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13 Giugno 2025
13:08

Israele usa cani militari come arma contro i civili della Striscia di Gaza, e l’Europa ha un ruolo

L'esercito israeliano utilizza sistematicamente cani, soprattutto Pastori Belga Malinois, contro civili a Gaza e in Cisgiordania. Secondo un'inchiesta pubblicata sul Guardian molti di questi animali arrivano da Europa e Regno Unito, spesso senza tracciabilità né controlli.

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A disposizione dei militari dell'esercito israeliano ci sono anche cani usati come vere e proprie armi. Si tratta soprattutto di Pastori Belga Malinois, razza impiegata da sempre dalle Forze dell'Ordine per la ricerca di esplosivi, droga, e per l'antiterrorismo, ma quello che sta accedendo nella Striscia di Gaza, secondo quanto riportato dal Guardian, va ben oltre.

Qui i cani vengono impiegati sistematicamente in attacchi contro i civili, compresi bambini e persone con disabilità. I paesi europei hanno un ruolo centrale: sono loro a fornire i cani che poi entrano a far parte delle fila dell'Oketz, l'unità cinofila delle Idf.

Chi sono i cani usati dalle forze militari israeliane

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L'organizzazione Euro Med Human Rights Monitor ha documentato 146 casi di utilizzo di cani contro i civili da parte dell'esercito israeliano dall'ottobre 2023. Secondo gli attivisti, i cani sono usati prima e durante i raid a Gaza e Cisgiordania: gli animali vengono dotati di telecamere di sorveglianza posizionate sul dorso e poi usati per attaccare i civili senza la partecipazione diretta dei membri delle forze armate israeliane.

Tra i casi denunciati dagli attivisti, quello ai danni di una donna di 60 anni nella sua casa nel campo profughi di Jabalia, a Gaza, è diventato virale sui social ed è stato rilanciato dai media internazionali, tra i quali Al Jazeera. L'episodio risale al maggio 2024 quando un cane dell'esercito israeliano ha attaccato la donna procurandole numerose ferite. Nella sua testimonianza al team di Euro-Med Monitor la donna di nome Dawlat al-Tanani, ha raccontato:

Dormivo in casa, mi ero rifiutato di uscire nonostante l'invasione di Jabalia da parte dell'esercito israeliano. Mi sono svegliato al rumore delle forze israeliane che entravano in casa mia dopo aver fatto un buco nel muro. Nel giro di pochi istanti, un cane con una telecamera sulla schiena mi ha aggredito, mordendomi la spalla e affondando i denti fino all'osso. Mi ha trascinato fuori mentre urlavo di dolore. I soldati hanno riso e non hanno fatto nulla per aiutarmi o curarmi. Solo quando uno dei miei parenti, che era in casa, ha spinto via il cane con il suo bastone, l'attacco è cessato. Sanguinavo copiosamente. Un mio parente è riuscito a chiudere la porta della stanza e ha urlato ai soldati chiedendo aiuto, ma lo hanno ignorato. Alla fine ha usato un velo per fermare l'emorragia. Il giorno dopo, sono stato portato all'ospedale Al-Yemen Al-Saeed, poi all'ospedale Kamal Adwan e infine all'ospedale Al-Awda. Ma a causa delle limitate risorse mediche, mi è stata data solo una stecca e soffro ancora per la ferita.

Tra le vittime raccontate c'è anche il piccolo Ibrahim Hashash, 3 anni. Secondo il Guardian, una mattina di febbraio del 2023 i militari israeliani sono entrati nella casa dove viveva con la sua famiglia e liberato un cane dalla museruola. L'animale si è lanciato contro di lui affondando i denti nella schiena mentre la madre lo teneva al petto. Il piccolo è sopravvissuto ma porta ancora i segni di quanto accaduto.

L'unità cinofila israeliana Oketz si è difesa dalle accuse sostenendo di impiegare cani solo nelle operazioni antiterrorismo, ma per le organizzazioni per i diritti umani che operano a Gaza e in Cisgiordania gli animali sono usati per i raid contro i civili, comprese le incursioni negli ospedali.

Questi cani però non nascono e spesso non vengono neanche addestrati sul suolo israeliano, ma sono il risultato di una rete esistente tra Israele, Regno Unito ed Europa.

