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27 Maggio 2025
18:28

La protesta degli agricoltori contro i fenicotteri nelle risaie: “Clacson e abbaglianti per scacciarli”

Ogni anno migliaia di fenicotteri rosa migrano in Italia, ma nel Ferrarese gli agricoltori li considerano una minaccia: accusano gli uccelli di distruggererebbero fino all'80% del raccolto di riso e cercano di scacciarli con clacson e luci.

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Il fenicottero rosa (Phoenicopterus roseus), una delle specie più iconiche del cielo, è tornato a farsi vedere in Italia, dove però non è stato accolto nel migliore dei modi dagli agricoltori ferraresi. Come ogni anno, tra maggio e settembre migliaia di fenicotteri durante la migrazione dall'Africa scelgono di trascorrere nella Penisola la primavera e l’estate. Ma questa volta gli agricoltori li aspettano armati di clacson e luci lampeggianti, allo scopo di tenerli lontani dalle loro risaie.

Raggiunto da Fanpage.it, l'ornitologo Rosario Balestrieri spiega che "la situazione attuale non è una guerra tra uomini e uccelli, ma una sfida che richiede l'impegno congiunto di enti di ricerca, istituzioni, agricoltori e associazioni ambientaliste".

La denuncia dei risicoltori: perso l'80% del raccolto a causa dei fenicotteri

Secondo quanto dichiarato al Resto del Carlino, da Giampaolo Cenacchi, vicepresidente del Consorzio Riso del Delta del Po, a causa dell'arrivo massiccio dei fenicotteri è andato "perso l'80% del raccolto". Quando vedono uno stormo in sorvolo sulle preziose risaie, ecco che i risicoltori si armano di scacciacani e puntano gli abbaglianti in alto, con l'obiettivo di dissuadere i fenicotteri dal posarsi sui loro preziosi campi.

"Non dormiamo più, vegliamo. Facciamo le ronde la notte o la mattina presto, ci alziamo alle cinque e partiamo. L'obiettivo è quello di fare più rumore possibile, per farli decollare e andare via", ha spiegato Cenacchi.

Il mese di maggio è quello più delicato per le risaie, e l'arrivo di questi uccelli può distruggere il lavoro di un anno. I fenicotteri infatti vivono prevalentemente nelle zone umide, proprio come le risaie, luoghi in cui l'acqua salmastra si congiunge alla terra creando un ecosistema ricchissimo e sempre più raro. È qui che questi uccelli trovano i molluschi e i piccoli crostacei di cui si nutrono, e che danno al loro piumaggio l'inconfondibile colore rosa, ma nel tentativo di cercare cibo distruggono la risaia.

La Regione Emilia Romagna, consapevole del fenomeno ha messo a disposizione risorse per compensare le perdite, ma secondo Cenacchi non basta: "La Regione non può limitarsi a dare quei quattro soldi per i semi persi, è una devastazione. Il fenicottero, ultima goccia tra siccità e bombe d'acqua".

L'ornitologo: "L'uomo ha giocato un ruolo cruciale nell'espansione del fenicottero"

L'ornitologo della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Rosario Balestrieri, spiega che "il fenicottero rosa, una specie che soprattutto in passato era caratterizzata da movimenti migratori irregolari, un vero e proprio nomade, utilizzando pochi siti idonei per le sue vaste colonie, sta ora vivendo un momento di straordinaria espansione in Italia. Quello che era un visitatore occasionale è diventato una presenza costante e sempre più numerosa nel nostro paese".

Negli ultimi cinquant'anni, soprattutto nel bacino del Mediterraneo, l'intervento umano ha giocato un ruolo cruciale: "La gestione artificiale dell'acqua in luoghi come saline e valli da pesca, insieme a pratiche di conservazione mirate come la creazione di isolotti, e una generale diminuzione delle minacce, hanno permesso un aumento e una diffusione di questi magnifici uccelli senza precedenti nella storia. Un fattore importante di questo successo è la maggiore prevedibilità delle condizioni ambientali (presenza e livello d'acqua soprattutto) dei siti dove i fenicotteri possono riprodursi e sostare. Questo ha incoraggiato la specie ad adottare comportamenti più regolari, contribuendo alla stabilità e alla crescita delle colonie".

L"inizio della colonizzazione del fenicottero rosa è iniziata in Italia nel 1993 in Sardegna, per poi espandersi in Toscana, Puglia, e anche in Emilia-Romagna nel 2000, il Veneto nel 2008 e la Sicilia nel 2015. "Questo progressivo radicamento è un segno evidente del successo riproduttivo della specie nel nostro paese".

Si tratta di un'espansione globale, sottolinea Balestrieri: "Le dimensioni delle colonie riproduttive variano notevolmente, da poche decine di coppie, come le 12 registrate a Vendicari nel 2018, a migliaia, raggiungendo l'impressionante numero di oltre 26.000 coppie a Molentargius nel 2017. Questi numeri testimoniano il trend straordinariamente positivo che fino a qualche decennio fa sarebbe stato impensabile".

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