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29 Aprile 2025
12:47

Perché il cane è terrorizzato dai tragitti in macchina: come aiutarlo a viaggiare senza paura

I cani manifestano chiaramente quando sono in una condizione di disagio che può essere dovuta sia a un problema fisico, il mal d'auto che anche noi proviamo, che al dover affrontare un'esperienza per la prima volta o che hanno vissuto marcandola nella memoria come negativa. Il primo passo per aiutare Fido a vivere il viaggio in macchina come qualcosa di positivo è avere noi un assetto di calma e dedicare tempo all'abituarlo a un oggetto grande e rumoroso che incute in alcuni paura o ansia.

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Un oggetto grande e grosso con quattro ruote e che si muove. Proviamo a vedere l'auto così, facendo anche un altro sforzo: immaginiamo che non ne abbiamo mai incontrata una e non abbiamo alcuna memoria di quando eravamo piccoli e siamo stati abituati dai nostri genitori a viaggiare a bordo di qualcosa che ci porta da un posto all'altro mentre noi siamo seduti. Ecco, questo è ciò che prova un cane quando deve salire in macchina e la reazione dipenderà da diversi fattori che dipendono dalle emozioni che prova, dalle esperienze che ha vissuto precedentemente, da come lo aiuteremo a superare l'eventuale paura di affrontare qualcosa di nuovo e anche dallo stato di salute: il mal di macchina non è qualcosa che riguarda solo gli esseri umani, del resto.

Perché alcuni cani hanno paura dell'auto?

Sgombriamo subito il campo da equivoci o errori di interpretazione dovuti al vivere un determinato evento in modo antropocentrico: se un cane non vuole salire in macchina non sta facendo capricci né dispetti. Fido ci sta manifestando che qualcosa non va dal suo punto di vista e che quell'esperienza gli provoca malessere. Indagare le cause del disagio è il primo passo per comprendere poi come e se intervenire sul solco però sempre di tenere a mente che il suo benessere è da preservare e che non tutti i cani riescono a superare questo disagio. Sicuramente è importante che il nostro compagno a quattro zampe arrivi a tollerare l'automobile almeno per brevi tragitti, se non altro perché potrebbero nascere situazioni in cui è assolutamente necessario caricarlo in macchina. Ma bisogna sempre ricordarsi che – al di là di consigli generici – l'individualità di ogni cane è impossibile da valutare se non si conosce la sua storia e dunque quelle che poi seguiranno sono ipotesi da calare poi sul caso specifico e guidati da un educatore o istruttore cinofilo che vi aiuti concretamente.

Partiamo comunque da un disagio dovuto a un problema fisico che sottende poi la reazione emotiva anticipatoria di non voler salire in macchina. Come ha scritto l'istruttrice cinofila Martina Campanile su Kodami: "Un cane può soffrire di ‘mal d’auto' come noi umani e di certo non ha motivo per ripetere un’esperienza che gli causa un malessere fisico.Questa ipotesi non è difficile da riscontrare: il tuo cane, a causa del senso di nausea, potrebbe infatti vomitare durante il tragitto. Si tratta di cinetosi, ovvero un disturbo che oltre alla nausea può provocare anche spasmi, scialorrea e portare a uno stato di confusione. È chiaro, dunque, che il cane non avrà motivo per sperimentare di nuovo una situazione di dolore e che si rifiuterà di ritrovarsi nella stessa situazione".

Andiamo ora dunque a toccare l'ambito delle emozioni: del resto il disagio fisico comporta una reazione emotiva e alla base possiamo incasellare il comportamento in un'emozione primaria, la paura. Del resto avere paura è una risposta naturale e adattativa, la giusta reazione che anche noi umani proviamo quando percepiamo un pericolo e ciò che facciamo, infatti, per superare il ‘terrore' se vogliamo stare bene è analizzare il motivo per cui lo proviamo. La stessa cosa vale per un cane ed è su questo che dobbiamo supportare il nostro: capire perché è impaurito dalla macchina una volta escluso che vi sia un disagio fisico di base.

Ciò che accade è che Fido vede quell'enorme oggetto come minaccioso o come qualcosa che gli provoca un forte stress. E' una reazione che di solito è diffusa per i cuccioli – che non hanno chiaramente un bagaglio esperenziale – ma che può essere manifestato anche da cani adulti che precedentemente non sono mai entrati in contatto con un'automobile.

Alle origini del comportamento, dunque, a seconda del soggetto possiamo identificare tanto l'avere tanto mai vissuto prima questa esperienza oppure averlo fatto e aver ‘portato a casa' un'esperienza negativa. Esempi? Immaginiamo un cane libero che è stato accalappiato e caricato malamente su un veicolo o anche un cane di famiglia che ha associato l'auto alla visita dal veterinario e non ha fatto altre cose positive legate al salire a bordo. Il rifiuto è la più logica delle risposte e può bastare anche solo una volta aver vissuto male quell'esperienza perché il cane la marchi negativamente.

