
Nei giorni delle festività natalizie moltissime persone, in Italia e non solo, si preparano ad assistere al circo. Eppure negli ultimi decenni la sensibilità collettiva è profondamente mutata, tanto da indurre una riflessione collettiva, e soprattutto pubblica, relativa all'impiego di animali selvatici nell'industria dello spettacolo.
Molti Paesi, consapevoli dell'impossibilità di garantire condizioni di vita adeguate agli animali selvatici stanno mettendo al bando questa industria. Anche in Italia esiste una legge, ma dal 2022 è lettera morta: mancano ancora i decreti attuativi necessari per la sua entrata in vigore. E intanto i governi si alternano lasciando la situazione invariata.
I Paesi in cui il circo con animali è vietato
L’Europa è oggi l’area del mondo con il maggior numero di divieti e restrizioni sull’uso di animali nei circhi, seppur con modalità differenti. L'Austria è stata tra i primi Paesi a intervenire: già nel 2005 ha vietato l’impiego di animali selvatici grazie a una modifica alla legge federale sul benessere animale.
Il Belgio nel 2013 è intervenuto con un divieto attraverso una apposita riforma della normativa sul commercio e la detenzione degli animali. Anche i Paesi Bassi hanno adottato un provvedimento simile nel 2015, vietando l’uso di animali selvatici negli spettacoli circensi attraverso decreto governativo.
La Grecia, nel 2012, è stata il primo Paese europeo a vietare l’utilizzo di qualsiasi animale nei circhi, senza distinzione tra specie domestiche e selvatiche. Il divieto è contenuto nella legge nazionale sulla protezione degli animali ed è motivato dal riconoscimento del circo come contesto intrinsecamente inadatto alle esigenze etologiche di ogni specie.
La Danimarca ha vietato l’uso di animali selvatici nel 2018 con una decisione del Ministero dell’Ambiente e dell’Alimentazione. La Norvegia ha introdotto un divieto simile nel 2017, mentre la Finlandia ha da tempo una lista di specie non utilizzabili nei circhi, di fatto escludendo i principali animali selvatici.
In Irlanda, il divieto è entrato in vigore nel 2018 tramite il Wild Animals in Circuses Act, approvato dal Parlamento.
Nel Regno Unito il percorso è stato frammentato a causa delle competenze decentrate. La Scozia ha vietato i circhi con animali selvatici nel 2018, il Galles nel 2020 e l’Inghilterra nello stesso anno, ciascuno con una propria legge approvata dai rispettivi parlamenti o dal Parlamento britannico.
In Francia, infine, una legge del 2021 sulla lotta al maltrattamento animale ha previsto il divieto progressivo dell’uso di animali selvatici nei circhi, con una fase transitoria che porterà alla completa applicazione entro il 2028.
Il circo con animali è vietato in Italia? Cosa dice la legge delega del 2022
Anche in Italia esiste un divieto per il commercio e la detenzione di animali selvatici per gli spettacoli itineranti. E' contenuto nella legge delega n. 106 del 2022, che riforma il settore dello spettacolo dal vivo, e, tra i vari provvedimenti, stabilisce il graduale superamento dell’uso di animali nei circhi e negli spettacoli itineranti.
Approvata sotto l'allora ministro della Cultura Dario Franceschini, la legge è rimasta lettera morta passando per le mani di ben 3 diversi ministeri che hanno sempre posticipato l'approvazione dei decreti attuativi, necessari affinché la legge entri in vigore.
Nel caso italiano, i decreti attuativi avrebbero dovuto definire tempi, modalità e misure di sostegno economico per la riconversione delle attività circensi, tutelando sia i lavoratori sia gli animali coinvolti. L’assenza di questi decreti ha prodotto un vuoto operativo: il principio è scritto nella legge, ma non esistono ancora regole concrete che lo rendano efficace. Di fatto, i circhi continuano a operare secondo la normativa precedente.
Il dibattito sugli animali nel circo
A soffrire di più sono elefanti, grandi felini, e primati che in natura percorrono in natura grandi distanze, vivono in gruppi strutturati e trascorrono gran parte del tempo in attività di ricerca del cibo e interazione sociale. La vita circense, caratterizzata da spazi ristretti, continui spostamenti e addestramento basato sulla ripetizione, non consente di soddisfare queste esigenze etologiche.
Anche in assenza di violenza diretta, queste condizioni restano incompatibili con il benessere animale. A ciò si aggiunge una riflessione etica più ampia: utilizzare animali selvatici come strumenti di intrattenimento implica considerarli meri strumenti e non individui dotati di interessi propri. È su queste basi che molti Paesi hanno scelto il divieto, e che anche in Italia la discussione resta aperta.