UN PROGETTO DI

Una casa a misura di Charlie: così Valery ha trasformato l’ambiente dopo che il suo cane è diventato cieco

Melanie vive con il suo Bassotto Charlie da quando era cucciolo e ora che il cane ha 14 anni hanno dovuto affrontare gli acciacchi dell'età insieme. Per rendere la vita del suo amico a quattro zampe compatibile con la sua condizione di cecità e sordità, la donna ha organizzato la casa con arricchimenti ambientali per farlo orientare al meglio.

7 Maggio 2025
11:04
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Se Fido non riesce più a vedere, sono gli occhi della sua persona di riferimento che devono aiutarlo a osservare una realtà che ora può vivere solo attraverso altri sensi, rendendo l'ambiente domestico a sua misura per far sì che la nuova routine diventi la normalità. È quanto sta facendo una donna americana che si chiama Melanie Conerly e vive a Lakewood Ranch, in Florida, insieme al suo Bassotto Charlie di 14 anni.

Il cane, che è anche sordo, nel novembre del 2022 ha perso la vista improvvisamente: in soli otto giorni la situazione è infatti precipitata e non c'è stato nulla da fare per restituirgli il senso a causa di una patologia neurologica. Melanie ha affrontato subito il problema, cercando di comprendere quali potessero essere le migliorie da mettere in campo all'interno della loro casa per dare a Charlie la possibilità di adattarsi al meglio alla sua nuova condizione.

Il racconto di quello che ha fatto è  racchiuso in un video in cui Melanie ha mostrato su TikTok i suoi consigli e trucchi e che è diventato virale, raccogliendo ad oggi oltre 1,5 milioni di visualizzazioni e quasi 2mila commenti. Si possono vedere nelle immagini condivise gli strumenti che ha adottato e come il cane abbia oggi una vita serena nonostante la perdita della vista. Melanie ha integrato in casa una serie di accorgimenti: ci sono ad esempio dei tappetini tattili che Charlie calpesta e che lo aiutano a trovare la ‘giusta via' o delle protezioni agli sgabelli fatte con la pellicola da cucina per evitare che vi rimanga incastrato o vada a sbattere contro.

Come abbiamo già evidenziato su Kodami, è molto importante riconoscere in tempo i segnali di cecità nei cani e adottare misure per aiutarli a poter continuare a fare le stesse cose che facevano in precedenza. Come ha spiegato il veterinario Giuseppe Borzacchiello: "I segni clinici che suggeriscono la possibilità che l’animale veda di meno o stia per diventare cieco sono diversi. Gli occhi possono presentarsi appannati, ‘rigonfi', infiammati, l’animale affetto inizia a non riconoscere i percorsi soliti, può capitare che urti contro gli oggetti e può essere riluttante a giocare. È possibile notare anche un comportamento ansioso e riluttante a muoversi. Se questa condizione è causata da ulcere allora l’animale soffrirà dolori".

Se sospettate che vi siano problemi oculari o una condizione di ipovisione/cecità rivolgetevi subito al vostro veterinario di fiducia.  "Ai fini di un primo inquadramento diagnostico – ha sottolineato l'esperto – bisognerà valutare parametri ematobiochimici nel caso si sospetta una malattia metabolica alla base dell’ipovisione e/o cecità.  La diagnosi definitiva prevede una visita specialistica da parte di un oculista veterinario che potrà indagare con l'ausilio di indagini strumentali le possibili alterazioni delle strutture oculari per poi indirizzare la terapia".

Bisogna inoltre ricordarsi che i sensi dell'olfatto e dell'udito nei nostri amici a quattro zampe sono particolarmente sviluppati e aiutarli ad orientarsi tramite questi è sicuramente la cosa migliore da mettere in atto. Adattare l'ambiente domestico, dunque, ma anche mantenere routine già note al cane integrando nuove abitudini con l'aggiunta appunto di stimoli sensoriali alternativi sono passi essenziali per il benessere di un cane privo della vista.

Vedere dunque l'esperienza di Melanie e Charlie su TikTok, in cui vengono mostrati consigli per chi può trovarsi in una situazione simile, è un ottimo modo per usare la Rete a favore della relazione tra cani e esseri umani.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it/kodami sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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