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23 Luglio 2025
13:26

Le storie più curiose dietro i nomi delle razze dei cani: perché Dalmata e Jack Russell si chiamano così

Alcuni nomi sono molto noti, altri come Azawakh e Xoloitzcuintle meno. Ma perché si chiamano così alcune razze di cani? Ecco cinque esempi che raccontano la storia di queste tipologie di migliori amici dell'uomo.

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Da sempre al nostro fianco, i cani hanno preso da noi molte abitudini e anche attitudini del comportamento. Ma la "longa manu" dell'uomo è andata ben oltre l'insegnare competenze specifiche ai cani o, meglio, tirarle fuori attraverso quella propensione ancestrale di questo meraviglioso compagno di vita a collaborare con noi, operando con la selezione che spesso e ancora oggi ha portato anche ad estremizzare caratteristiche morfologiche a fronte di far nascere animali con gravi patologie.

Nulla di strano, dunque, se ai cani di determinate razze i loro "creatori" hanno dato nomi che per noi sono diventati comuni, ovvero li attribuiamo facilmente a determinate tipologie, ma che sono stati scelti come per imprimere un "marchio di fabbrica" da chi appunto ha generato poi una determinata razza.

Pensiamo ad esempio al Jack Russell. Ecco, se ci pensate bene subito vi verrà in mente che si tratta di un vero e proprio nome e cognome. E così è, fu infatti il reverendo John (detto Jack) Russell, che volle creare un cane piccolo, tenace e agile che potesse intrufolarsi nelle tane durante la caccia alla volpe intorno al 1800. Storia simile riguarda anche i Doberman che altro non è che il cognome del primo selezionatore della razza, Friedrich Louis Dobermann.

Ma il nome scelto è anche frutto di altre valutazioni che spesso hanno a che fare con la provenienza del cane. Il Dalmata, ad esempio, è una razza molto antica tanto che i primi dipinti che ne ritraggono uno risalgono addirittura al XVI secolo. Immagini raffiguranti cani di questa razza si possono trovare anche all’interno di alcune chiese dell’omonima penisola della Dalmazia, e più precisamente a Zaostrog, nell’odierna Croazia.

Di storie da raccontare dietro ogni razza ce ne sono davvero tante, più di quanti sono poi i "lignaggi" riconosciuti in Italia dall'Enci e considerando che in ogni parte del mondo ci sono tipologie tipiche dei luoghi in cui gli animali nascono e vivono. A seguire, quindi, abbiamo scelto solo alcuni esempi tra i più intriganti nella lunga storia della cinotecnica e della cinofilia, ovvero andando a comprendere come e quanto gli esseri umani hanno cambiato la storia evolutiva di quelli che continuiamo a definire "i nostri migliori amici".

Jack Russell Terrier

E' un nome perfetto per il protagonista di un film o di un libro, non è vero? Sembra fatto anche apposta per quel cane che intenerisce e fa simpatia a moltissime persone ma che in realtà ha un carattere da duro ed è una vera testa dura, soprattutto. Il piccolo stanatore, infatti, merita una presentazione come si deve perché la sua stazza spesso viene fraintesa mentre il suo coraggio è davvero da avventura epica, tanto che convivere con un Jack non è da tutti sebbene li vediamo spessissimo nelle nostre città proprio perché presi con poca consapevolezza rispetto alle loro motivazioni.

Chi sapeva esattamente cosa voleva, invece, è stato il loro "creatore" a cui, appunto, si deve il nome di questa razza di cani. Il reverendo John Russell, detto "Jack", si impegnò moltissimo infatti per dare vita a una tipologia che doveva avere queste caratteristiche precise: piccoli, tenaci e così agili da riuscire a entrare nelle tane delle volpi e non mollare mai la presa fino a dover essere tirati fuori dalla coda. Per ottenere il risultato, che ricordiamo sono quei canetti che noi mediamente appelliamo come "carini e simpatici", il reverendo fece una serie di commistioni, partendo da quelli che un tempo erano chiamati "fox terrier" e poi facendo accoppiare diversi maschi con una cagnolina che per lui rappresentava la parte che ancora mancava alla "perfezione". Si trattava di Trump, la cagnetta del suo lattaio che così portò alla prima generazione della razza.

Dobermann

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La vita da esattore di tasse non è facile in nessun periodo storico ma sicuramente tra il 1850 e il 1870 lo era ancora di meno. Friedrich Louis Dobermann in Germania di mestiere faceva proprio questo: girava per le strade di Apolda, un borgo di Turingia, andando di casa in casa anche perché era pure un messo comunale e faceva anche l'accalappiacani. Messi insieme tutti i suoi lavori, quest'uomo che si definiva un amante della specie, sentì l'esigenza di dare vita a una nuova tipologia che avesse come caratteristiche quelle di cui lui aveva più bisogno: essere protetto da un cane che fosse perfetto per la guardia e la difesa, molto reattivo ma collaborativo e sveglio per essere veloce nell'azione.

