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11 Luglio 2025
16:58

Pepper, il gatto “virologo”: ha aiutato il suo umano a scoprire un virus raro, di nuovo

Pepper, un gatto nero che vive con il suo umano in Florida, ha portato a casa un toporagno infetto da un nuovo ceppo di orthoreovirus. Il suo umano è infatti un ricercatore e non è la prima volta che il micio lo aiuta nel campo della virologia.

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Il gatto Pepper ha permesso al suo umano di effettuare due importi scoperte nel campo della virologia. Foto di John Lednicky.

Lo sappiamo, i gatti amano portare topi e altri "regali" a casa e spesso creano non pochi problemi alla piccola fauna selvatica. Alcuni, però, sembrano avere un talento particolare per la virologia. È il caso di Pepper, un gatto nero che vive a Gainesville, in Florida, che per la seconda volta ha contribuito – del tutto involontariamente – a un'importante scoperta scientifica. Grazie a una delle sue prede, i ricercatori hanno infatti identificato un nuovo virus mai visto prima.

Tutto è cominciato quando Pepper, durante una delle sue esplorazioni all'aperto, ha purtroppo portato a casa un piccolo mammifero morto: un esemplare di Blarina peninsulae, una specie di toporagno poco conosciuta che vive in alcune aree umide del sud degli Stati Uniti. Il suo umano, però, non è una persona qualunque: si chiama John Lednicky ed è un virologo dell'Università della Florida. Dopo essersi dispiaciuto per la morte del piccolo toporagno, l'ha conservato e lo ha portato in laboratorio.

Un nuovo virus mai visto prima

Le analisi condotte dallo scienziato e dai suoi colleghi hanno poi svelato che all'interno del toporagno c'era un virus del tutto sconosciuto, appartenente al genere Orthoreovirus. Si tratta di virus poco studiati che possono infettare uccelli e mammiferi, esseri umani compresi. Sono noti per trasmettersi attraverso le feci o la saliva e, sebbene inizialmente fossero considerati innocui, negli ultimi anni sono stati collegati a casi rari, ma gravi, come encefaliti, meningiti e gastroenteriti.

Il nuovo ceppo è stato battezzato Gainesville shrew mammalian orthoreovirus type 3 strain UF-1 e secondo Lednicky la sua scoperta non deve sorprendere: "I virus mutano e si combinano continuamente. Basta cercare, e li si trova". E in effetti, uno dei modi più comuni in cui emergono nuovi ceppi virali è attraverso la ricombinazione genetica: due virus che infettano la stessa cellula e si scambiano parti del loro genoma creando nuove specie e varianti.

La prima "scoperta" di Pepper

La scoperta, pubblicata sulla rivista Microbiology Resource Announcements, ha un valore che va naturalmente oltre la semplice curiosità scientifica e "felina". Secondo Lednicky, è fondamentale prestare maggiore attenzione ai virus del genere Orthoreovirus, imparare a riconoscerli rapidamente e studiarne la diffusione. Non si tratta solo di ampliare il catalogo dei virus noti, ma anche di monitorare possibili agenti patogeni emergenti.

Come detto, non è però la prima volta che Pepper entra nella storia della virologia. L'anno scorso era già stato protagonista di una scoperta simile, portando a casa un topolino appartenente alla specie Peromyscus gossypinus infetto da un jeilongvirus, il primo mai rilevato negli Stati Uniti. Pepper, insomma, sembra avere un fiuto speciale per i virus. E anche se lui, da bravo felino, non se ne rende conto, le sue "offerte" stanno aiutando gli scienziati a capire meglio il mondo invisibile dei patogeni.

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