UN PROGETTO DI
7 Ottobre 2025
12:52

Un parco marino in Canada potrebbe uccidere i suoi 30 beluga: il governo ha vietato il trasferimento in Cina

Marineland, storico parco marino canadese, ha detto che sarà costretto a uccidere 30 beluga dopo che il governo ha vietato il loro trasferimento in Cina e negato un aiuto economico per mantenerli. La struttura è stata chiusa in seguito a denunce e inchieste per maltrattamento, ma al suo interno ci sono ancora diversi animali.

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Mrineland, oggi chiuso, detto che non ha più fondi per mantenere in vita i cetacei

L'avvertimento è arrivato attraverso una lettera ufficiale: se il governo canadese non concede un aiuto economico o il permesso di trasferire 30 beluga in Cina, Marineland sarà "costretto" a sopprimerli. È questa la posizione ufficiale di uno dei parchi marini più famosi e discussi del Nord America, situato in Ontario e oggi chiuso. Per decenni Marineland è stato infatti una delle principali attrazioni turistiche della provincia canadese, con spettacoli di orche, delfini e appunto beluga che richiamavano migliaia di visitatori ogni anno.

Tuttavia, dietro la facciata di un parco divertimenti si nascondevano denunce e inchieste per maltrattamento, culminate nella chiusura definitiva avvenuta nel 2024. Da allora, la struttura è rimasta in una sorta di limbo, con debiti enormi e decine di animali da mantenere, con la direzione che sta cercando disperatamente una via d'uscita. Una di queste era il possibile trasferimento dei beluga in Cina, una proposta che il governo ha però rifiutato.

Perché il governo canadese ha rifiuto il trasferimento dei beluga in Cina

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Il parco voleva inviare i suoi beluga in un’altra struttura Cina, ma il governo ha rifiutato la proposta

Prima di annunciare la possibile eutanasia dei cetacei, Marineland aveva proposto di trasferire i 30 beluga rimasti a Zhuhai, in Cina, dove sarebbero però stati ospitati in un altro delfinario. Ma la ministra dell'Industria ittica, Joanne Thompson, ha negato il permesso di trasferimento, poiché non avrebbe migliorato in alcun modo le condizioni di vita degli animali, che sarebbero rimasti prigionieri in un'altra struttura identica.

Dopo il rifiuto, la direzione del parco marino ha inviato una nuova lettera chiedendo allora un sostegno finanziario e dichiarando di non avere più fondi per il mantenimento dei cetacei. Nella stessa lettera, Marineland ha poi avvertito che, in assenza di una risposta positiva entro il 7 ottobre, avrebbe potuto sopprimere i suoi beluga. La risposta della ministra è poi arrivata, ma non ci sarà nessun finanziamento pubblico, poiché si tratta di una responsabilità del parco.

Il governo si è comunque detto disponibile a valutare eventuali nuove proposte di trasferimento, purché garantiscano un reale miglioramento delle condizioni di vita dei beluga. La vicenda riporta l'attenzione su una realtà segnata da anni di accuse, maltrattamenti e morti sospette. Secondo un'inchiesta condotta dall'agenzia The Canadian Press, negli ultimi anni a Marineland sono morti 19 beluga e un'orca, oltre ad altri animali marini. Nel 2024 il parco era stato anche multato per la detenzione di tre orsi neri in condizioni pessime.

I delfinari, le controversie e il futuro incerto dei animali

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Il futuro è chiaramente indirizzato verso parchi marini senza più cetacei, ma resta da capire quale sarà il destino degli animali ancora in cattività

Oggi, oltre ai trenta beluga, nel parco vivono ancora quattro delfini, alcuni leoni marini, foche e altri orsi. Per tutti loro il futuro resta incerto, in attesa di una soluzione che possa conciliare etica, logistica e risorse. Trovare una sistemazione per questi animali sarà però molto complicato. Proprio perché nati e cresciuti in cattività, gli animali non possono però essere liberati in natura senza gravi rischi per la loro vita: non saprebbero cacciare né riconoscere i pericoli. Trasferirli in altri parchi, invece, non risolverebbe il problema.

Ciò che sta accadendo in Canada non è infatti un caso isolato. Parchi marini e delfinari sono ormai da anni al centro di grandi polemiche e forti discussioni che stanno compromettendo la loro stessa esistenza e, indirettamente, il destino degli animali. I visitatori sono sempre meno, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, e la crescente sensibilità verso il benessere di animali così complessi e intelligenti, spettacolarizzati e ridotti ad "attrazioni", sta colpendo pesantemente molte strutture e spingendo alcuni paesi a rivedere le proprie leggi.

Recentemente, anche il più grande parco marino d'Europa situato ad Antibes, in Francia, chiamato sempre Mariland, ha subito la stessa sorte. La struttura ha chiuso definitivamente per difficoltà economiche, visitatori in calo e una legge che vieta gli spettacoli con i cetacei. Anche in questo caso, però, rimane incerto il destino delle ultime due orche, Wikie e suo figlio Keijo, che sono ancora nel parco. Il futuro è chiaramente indirizzato verso parchi marini senza più cetacei. Resta però da capire quale sarà la sorte degli animali ancora nelle strutture.

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