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A Desenzano del Garda un'intera famiglia di cigni è stata trasferita d'urgenza in un'area più naturale e sicura. La decisione, presa da WWF e Polizia provinciale nei giorni scorsi, si è resa necessaria dopo che gli uccelli, abituati da tempo a vivere nel centro storico e a essere nutriti in buona fede dalle persone, mostravano gravi segni di malnutrizione e dipendenza dagli esseri umani. L'ENPA di Brescia ha criticato duramente questo episodio come l'ennesima prova di quanto i comportamenti superficiali nei confronti della fauna selvatica possano avere conseguenze drammatiche per gli animali. Anche quando l'intento è di aiutarli e prendersi cura di loro
Il pane "avvelena" i cigni e gli altri uccelli
Pane, cracker, biscotti o altri cibi umani non sono adatti ai cigni e ad altri uccelli acquatici, come le anatre. Sebbene vengano accettati ben volentieri dagli animali, si tratta in realtà di alimenti privi del giusto valore nutrizionale e difficili da digerire, che possono causare malattie, deformazioni e in alcuni casi persino la morte. Nel caso dei cigni di Desenzano, una dieta scorretta e ripetuta nel tempo li ha resi incapaci di alimentarsi da soli, fino a sviluppare uno stato di intossicazione e debilitazione molto grave.
"È incredibile che, nonostante i divieti e gli avvisi di veterinari e CRAS, ci sia ancora chi insiste a dar loro da mangiare", ha dichiarato l'ENPA in un comunicato. "Questo non è un gesto di amore, ma un comportamento irresponsabile che danneggia animali già messi alla prova dalla riduzione degli habitat". Il caso dei cigni del Garda è però solo uno dei tanti che ogni anno coinvolgono animali selvatici. Anatre, passeri, piccioni, ma anche volpi, ricci o altri selvatici pagano spesso a caro prezzo il troppo "amore".
Perché non bisogna dare da mangiare ai selvatici

Come infatti ha ribadito ancora una volta anche ENPA, dare da mangiare agli animali selvatici, anche quelli che vivono in città, non è quasi mai una scelta giusta ed è un errore che può avere conseguenze negative permanenti per gli animali, per diversi motivi. Innanzitutto, perché quasi sempre il nostro cibo spesso non è facilmente digeribile per la fauna selvatica. Pane, dolci o pasta causano carenze nutrizionali, problemi intestinali, alterazioni dello sviluppo e malattie, anche se apparentemente placano la loro fame.
Ma soprattutto, gli animali che imparano a ricevere cibo facilmente quasi sempre smettono di cercarlo da soli. Questo li rende più deboli, vulnerabili e incapaci di sopravvivere senza l'intervento umano e può anche alterare in maniera permanente il loro comportamento. Per esempio, alcuni uccelli smettono di migrare, altri si radunano in zone dove non ci sarebbe abbastanza risorsa naturale, con il rischio di sovraffollamento e diffusione di malattie, oppure si avvicinano pericolosamente a strade e abitazioni.
Un appello al rispetto della natura selvatica degli animali
La naturale diffidenza nei confronti degli esseri umani è infatti un meccanismo che quasi sempre può fare la differenza tra la vita e la morte. Se gli animali la perdono perché ormai abituati al contatto con le persone, diventano più esposti a incidenti stradali, predazioni o persino atti di crudeltà. Se poi si tratta di grossi animali come cervi, cinghiali, lupi o addirittura orsi, una volta diventati "confidenti" significa quasi sempre rischio di morsi o incidenti che finiscono con la cattura forzata o addirittura l'abbattimento degli animali coinvolti.
Per queste e altre ragioni, spiegano anche i volontari dell'ENPA, il rispetto della fauna passa anche dall'imparare a mantenere le distanze: osservare sì, ammirare anche, ma senza intervenire. I selvatici non sono domestici e non hanno (quasi) mai bisogno del nostro aiuto. Il trasferimento dei cigni di Desenzano si è concluso in questo caso senza conseguenze peggiori grazie all'intervento congiunto di WWF e Polizia provinciale. Ma l'episodio resta l'ennesimo campanello d'allarme.