che finisce non di rado per essere spietata, il nostro stile di vita sia invece colmo di pietà, di empatia, di compassione, di misericordia, attinte ogni giorno dal pozzo della preghiera". Papa Francesco si rivolge poi ai non credenti e parlando della nascita di Gesù dice: "Non c’è posto per il dubbio; lasciamolo agli scettici che per interrogare solo la ragione non trovano mai la verità. Non c’è spazio per l’indifferenza, che domina nel cuore di chi non riesce a voler bene, perché ha paura di perdere qualcosa. Viene scacciata ogni tristezza, perché il bambino Gesù è il vero consolatore del cuore".

"Questo Bambino – ha spiegato Bergoglio – ci insegna che cosa è veramente essenziale nella nostra vita. Nasce nella povertà del mondo, perché per Lui e la sua famiglia non c'è posto in albergo. Trova riparo e sostegno in una stalla ed è deposto in una mangiatoia per animali". Eppure, "da questo nulla, emerge la luce della gloria di Dio". Secondo Francesco, "a partire da qui, per gli uomini dal cuore semplice inizia la via della vera liberazione e del riscatto perenne. Da questo Bambino, che porta impressi nel suo volto i tratti della bontà, della misericordia e dell'amore di Dio Padre scaturisce per tutti noi suoi discepoli, come insegna l'apostolo Paolo, l'impegno a ‘rinnegare l'empietà' e la ricchezza del mondo, per vivere ‘con sobrietà, con giustizia e con pietà'".

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