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La tartaruga Waszp è stata liberata in mare dopo due mesi di cure all’Acquario di Genova. Era stata soccorsa il 19 aprile a Imperia durante una regata, mentre era in difficoltà a nuotare. Salvata grazie alla collaborazione tra biologi, Capitaneria e Carabinieri CITES, è stata curata e ora un video la mostra mentre nuota libera al largo della costa genovese.
Il recupero della tartaruga Waszp
Waszp, giovane esemplare di Caretta caretta, è finalmente tornato in mare dopo un ricovero di due mesi all'interno del centro di recupero tartarughe dell’Acquario di Genova. È stato soccorso il 19 aprile scorso durante una regata MFI Eurocup Waszp 2025 ad Imperia: lo staff e gli istruttori dello Yacht Club Imperia, organizzatore dell’evento, l’avevano individuato che mostrava difficoltà a immergersi e nuotava inclinato nelle vicinanze del campo di regata.
Grazie all’intervento dei biologi dell’Associazione Delfini del Ponente APS, autorizzati al prelievo e al trasporto, sotto il coordinamento di Capitaneria di Porto e Acquario di Genova, l’animale era stato messo in sicurezza negli spazi dello Yacht Club di Imperia e successivamente trasferito all’Acquario di Genova dai Carabinieri del Servizio CITES.
Rimessa in forze, torna al mare, al largo della costa genovese, a bordo di un’imbarcazione della Guardia Costiera di Genova. Al momento del rilascio l’animale misura 38,7 cm di lunghezza carapace, 35,5 cm di larghezza e pesa 6,7 kg.
Come è stata salvata la tartaruga Waszp
La giovane tartaruga era stata soccorsa nelle acque di Imperia nella mattinata di sabato 19 aprile durante la regata MFI Eurocup Waszp 2025. L'esemplare era stato ribattezzato Waszp proprio in omaggio alla categoria di imbarcazione protagonista della regata di Imperia.
È stato subito preso in cura dallo staff medico-scientifico della struttura genovese che l’ha visitata e avviato tutti i controlli del caso, e dopo questi mesi finalmente le sue condizioni sono migliorate tanto da permettere il ritorno in mare.
Diverse sono le cause che portano al ricovero degli animali. Tra le principali: interferenze con le attività di pesca, reti fantasma in cui rimangono imprigionate, ami di palamiti nella cavità boccale o nel tratto digerente, reti a strascico e da posta, ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili; impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo, a volte letali; patologie debilitanti che provocano lo spiaggiamento dell’animale; sversamenti o presenza di petrolio.