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18 Aprile 2025
14:01

L’inaspettata passione dei gorilla per il tartufo: abbiamo sempre interpretato male questo comportamento

Un nuovo studio svela che i gorilla che scavano nel terreno non cercano insetti, come abbiamo sempre pensato, ma tartufi. La scoperta è merito della fusione tra un attento studio etologico e le conoscenze tradizionali delle comunità semi-nomadi che da sempre vivono ed esplorano le foreste del Congo.

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Due gorilla mentre scavano alla ricerca di tartufi nel Parco Nazionale di Nouabalé–Ndoki, in Congo. Foto di Guilhem Duvot/WCS

Abbiamo sempre pensato che i gorilla scavassero nel terreno alla ricerca di formiche e altri insetti. Gli etologi hanno sempre interpretato così questo gesto, ma la realtà – come accade spesso quando si guarda più da vicino un comportamento animale – è sempre più complessa e, in questo caso, sorprendente: stavano cercando tartufi. I gorilla del Parco Nazionale di Nouabalé-Ndoki, in Congo, grattano il terreno non per raccogliere larve o formiche, ma per scovare una particolare e pregiata specie di tartufo: Elaphomyces labyrinthinus, un parente dei ben più noti tartufi che finiscono sulle nostre tavole.

A svelarlo sono i risultati di uno studio recentemente pubblicato in un numero speciale della rivista Primates, frutto di un lavoro durato oltre dieci anni e guidato da Gaston Abea, un uomo che incarna alla perfezione la fusione tra conoscenze locali tradizionali e metodo scientifico. Abea è infatti il primo ricercatore nativo della regione del Ndoki a firmare come primo autore un articolo scientifico peer-reviewed. Un risultato storico, che rappresenta anche un cambio di paradigma necessario (e probabilmente in ritardo sui tempi), su come si fa ricerca e soprattutto su chi può essere considerato un vero esperto di natura e biodiversità.

I gorilla golosi di tartufi tra cibo, cultura e identità

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Non tutti i gorilla apprezzano e cercano tartufi, un’abitudine probabilmente legata anche al contesto sociale e al gruppo di appartenenza. Foto da Wikimedia Commons

I protagonisti di questo studio sono un particolare gruppo di gorilla di pianura occidentale (Gorilla gorilla gorilla), la sottospecie più piccola. L'interesse di questi primati per il tartufo non è però solo una curiosità alimentare. Lo studio suggerisce che questa abitudine abbia anche importanti implicazioni sociali: non tutti i gruppi di gorilla del parco mostrano questo comportamento e alcuni individui smettono o ricominciano a cercare tartufi quando cambiano gruppo. Questo è un dettaglio molto importante, che potrebbe raccontarci parecchio su come vengono trasmesse le conoscenze nella società dei gorilla e su quanto le tradizioni alimentari siano legate al contesto sociale e al gruppo di appartenenza.

E a scoprire tutto questo non è stato solo un attento studio etologico sul campo, ma anche merito del prezioso patrimonio di conoscenze locali tramandate oralmente. Abea, membro del comunità semi-nomade Ba'Aka o Aka, ha messo insieme una rigorosa osservazione scientifica con le conoscenze e le abilità tradizionali apprese fin da bambino. Grazie poi all'aiuto dei ricercatori delle stazioni di ricerca di Mondika e Goualougo, è riuscito a raccogliere e identificare i campioni dei tartufi tanto desiderati dai gorilla, gettando finalmente una nuova luce su questo comportamento che non avevamo mai davvero compreso fino in fondo.

Dall'etologia alla conservazione dei gorilla e delle culture locali

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La scoperta di questo comportamento e servita anche ad ampliare i confini del Parco e includere anche il gruppo di gorilla studiati. Foto da Wikimedia Commons

Le implicazioni di questa scoperta non sono solo teoriche o etologiche. Capire dove e come i gorilla cercano i tartufi ha contribuito anche a orientare le decisioni sulla gestione del territorio, portando all'inclusione della cosiddetta "zona del Triangolo di Djéké", dove si trova la stazione di ricerca di Mondika, all'interno dei confini del Parco Nazionale nel 2023. Un esempio concreto di come l'etologia, se valorizzata, può diventare anche un prezioso strumento di conservazione. "I nostri antenati cacciavano i gorilla. Ora li proteggiamo. E spero che altri Ba'Aka possano fare lo stesso", ha dichiarato Abea in un comunicato.

Il lavoro di Abea è stato affiancato da quello di David Morgan, partner di Wildlife Conservation Society (WCS) e ricercatore del Lincoln Park Zoo, e da Sydney Ndolo, botanico e secondo autore dello studio. Ed è proprio Ndolo a sottolineare un punto fondamentale: "Le culture locali sopravviveranno solo se saranno valorizzate. E la ricerca è un mezzo importante per farlo". i gorilla che vanno matti per i tartufi, ci dimostrano quando ancora poco sappiamo sul comportamento e le abitudini di certi animali. Il nostro pianeta è ancora pieno di gesti da decifrare, saperi da ascoltare e conoscenze da tutelare. E il mondo migliore per farlo, è partire dalle persone che da sempre vivono e conoscono questi territori e i loro abitanti.

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