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22 Maggio 2025
8:07

Tartaruga in fin di vita salvata a Genova: aveva mangiato plastica

Una tartaruga Caretta caretta è stata soccorsa nel pomeriggio di sabato 17 maggio a circa un miglio al largo dal litorale di Genova. Al diportista che l’ha avvistata è parso che avesse difficoltà a immergersi e che stesse in posizione verticale.

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Una tartaruga è stata salvata al largo di Genova. È stata soccorsa nel pomeriggio di sabato 17 maggio a circa un miglio al largo dal litorale. Ad avvistarla è stato un diportista che aveva notato difficoltà a immergersi e nuoto in posizione verticale.

Una volta trasferita all’Acquario di Genova, i veterinari hanno scoperto che aveva ingerito della plastica.

Il salvataggio della tartaruga a Genova

Sabato 17 maggio una tartaruga Caretta caretta è stata notata da un diportista e successivamente recuperata al largo del litorale genovese. L’animale è stato poi trasferito all’Acquario di Genova, sotto il coordinamento di Capitaneria di Porto, ed è stato preso in cura dallo staff medico-scientifico della struttura genovese che l’ha visitata e avviato tutti i controlli del caso.

Si tratta di un esemplare di 43,5cm di lunghezza e 42 cm di larghezza e del peso 11,7 kg. Dai controlli ecografici non risultano corpi estranei. All’animale, in apparenti buone condizioni di salute, sono stati effettuati gli esami del sangue e dei tamponi di cui si attendono gli esiti per accertarne lo stato effettivo. In questi giorni di degenza però ha espulso con le feci della plastica che evidentemente aveva ingerito.

La plastica è estremamente dannosa per ogni essere vivente, compresi gli animali marini come tartarughe e cetacei. Si accumula nei tessuti e se ingerita può impedire all'animale di nutrirsi correttamente, causando la morte per inedia. Nel caso delle tartarughe, spesso i sacchetti di plastica vengono scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili.

L'appello dell'Acquario: "Segnalate a esperti, non intervenite da soli"

L’Acquario di Genova interviene sulle tartarughe marine in difficoltà dal 1994, e dal 2009 è referente istituzionale per la Regione Liguria per il recupero delle Caretta caretta. Nel 2017 è stato riconosciuto ufficialmente come centro di recupero e lunga degenza delle tartarughe marine dal Ministero della transizione ecologica.

Diverse sono le cause che portano al ricovero degli animali nella struttura. Tra le principali però è sempre coinvolto l'essere umano: interferenze con le attività di pesca, reti fantasma in cui rimangono imprigionate, ami di palamiti nella cavità boccale o nel tratto digerente, reti a strascico e da posta, ingestione di corpi estranei; impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo, a volte letali; patologie debilitanti che provocano lo spiaggiamento dell’animale; sversamenti o presenza di petrolio.

"Nessuno è autorizzato a recuperare di propria iniziative le tartarughe (anche se a fin di bene) prima di avere il nulla osta dalla Guardia Costiera – ricordano dall'Acquario – la cattura delle tartarughe è vietata dalla legge, in quanto specie protetta dalla Convenzione CITES".

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