Dobermann scelse come cane da cui partire non come molti potrebbero pensare un esemplare di grossa taglia ma invece predilesse il piccolo Pinscher che viene infatti considerato ancora oggi il "papà" dei Dobermann. Non si fermò a questa tipologia però ma incrociò altre razze come lo “Stoppelhopser” (antenato dell’attuale Pastore Tedesco), il Rottweiler, il Greyhound, il Beauceron, l’Alano blu e il Weimaraner.

Ci vollero diversi anni prima che la razza raggiunse il giusto equilibrio fisico e comportamentale (nel lungo processo di selezione intervennero altri allevatori), fino al 1898 quando venne riconosciuta, ben 4 anni dopo la morte del suo primo creatore ma prendendo appunto il suo nome.

Dalmata

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Mettiamo da parte "La carica dei 1o1" e andiamo a vedere le origini di questi cani che si perdono in tempi molto antichi e delle quali ci sono versioni diverse. Il motivo per cui si chiamano così, però, è legato al luogo in cui sono nati, ovvero la penisola della Dalmazia e in particolare la zona di Zaostrog che oggi appartiene alla Croazia. Ma come accennavamo, rappresentazioni di questi cani emergono già nel XVII Secolo e provengono da un'altra zona, tanto che alcuni pensano che l'origine della razza sia da identificare nel Mediterraneo orientale come riportano anche dei testi del vescovo Petar Bakic, risalenti al 1719, nelle quali veniva indicato il “Canis Dalmaticus”.

Come abbiamo raccontato su Kodami, un aneddoto che riguarda questa razza è legato ad una famosa marca di birra americana: la Budweiser. Fino ai primi anni del 900 infatti, questi cani controllavano le carrozze che trasportavano la birra, proteggendola dagli assalti che, talvolta, avvenivano da parte dei ragazzini del Bronx.

Xoloitzcuintle (Cane nudo messicano)

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Xoloitzcuintle

Partiamo dalla pronuncia: "Sho-lo-eets-quint-li". E sì, non è semplice ma potete anche chiamarlo solo Xolo (pronunciato "Cholo") e tutti sapranno, almeno in Messico, di chi state parlando. Ma qual è il significato del nome originale di quello che si chiama anche Cane nudo messicano? Dietro questo nome c'è una storia molto affascinante che ci porta dritti nel mondo dei morti nella cultura locale e in cui questo cane è lo spirito guida che accompagna le persone. Lo avrete forse scoperto vedendo "Coco", un bellissimo cartone animato in cui il co protagonista è in cane Dante che accompagna il piccolo Miguel nell'aldilà dove si trasforma in un "alebrije", ovvero spiriti colorati e saggi che appunto sono guide fedeli al fianco degli umani trapassati.

Come abbiamo scritto su Kodami, il nome deriva da due termini della lingua azteca Nahuatl, usata ancora oggi in alcune zone del Messico e del Nicaragua. Xolotl significa Dio, e più in particolare il Dio della morte, dei fulmini e dei lampi, mentre Itzcuintli significa semplicemente "cane".

I primi reperti archeologici che riguardano questa razza risalgono addirittura a 8.000 anni fa e sono stati individuati nei pressi di siti religiosi degli Aztechi, in Messico. Gli Xolo venivano sepolti accanto ai defunti e, secondo alcuni esperti, erano rispettati ancora più delle persone stesse.

Azawakh

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Azawakh

Un levriero che corre nella valle dell'Azawakh, da cui prende il nome. Anche in questo caso è la zona di appartenenza che ha portato alla nascita di questa tipologia di cani la cui storia è affascinante perché legata a popolazioni a noi lontane che hanno fatto dei cani i loro fedeli compagni di vita in territori aridi dove vivono i Touareg, i Dahoussahaq e i Peul, che si muovono costantemente nel deserto.

Azawakh  significa "terra del Nord" e proprio in questo angolo inospitale e arido del mondo ancora oggi questi cani che noi raramente vediamo nelle città italiane svolgono ancora il compito di guardiani e cacciatori e a cui viene (mediamente) riconosciuta la stessa libertà che è insita nel nome stesso dei Tuareg, noti del resto anche con il nome di "uomini liberi" per via dell'abitudine di muoversi costantemente.

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