
Una famiglia di cinque castori e una coppia di adulti sono stati liberati nelle acque della Riserva naturale nazionale di Glen Affric, nel cuore delle Highlands scozzesi. Le immagini, diffuse da Forestry and Land Scotland, Rewilding Europe, Beaver Trust e dall’associazione Trees for Life, mostrano i roditori scivolare lentamente in acqua, una scena che racconta un ritorno che da queste parti era atteso da quasi quattro secoli, ovvero quando il castoro scomparve completamente dalla Scozia.
Il castoro europeo (Castor fiber) era un tempo diffuso in tutta la Scozia e non solo, ma venne cacciato fino all'estinzione in buona parte dell'Europa nel XVI secolo, per via della sua pelliccia e per il castoreo, una sostanza odorosa prodotta da alcune ghiandole e usata in passato in medicina e in profumeria. Oggi è una specie fortunatamente protetta e simbolo del cosiddetto rewilding, ovvero il processo di "rinaturalizzazione" per riportare un ecosistema, o una parte di esso, a uno stato più naturale e "selvaggio".
La specie è infatti una di quelle più coinvolte nei progetti di reintroduzione e negli ultimi anni è tornata a popolare numerosi fiumi in Regno Unito e in Europa. La Scozia è stata tra le prime nazioni a promuoverne la reintroduzione della specie già nel 2009, con un progetto pilota a Knapdale, seguito negli anni da altre liberazioni e ritorni spontanei avvenuti in diverse zone umide. La liberazione a Glen Affric è solo l'ultima in ordine di tempo, risultato di un lungo lavoro di pianificazione avviato nel 2022 insieme ad associazioni ambientaliste, enti e comunità locali.
Il ritorno del castoro potrà ora portare benefici ecologici enormi (e in certi casi anche economici), come la creazione di nuove zone umide, il miglioramento della qualità delle acque e la riduzione del rischio di inondazioni. Il castoro è infatti considerato un "ingegnere ambientale" e costruendo dighe e canali modifica attivamente il paesaggio in modo da creare habitat e micro-habitat per tantissime altre specie, creando rifugi per uccelli, anfibi, insetti e piccoli mammiferi e contribuendo a rendere i corsi d'acqua più "naturali", stabili e ricchi di biodiversità.
Naturalmente, l'azione attiva del castoro sui corsi d'acqua e sulla vegetazione può talvolta causare anche conflitti e problemi, soprattutto nelle aree agricole, dove i roditori possono a volte danneggiare colture, argini e il percorso dell'acqua. Proprio per questo, ogni reintroduzione viene effettuata valutando attentamente le possibili conseguenze e seguendo protocolli di gestione rigorosi e condivisi da tutte le parti in causa, incluse le comunità locali.

Anche qui in Italia il castoro europeo è tornato anche un po' a sorpresa di recente, in modi diversi e in alcuni casi persino misteriosi. Dopo secoli di assenza, dal 2018 piccoli nuclei si sono spontaneamente insediati in Friuli-Venezia Giulia e in Alto Adige, arrivando probabilmente dalle vicine popolazioni austriache. Allo stesso tempo, i castori sono ricomparsi un po' dal nulla anche in centro Italia e diversi corsi d'acqua, soprattutto tra Toscana, Umbria e Lazio, molto probabilmente in seguito a liberazioni non autorizzate e ancora tutte da chiarire.
Quel che è certo è che la specie si sta trovando molto bene e sta lentamente crescendo ed espandendo il proprio areale. Il suo ritorno è ancora in fase di studio, in particolare da parte del gruppo di ricercatori che si fa chiamare Rivers with Beavers, ma rappresenta comunque un segnale positivo per la rinaturalizzazione dei nostri fiumi. Dalla Scozia all'Italia, passando per tanti altri paesi europei, i castori stanno tornando a costruire le proprie dighe. Cosa che fino a pochi anni fa era solo una ricordo, ma oggi è di nuovo parte dei nostri fiumi.