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16 Giugno 2025
16:25

Una gatta dalla Cina ha viaggiato per tre settimane chiusa in un container ed è arrivata negli Stati Uniti

Chiusa per errore in un container partito dalla Cina, la gatta Stowaway ha viaggiato per tre settimane fino agli Stati Uniti. Magrissima e disidratata, è sopravvissuta per miracolo. Ora inizierà una nuova vita con l'aiuto dei volontari.

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Ha viaggiato per tre settimane chiusa nel container di una nave dalla Cina agli Stati Uniti ed è sopravvissuta: è l'incredibile storia della gatta soprannominata Stowaway, in italiano Clandestina. Ora per lei inizierà una nuova vita grazie ai volontari che l'hanno curata e accolta dopo la traversata.

Il viaggio della gattina Stowaway dalla Cina agli USA: chiusa per sbaglio in un container

La gatta Stowaway ha viaggiato per migliaia di chilometri attraverso l'Oceano Pacifico prima di arrivare in un'azienda a Oakdale, in Minnesota. Solo una volta giunti qui e scaricato il container i dipendenti si sono resi conto della presenza della gatta. Un'ospite decisamente inattesa.

Secondo le prime ricostruzioni, il suo viaggio è iniziato dove il container è stato chiuso: in Cina. Non sorprende che al suo arrivo sul suolo americano la gatta fosse pericolosamente magra e disidratata, come confermano i volontari della Companion Animal Care and Control, un'organizzazione di soccorso per animali che opera in Minnesota e Wisconsin.

A prendersi cure della micia favorendo la sua adozione però saranno i volontari dell'associazione Northwoods Humane Society. Lo hanno annunciato mercoledì gli attivisti stessi con un post su Facebook in cui hanno ripercorso la vicenda della piccola "clandestina".

Come ha fatto la gatta a sopravvivere nel container senza bere né mangiare

La storia della micia che ha viaggiato per settimane chiusa dentro a un container è senza dubbio sorprendente, ma non così strana se si conosce la storia evolutiva dei nostri gatti domestici. Anche se oggi vivono all'interno della società umana in loro restano caratteristiche dei loro antenati selvatici. Il gatto domestico (Felis silvestris catus), infatti, discende dal gatto selvatico africano (Felis lybica), un predatore originario di ambienti aridi come savane e deserti. Qui le risorse sono scarse e la sopravvivenza dipende anche dalla capacità di tollerare periodi prolungati senza cibo né acqua.

Questa eredità evolutiva ha lasciato un’impronta profonda nei gatti domestici. Molti infatti potrebbero non percepire lo stimolo della sete, motivo per il quale è bene sempre integrare la dieta con cibo umido, soprattutto d'estate. Ma uno degli adattamenti principali riguarda il metabolismo: i mici sono in grado di ridurre il dispendio energetico quando l'apporto calorico diminuisce. Inoltre, il loro organismo è in grado di conservare i liquidi limitando la perdita di acqua.

Grazie a queste caratteristiche, unite a un pizzico di fortuna, la piccola clandestina è riuscita a sopravvivere.

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