UN PROGETTO DI
21 Maggio 2025
12:03

Un ponte Arcobaleno in ricordo degli animali che non ci sono più: la struttura creata a Pontedera

A Pontedera è stato inaugurata la prima struttura in Italia che celebra il Ponte dell’Arcobaleno: un luogo simbolico in cui ricordare gli animali scomparsi. Ispirato alla leggenda, lo spazio offre la possibilità di lasciare oggetti, messaggi per condividere il lutto per i compagni a quattro zampe.

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Il Comune di Pontedera ha fatto qualcosa di unico in Italia: ha reso tangibile un dolore ancora sottovalutato nella nostra società. Nel parco del Boschetto, nella frazione di La Rotta, è stato inaugurato il “Ponte dell’Arcobaleno”, una struttura simbolica dove chi ha perso un animale domestico può fermarsi, lasciare un oggetto, scrivere un pensiero e condividere il ricordo dell'animale domestico a cui ha dovuto dire addio per sempre.

Il progetto è stato voluto proprio per dare valore a ciò che tantissime persone provano: il lutto che si vive quando si perde un compagno a quattro zampe. Come riporta La Nazione, diversi sono i messaggi che si possono leggere sul quaderno che è stato apposto accanto al ponte, come quello scritto da una persona che ha così testimoniato la mancanza che prova per l'animale con cui condivideva la vita: "Chi ha vissuto il legame con un animale sa che non si tratta solo di compagnia: è relazione, è quotidianità, è fiducia. E quando si spezza, il vuoto che resta non è minore solo perché l’essere amato aveva quattro zampe".

Ciao Poldo, sei stato il mio migliore amico quando avevo 11 anni. Ti ho amato come si ama un fratello e oggi, che ne ho 34, ti porto ancora con me", c'è scritto in un altro messaggio che rende bene proprio l'idea: che si tratti di un cane o di un gatto, se la relazione è sana e la vita insieme è stata il frutto di una scelta consapevole, quel rapporto rimane per sempre.

La leggenda del ponte dell'arcobaleno

La raffigurazione del ponte dell'arcobaleno come simbolo del passaggio dalla vita terrena all' al di là da parte degli animali è un racconto che è nato a partire dagli anni Cinquanta negli Stati Uniti. Nel tempo è stato poi tradotto, reinterpretato, condiviso in tutto il mondo ed oggi è tipico trovare riferimenti sui social con storie personali o citazioni che toccano l'animo delle persone che hanno vissuto con altre specie.

Secondo la leggenda, dopo la morte gli animali raggiungono un luogo speciale che si trova oltre l’arcobaleno: lì corrono liberi, senza malattie né dolore e rimangono in attesa di ricongiungersi alle loro persone di riferimento.

Come abbiamo spiegato su Kodami, si tratta di una fiaba moderna, che non ha un autore preciso a cui fare riferimento, ma che è nata proprio per rendere onore a un lutto intenso e che ha una funzione consolatoria nel riconoscere la dignità della sofferenza che prova chi perde un animale. E oggi questo simbolo onirico e tramandato negli anni ha preso forma concreta nel ponte arcobaleno che è sorto nel parchetto di Pontedera.

Il lutto è un viaggio che ognuno compie a suo modo, non ci sono regole che valgono per tutti. Non serve vergognarsi se il dolore per la morte di un cane o di un gatto è lacerante come quello che si prova per la perdita di un familiare umano”, abbiamo scritto una volta quando abbiamo affrontato questo tema e ciò per sottolineare proprio quanto ancora il dolore per un animale sia spesso minimizzato dalla società, come se fosse una forma di “lutto non autorizzato”. Un giudizio che aggrava la solitudine e rende difficile uscire da quello che spesso porta a un vero e proprio stato di depressione per chi ha subito una perdita di questo tipo. Per questo spazi come quello di Pontedera sono importanti e hanno un valore che va ben oltre l'estetica: sono un atto sociale di riconoscimento.

Il lutto non è solo un'emozione umana: anche gli altri animali lo provano

La relazione tra un animale domestico come il cane in particolare va poi sempre guardata da entrambe le parti. Non solo noi umani soffriamo per la scomparsa di un animale a cui siamo legati emotivamente: anche loro soffrono per la nostra ed è stato dimostrato anche dalla scienza. Sono numerosi del resto i casi documentati di cani che hanno manifestato segnali di sofferenza psicologica dopo la morte della loro persona di riferimento o anche di un altro animale che faceva parte del gruppo familiare.

Un caso di cui abbiamo parlato, ad esempio, è stato quello di Leone, un Pastore Tedesco che durante il funerale del suo umano di riferimento, si è sdraiato sotto la bara e ha rifiutato di allontanarsene. Ha passato giorni senza mangiare, cercando il suo compagno tra le stanze della casa vuota. Solo con il tempo e l’aiuto degli altri familiari è riuscito a rielaborare quella perdita.

Ma anche animali non domestici vivono il lutto e lo elaborano, ognuno con i propri tempi e modalità. Tra gli esempi più conosciuti ci sono gli elefanti, da sempre considerati creature dotate di una grande memoria ma soprattutto che hanno una complessa vita emotiva. In Africa e in Asia sono stati osservati gruppi familiari che, alla morte di un membro, si fermano in silenzio accanto al corpo, lo toccano con la proboscide, lo accarezzano. In alcuni casi, tornano a visitare lo scheletro anche dopo mesi, riconoscendone le ossa, in particolare il cranio e le zanne. Sono gesti che non possono essere letti come semplici curiosità olfattive o comportamenti istintivi: parlano di ricordi e di legami indissolubili.

Anche nel mondo marino ci sono testimonianze molto intense al riguardo. I cetacei, in particolare delfini, orche e globicefali, hanno mostrato più volte segnali di lutto. Il caso più emblematico è quello dell’orca Tahlequah, che nel 2018 ha tenuto in superficie per 17 giorni il corpo del suo cucciolo morto, spingendolo delicatamente con il muso e impedendogli di affondare. Un gesto che commosse il mondo, ricordandoci che la maternità e l’attaccamento non sono appannaggio solo degli esseri umani. Ma ci sono anche altri ‘messaggi' da interpretare ancora da parte nostra, come le vocalizzazioni più lente e tristi dei delfini, o la riduzione dell’attività sociale in seguito alla perdita di un membro del gruppo.

È fondamentale che tutto ciò venga compreso e rispettato perché si arrivi a capire che la presenza di un ponte che celebra la relazione con un animale anche oltre la morte è un modo per ricordare che l’amore e soprattutto il rispetto tra esseri viventi è fonte di civiltà in un Paese in cui le famiglie con animali domestici sono in costante aumento: oltre il 40% secondo gli ultimi dati Eurispes del 2024.

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