La paura può dipendere poi da una percezione del tutto soggettiva a prescindere dal motivo per cui vogliamo che il nostro cane salga in macchina, pure se abbiamo ottime intenzioni come portarlo a fare una bella gita fuori città: il rumore del motore, l'odore degli interni o del carburante, il tragitto che magari ha curve e deviazioni che lo infastidiscono e così via. Sono tutti stimoli che possono essere vissuti come disagianti e frustranti, a seconda della sensibilità del singolo individuo, nel chiuso di un ‘luogo' da cui la fuga non è possibile.

Cosa fare se il cane non ama viaggiare in macchina

La prima cosa su cui puntare se il cane non vuole salire in macchina è il nostro stato emotivo. Ebbene sì, come ci sentiamo noi i cani lo percepiscono chiaramente e assorbono le nostre emozioni. Non è un dato empirico, è la scienza che lo ha accertato con diversi studi e l'osmosi emozionale, ovvero il contagio emotivo tra cane e uomo, è una realtà fatta di sentimenti e relazione che trova fondamento nelle ricerche di etologi, psicologi e altri esperti del comportamento umano e animale che hanno dato valore alla relazione più antica del mondo tra due specie che si sono co evolute.

Il primo passo dunque è calmare se stessi e poi infondere sicurezza e trasmettere fiducia a Fido. La paura come la rabbia sono contagiose e innervosirsi o costringerlo a salire avrà un effetto deleterio e peggiorativo.

Altra cosa molto importante da mettere in conto se vivete con un cane che ha paura della macchina: ci vuole tempo e pazienza per ottenere risultati. La buona notizia è che i cani sono pieni di risorse e anche quelli che sembrano ‘irrecuperabili' da questo punto di vista (e non solo, a dirla tutta) poi possono trasformarsi in esempi virtuosi di quanto la relazione sia stata funzionale per far sì che Fido cambi completamente la percezione che ha dell'automobile e si goda a pieno il ‘passaggio'.

Affrontare per piccoli step il percorso di abituazione è dunque ciò che va fatto perché da fonte di stress la macchina diventi un ‘luogo neutro' che serve per ottenere qualcosa di bello e, se fatto con la giusta misura, potrebbe anche diventare un momento che gli infonde benessere lì dove era il ‘male assoluto'.

In cinofilia spesso si usa il termine ‘desensibilizzazione‘, ovvero far diventare gli stimoli che causano disagio qualcosa di normale nella percezione del cane e il modo migliore per farlo è far sì che Fido li affronti non tutti insieme. Ad esempio un avvicinamento lento alla macchina, mostrandogli prima che salite voi nel vano posteriore (passeggeri consigliamo in prima istanza e non subito portabagagli) è una modalità indicata perché il cane comprenda che non vi è nulla di pericoloso. Siete una guida per lui: vedere ciò che fate è un modo chiaro per fargli capire che quel ‘posto' è sicuro. Accendere il motore è un'altra cosa che può essere fatta quando il cane è già all'interno dell'auto e ha dimostrato un assetto non agitato e va fatto all'inizio anche per pochi secondi, aumentando poi il tempo prima di arrivare a mettersi in moto.

Riassumendo: iniziate aprendo gli sportelli, vi avvicinate con calma e e salite a bordo, meglio ancora se gli mostrate che si può entrare da tutte le portiere e facendogli pure vedere chiaramente poi dove vi posizionerete voi, alla guida ad esempio. Questa fase qui è tutta a motore spento perché la parola d'ordine, come abbiamo detto, è ‘fare ogni passo con calma‘. Ciò gli  consentirà, proprio per il rapporto di fiducia che ha con voi, di fare ciò che i cani mettono in atto quando ragionano: usare il naso e prendere informazioni mettendo in atto la parte cognitiva e interpretando il contesto senza più farsi dominare dall'emozione negativa.

Altra cosa che è utile allo scopo è rendere l'ambiente più familiare e accogliente. Ad esempio portare un indumento che mantiene il proprio odore può aiutare Fido a rilassarsi (a proposito dell'importanza dell'olfatto nei cani) o un suo giochino o, ancora, la coperta su cui riposa o una ‘nuova' che rappresenta per lui un invito a rilassarsi. In commercio ci sono anche diffusori di feromoni che vengono utilizzati anche nei casi di ansia da separazione in casa.

E utilizzare un trasportino? Abituare un cane a un kennel è un ‘lavoro' da fare prima fuori dall'abitacolo e poi all'interno. Un cane che prova sollievo a stare in una ‘cuccia' portatile sicuramente può trovare beneficio a ritrovarla anche nel veicolo ma, appunto, deve esserne già avvezzo.

In tutto questo elenco di idee e consigli che, ripetiamo, vanno valutati di caso in caso e per cui vi consigliamo comunque di rivolgervi a un esperto del settore cinofilo con approccio cognitivo zooantropologico, c'è qualcosa che non dovete mai dimenticarvi di fare: osservare il vostro cane. I cani manifestano il loro stato emotivo attraverso posture e mimiche facciali. Importante è saper riconoscere quelli che vengono chiamati i ‘segnali di stress' come leccarsi il naso, girare lo sguardo, sbadigliare e altri ancora: sono messaggi che Fido dà per comunicare che non si sentono a loro agio, vederli aiuta a comprendere davvero come si sente in quel momento e a gestire la durata dell'esposizione allo stimolo.

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