Il ruolo dell'Europa nell'esportazione dei cani d'attacco dell'Idf

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Secondo l'indagine condotta dall'Arab Reporters for Investigative Journalism (ARIJ) e dal Guardian, esiste uno scambio costante tra Europa e Israele dove cani altamente specializzati arrivano per entrare tra le fila dell'esercito israeliano. E di molti di loro si perde ogni traccia.

In base alle normative vigenti in Unione Europea, questi cani non sono classificati come armi o beni ad uso strategico e di conseguenza non necessitano di documenti di esportazione, questo favorisce l'anonimato e consente di celare il loro impiego effettivo una volta giunti in Israele.

Secondo i documenti ottenuti dal think tank del Dutch Centre for Research on Multinational Corporations thinktank (Somo), l'Autorità olandese per la sicurezza alimentare e dei prodotti di consumo (NVWA) avrebbe rilasciato 110 certificati veterinari tra ottobre 2023 e febbraio 2025 per l'esportazione di cani in Israele da parte di aziende olandesi specializzate in cani militari e di polizia. Di questi certificati, 100 sono stati rilasciati alla società Four Winds K9, un centro di addestramento per cani poliziotto.

Anche l'azienda tedesca Diensthunde.eu ha confermato al giornale britannico di aver esportato cani di razza Pastore Belga Malinois  in Israele tra il 2020 e il 2024. L'azienda però nega che siano stati utilizzati per "scopi di protezione o offensivi", affermando che erano destinati esclusivamente al rilevamento di esplosivi e stupefacenti, e che l'azienda ha escluso qualsiasi addestramento o vendita di cani per scopi di protezione o offensivi, nel rispetto della legge tedesca.

L'inchiesta però ha scoperto che, dall'inizio della guerra a Gaza, aziende con sede in Germania e nei Paesi Bassi hanno inviato in Israele un gran numero di cani militari e poliziotto.

L'inglese Animal and Plant Health Agency ha confermato che 294 cani sono stati esportati dal Regno Unito in Israele come animali domestici tra febbraio 2022 e dicembre 2024, ma afferma di non averne traccia né la razza né lo scopo. Anche altri Paesi, come il Belgio e la Repubblica Ceca, che esportano cani in Israele affermano di non avere dettagli sulle razze inviate o se siano stati addestrati come animali militari.

Quello che secondo le organizzazioni per i diritti umani e i giornalisti starebbe avvenendo in Israele non è però una novità. Da sempre l'uomo utilizza gli animali in guerra, fin dai tempi dell'antica Roma.

Cani come arma di guerra: dall'antica Roma ai nazisti

I cani usati come armi durante i conflitti non sono una novità. Gli antichi romani facevano affidamento sui canis pugnax, antichi molossi che accompagnavano i legionari sul campo durante le spedizioni di guerra. I molossoidi sono cani caratterizzati da una struttura fisica possente: teste molto grandi e corpo muscoloso. Come ha spiegato l'istruttore cinofilo Luca Spennacchio su Kodami, le prime descrizioni di questi cani risalgono ai tempi degli Assiri, quando venivano utilizzati per la caccia al leone o all'asino selvatico, per proteggere i territori e custodire le greggi.

Oggi i canis pugnax rivivono in razze impiegate spesso per la difesa come il Cane Corso e il Mastino Napoletano.

Con il tempo però i militari hanno preferito un altro tipo di cane, meno possente e più agile, ma con una importante capacità offensiva. La selezione ha privilegiato inizialmente il Pastore Tedesco, nato ufficialmente nel 1899 al termine di un lungo processo di selezione da parte dell'ufficiale prussiano Max von Stephanitz. Qualche decennio dopo i militari nazisti integrarono a pieno titolo il Pastore Tedesco tra i ranghi. Lo stesso Adolf Hitler più volte manifestò il suo amore nei confronti di questa razza.

A partire dal Pastore Tedesco è poi stato selezionato il Pastore Belga con le sue quattro varietà: Groenendael, Laekenois, Tervueren e Malinois. Oggi i Pastori Belga Malinois, grazie alla loro straordinaria reattività e fedeltà all'uomo, sono tra i preferiti delle Forze armate di tutto il mondo, e piano piano stanno scalzando anche il predominio durato decenni dei Pastori Tedeschi.

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