UN PROGETTO DI
17 Luglio 2025
11:21

Perché le blatte ci fanno così tanto impressione? La psicologa: “Fattori di tipo psicologico, culturale e biologici”

Perché questi animali ci provocano un senso di disgusto? A livello psicologico cosa accade alla vista delle blatte? Ecco i motivi per cui l’essere umano è “predisposto” allo sviluppo di alcune fobie che possono avere un carattere adattivo.

Intervista a Dott.ssa Giorgia Inferrera
Psicologa
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Potremmo definirla come "l'estate delle blatte" in Italia: da Roma a Napoli continuano a spuntare dai tombini o a "volare" in giro per le città e a spaventare le persone. Sì, abbiamo – chi più chi meno – una certa idiosincrasia nei confronti di questi insetti che chiamiamo anche scarafaggi, sebbene questi ultimi siano una specie differente (Blattella orientalis) da quella che è la protagonista della cronaca negli ultimi tempi, la Blattodea germanica, ovvero la comune blatta marrone e l'altra che è comparsa in massa relativamente da poco, la Periplaneta americana, e che sta infestando diversi quartieri romani.

Ma perché, appunto, questi animali ci fanno così impressione? Quale aspetto della nostra psiche si "smuove" e provoca un vero e proprio senso di disgusto solo alla vista degli insetti? Lo abbiamo chiesto alla psicologa Giorgia Inferrera.

Dottoressa, da cosa deriva il disgusto che gli esseri umani provano per questo tipo di insetti?

Il disgusto nei confronti delle blatte deriva da fattori di tipo psicologico, culturale e biologici.
L’essere umano è “predisposto” allo sviluppo di alcune fobie, in quanto esse possono avere un carattere adattivo. Nel caso delle blatte, in realtà, credo si possa parlare più di disgusto appunto che di paura vera e propria (o, al massimo, di entrambe le emozioni). La paura, infatti, si attiva in presenza di un pericolo immediato, mentre il disgusto si manifesta quando vi è il rischio di contrarre una malattia o di entrare in contatto con qualcosa di contaminante.

C'è un collegamento anche con l'idea che portino malattie?

Sì, le blatte possono rappresentare un vettore meccanico di malattie e in questo senso la tendenza a tenerle lontane potrebbe non essere del tutto irrazionale. Inoltre, quando vengono schiacciate rilasciano un odore sgradevole, simile all’urina umana (dovuto alla presenza di acido urico all’interno del loro corpo). Tale sostanza viene spesso evitata per ovvi motivi igienici. Le blatte sono notoriamente associate a discariche, fogne e angoli nascosti della città. Ci ricordano lo sporco e “non conosciuto” che vorremmo tenere lontano e che invece ritroviamo nelle nostre case. Se ci pensiamo spesso cerchiamo di tenere separati ciò che è pulito e dentro a ciò che è sporco e fuori e la blatta, in un certo senso, sovverte questo ordine. Questo accade molto meno frequentemente con altri tipi di animali che riteniamo disgustosi come ragni o serpenti.

Lei ha fatto riferimento proprio a qualcosa di atavico che fa parte del nostro retaggio culturale, giusto?

Esattamente: l’educazione che riceviamo ha il suo peso, basta pensare che i bambini non di rado giocano con insetti (e in alcune culture vengono addirittura mangiati). Non escludo la possibilità di una sorta di “predisposizione genetica”, ma sicuramente la cultura gioca un ruolo centrale.
Le blatte sono inoltre animali difficili da controllare: si muovono rapidamente e in modo imprevedibile, generando ulteriore disagio. Per alcune persone può risultare particolarmente spiacevole che una blatta salga improvvisamente su un piede o entri in contatto con il corpo. Ciò è disturbante non solo a livello pratico, ma anche simbolico: rappresenta un’invasione dei propri spazi.  La fobia o il disgusto verso questo animale, inoltre, possono essere trasmessi anche per apprendimento osservativo — ad esempio assistendo alla reazione di un genitore o di un amico — oppure veicolati dalle sue rappresentazioni nei film e nelle narrazioni, dove gli scarafaggi compaiono spesso come creature infestanti e ripugnanti. Queste immagini contribuiscono a rafforzare determinate credenze, alimentando la reazione di rigetto.

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