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8 Agosto 2025
12:05

Italia bocciata per la cura degli animali: cosa dice il nuovo Rapporto di Legambiente su Comuni e ASL

Il nuovo rapporto “Animali in Città” di Legambiente mostre tutte le carenze nei servizi per il benessere animale in Italia: meno di 4 Comuni su 10 raggiungono la sufficienza, con marcate disparità tra coste e aree interne, carenza di aree cani, pensioni, regolamenti e strutture veterinarie pubbliche.

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L'Italia si distingue nuovamente per la scarsa considerazione nei confronti della salute degli animali. Secondo l'ultimo rapporto nazionale “Animali in Città” di Legambiente sulle performance dei Comuni e delle ASL nella gestione degli animali nei centri urbani, l’Italia non tiene il passo per molti aspetti che riguardano il benessere degli animali e delle loro famiglie. Per quanto riguarda i servizi pet-care, meno di 4 Comuni su 10 raggiungono la sufficienza. Si registra anche una marcata disparità tra Comuni costieri e quelli interni, specie su accesso ad aree libere per cani, servizi di pensione per animali, e gestione del fine vita.

Il Rapporto è stato realizzato con il patrocinio di Anci, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Enci, Fnovi, Amvi e Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e presentato il 9 nell'ambito della 37° edizione del Festambiente, il festival nazionale del Cigno Verde dal 6 al 10 agosto a Rispescia, Grosseto.

I dati diffusi da Legambiente: aree cani presenti solo nel 10% dei Comuni interni

Nel 2024, su un campione di 734 amministrazioni comunali (appena il 9,3% dei Comuni italiani) che hanno risposto in modo completo al questionario di Legambiente, solo il 39,5% (meno di 4 Comuni su 10) ha ottenuto una performance almeno sufficiente nella gestione degli animali d’affezione. Di questi, 82 Comuni costieri (il 12,7% del totale in Italia) e 652 interni (il 9% del totale) che, pur condividendo ritardi strutturali, dimostrano andamenti divergenti, con differenze marcate nella qualità e disponibilità dei servizi offerti ai cittadini e ai loro animali.

La disomogeneità più evidente riguarda l’accesso ad aree libere per cani: presenti nel 36,2% dei Comuni costieri e appena nel 10,4% dei Comuni interni. Altra differenza si registra per i servizi di pensione per animali, disponibili nel 57,3% dei Comuni costieri e in appena il 21,9% di quelli dell’entroterra.

Nella gestione del fine vita degli animali d’affezione, invece, solo il 28% dei Comuni costieri e il 10% degli interni ha predisposto regolamenti per cremazione, tumulazione o inumazione, lasciando molte famiglie senza punti di riferimento in un momento delicato.

Altro tema sensibile sono botti e fuochi d’artificio, spesso fonte di stress per gli amici a quattro zampe: ad adottare regolamenti specifici per limitarne l’uso solo il 21,9% dei Comuni costieri e appena l’8,3% di quelli interni.

Ancora limitata, poi, la presenza di Sportelli Animali o di un Garante per i diritti degli animali (l’8,5% nei Comuni costieri e il 4,4% per quelli interni) e di un sostegno economico ai cittadini nella sterilizzazione degli animali (solo il 14,6% di quelle costiere e 4,7% di quelle interne). Poche le città in cui questa figura e presente, come Napoli e Roma.

Un grave ritardo dei Comuni costieri è costituito dall’adozione di un regolamento per la corretta fruizione delle spiagge da parte delle famiglie con animali d’affezione, presente solo nel 23,2% dei casi.

Alla luce dei dati raccolti, Legambiente è tornata a denunciare l'assenza di una sanità veterinaria pubblica di prossimità: su tutto il territorio nazionale, infatti, presenti solo due Ospedali Veterinari Pubblici, a Perugia e Napoli. Una conferma arriva dai dati: nel 2024, il 74,9% della spesa pubblica per il settore pet-care è stata a carico dei Comuni, mentre le ASL, che dovrebbero garantire i servizi sociosanitari essenziali per le famiglie in difficoltà, coprono solo il 25,1% del totale.

"Assumere oltre 6mila veterinari": le carenze della sanità veterinaria pubblica

"Il XIV Rapporto di Animali in città – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente – conferma che solo grazie a solide alleanze tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati è possibile garantire il benessere delle famiglie con animali d’affezione. Per questo chiediamo di promuovere ed agevolare la firma di 1.000 accordi o patti di comunità in tutto il Paese".

Il nodo più urgente, secondo Zampetti è la veterinaria pubblica: "È urgente rilanciare la sanità veterinaria pubblica di prossimità, obiettivo per cui chiediamo al Governo di realizzare un piano nazionale a supporto delle Regioni che consenta l’assunzione stabile di 6.000 veterinari e alle Regioni il raggiungimento complessivo di 1.000 strutture veterinarie pubbliche (850 tra canili sanitari e gattili sanitari e circa 150 ospedali veterinari pubblici), distribuite equamente sul territorio in rapporto alla popolazione servita. Inoltre, alle Amministrazioni comunali l'appello è di potenziare le aree verdi con libero accesso dedicate alle famiglie con cani, di valorizzare l’applicazione di regolamenti e ordinanze e rafforzare il senso civico grazie al supporto di 10.000 guardie ambientali e zoofile delle associazioni di volontariato, per migliorare concretamente la qualità della vita di cittadini e animali".

Dello stesso avviso anche Antonino Morabito, responsabile nazionale Cites e Benessere animale di Legambiente e curatore del rapporto: "Con il premio nazionale ‘Animali in Città' che Legambiente promuove ogni anno, vogliamo valorizzare l’impegno di Amministrazioni, ASL, associazioni e istituzioni che si distinguono per l’attenzione verso gli animali e mostrare i tanti casi positivi che dimostrano, concretamente, che anche in questo settore un’Italia al servizio dei cittadini e dei loro amici a quattro zampe esiste e lavora alacremente. Crediamo che questi esempi virtuosi possano rappresentare un modello e uno stimolo per rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato, migliorando i servizi dedicati ai cittadini e ai loro animali da compagnia, a beneficio dell’intera collettività. Con lo stesso scopo, un’iniziativa e un impegno a cui teniamo particolarmente è la nascita della Rete nazionale dei Garanti per i Diritti degli Animali, figure nominate da Regioni e Comuni che svolgono un ruolo delicato quanto fondamentale. La messa in rete di queste esperienze è oggi un aiuto concreto all’avanzamento del Paese. Per questo motivo, da Rispescia, Legambiente lancia il prossimo appuntamento della Rete nazionale dei Garanti per i diritti degli animali che si terrà in autunno a Roma".

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