UN PROGETTO DI
28 Novembre 2025
12:46

Il CBD aiuta i cani anche dal punto di vista comportamentale: riduce l’aggressività. Lo studio

Uno studio su centinaia di migliaia di cani condotto negli Usa ha verificato che l'uso del CBD per la cura di alcune patologie nei cani è utile anche a far diminuire l'aggressività in alcuni soggetti.

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Da anni sia per uso umano che per i cani è utilizzato il CBD, ovvero la sostanza chimica presente nella pianta di cannabis che non ha effetti psicotropi per la cura di patologie che comportano dolore cronico, infiammazioni, nausea e altre forme di malessere legate anche all'aspetto psicologico come l'ansia.

Un nuovo studio in ambito etologico ha ora approfondito ulteriormente gli effetti benefici del CBD per i cani da un punto di vista strettamente comportamentale, scoprendo che l'uso prolungato ha effetti anche sulla diminuzione dell'aggressività nel corso del tempo.

Un team di ricercatori ha analizzato i dati di 47.355 cani raccolti dal Dog Aging Project, un progetto nato negli Stati Uniti che raccoglie una comunità di volontari e ricercatori impegnati ad aiutare animali e persone a vivere una vita più lunga e sana, attraverso la raccolta di informazioni ricavate dagli umani di riferimento e dai campioni biologici dei cani per studiare i processi di invecchiamento e scoprire come migliorare il benessere del "miglior amico dell'uomo" e le possibili ricadute anche per l'essere umano.

Chi sono i cani che assumono CBD in Usa e che benefici hanno

Nello studio sono stati considerati 47.355 cani, con informazioni raccolte tra il 2019 e il 2023.  Quasi uno su quattordici (7,3%) risulta essere stato trattato con CBD o altri integratori a base di canapa. Di questi, il 5,8% è stato sottoposto a somministrazioni quotidiane.

Il risultato di questa terapia è che in media questi cani hanno vissuto circa tre anni in più rispetto agli altri. Secondo i ricercatori "ciò suggerisce che il CBD potrebbe essere somministrato più comunemente ai cani anziani per gestire condizioni legate all'età come l'artrite o la demenza".  I cani che hanno ricevuto più cure a base di CBD, inoltre, sono i maschi (un aumento del 9% rispetto alle femmine) e l'uso della cannabis è stato più frequente nei paesi in cui la pianta è legalizzata. Nello studio infatti gli esperti precisano che hanno puntato l'attenzione proprio sul "modo in cui le decisioni umane relative alla somministrazione di CBD e prodotti a base di canapa sono influenzate dai dati demografici del proprietario e del cane, dallo status legale della cannabis terapeutica e dallo stato di salute del cane".

I risultati dello studio: cala l'aggressività ma non ci sono effetti su altri problemi comportamentali

Dalla ricerca emerge dunque un aspetto molto importante che riguarda gli effetti dell'uso del CBD sul comportamento aggressivo del cane. I ricercatori sono arrivati alla conclusione che soggetti che partivano da uno stato di aggressività superiore rispetto ad altri cani analizzati ma che non ricevevano cure a base di cannabis hanno avuto un miglioramento netto attraverso l'uso prolungato della terapia a base di CBD. Il livello di aggressività di questi cani è stato poi verificato essere al di sotto della media rispetto agli altri individui che non ne avevano fatto uso.

Ciò che è emerso, però, è che la canapa non è servita invece per aiutare cani affetti da stati d'ansia o particolarmente stressati da essere definiti "agitati". La veterinaria Julia Albright, co autrice dello studio, ha specificato al riguardo che "la maggior parte dell'aggressività canina è legata a stress o ansia latenti, ovvero a una risposta di lotta o fuga che si attiva. Non è chiaro perché solo l'aggressività e non altri tipi di comportamenti ansiosi o agitati sembrino essere migliorati con il trattamento a base di CBD".

Altra avvertenza da parte dei ricercatori all'interno dello studio è stato specificare che la loro ricerca non ha analizzato i motivi per cui l'uso del CBD è funzionale a quanto fino ad ora riportato ma che si sono appunto concentrati sui risultati a cui si arriva statisticamente in base ai dati analizzati dal Dog Aging Project.

Nemmeno ci sono informazioni relative al dosaggio, alla tipologia di integratore che ogni persona di riferimento ha usato per la cura del suo compagno canino o la posologia esatta per ogni singolo animale. Ultimo "allert" fondamentale evidenziato nello studio è che le valutazioni relative all'aggressività si basano sulle risposte delle persone di riferimento che, giocoforza, sono soggettive e potrebbero non corrispondere allo stato effettivo del comportamento del cane ma dalla parzialità di veduta del singolo partecipante.

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