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Gatti annegati, folgorati e lasciati morire di fame. Esiste una rete internazionale di persone che torturano e uccidono gatti nei modi più diversi per poi postare i video delle sevizie in chat e gruppi online. È il mondo sommerso della violenza sugli animali svelato in tutta la sua brutalità a seguito da una inchiesta della Bbc condotta con il supporto della rete di tutela animale Feline Guardians.
Tutto è venuto alla luce a seguito di un episodio purtroppo sempre più comune: due adolescenti sono stati arrestati nel maggio scorso per aver torturato e ucciso due gattini a Londra. Le indagini hanno poi rivelato che quella non era la prima volta per i due giovani, e che il risultato di quella violenza non era rimasto confinato in un anonimo boschetto londinese ma condiviso con migliaia di altri utenti attraverso forum e app di messaggistica.
Aprire quelle chat ha significato entrare in una realtà oscura in cui la violenza è libera di riversarsi su esseri indifesi, perché tanto "sono solo animali". Un fenomeno a cui non è estranea neanche l'Italia, e che in molti casi rappresenta il primo passo verso una pericolosa escalation, soprattutto se a percorrere questa strada sono i più giovani.
Gatti torturati e postati online
A maggio di quest'anno due gatti sono trovati tagliati a metà in una zona boscosa a ovest di Londra. Le indagini in poco tempo hanno permesso di identificare come responsabili un ragazzo di 17 anni e una ragazza di 16, entrambi giudicati colpevoli e condannati rispettivamente a una pena di 12 mesi di custodia cautelare, e di nove mesi.
Le indagini non hanno rivelato solo in che modo i due avessero scelto i gatti, tra le migliaia di randagi che vagano per le strade della capitale inglese, ma anche che ogni taglio, ogni tortura, era realizzata per essere condivisa online.
La Bbc ha scoperto così l'esistenza di una rete internazionale virtuale che scambia video di gatti torturati e uccisi. Questi gruppi sono da tempo noti agli attivisti della Feline Guardians che ne hanno denunciato spesso la diffusione in Cina a partire dal 2023, i giornalisti però hanno individuato membri attivi in tutto il mondo.
Gli attivisti affermano che tra maggio 2023 e maggio 2024, ogni 14 ore circa è stato caricato un nuovo video che mostrava la tortura e l'uccisione di un micio. Sarebbero almeno 24 gruppi attivi solo quest'anno, il più grande dei quali contava oltre 1.000 membri. L'utente più attivo scoperto sino ad ora ha filmato le sevizie e la morte di oltre 200 gatti. Ma non è tutto.
Sulle chat gli utenti si scambiano anche informazioni su come catturare i gatti, talvolta richiedendoli alle maggiori organizzazioni di tutela animale. Tra i messaggi visionati dalla Bbc ci sono le dritte per compilare i moduli di adozione della Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals (RSPCA), l'associazione più grande del Regno Unito.
Nel settembre 2023, la rete ha addirittura promosso una gara: "uccidi 100 gatti", durante la quale i membri sono stati incoraggiati a vedere quanto velocemente i membri del gruppo riuscivano a torturare e uccidere 100 gatti.
Una realtà a cui non sono estranei neanche i giovanissimi, compresi bambini. "Ho 10 anni e mi piace torturare i gatti" è uno dei tanti messaggi visionati da chi ha condotto l'inchiesta. Molto del materiale acquisito però probabilmente non verrà mai pubblicato perché troppo violento e disturbante, e perché coinvolge minori.
L'inchiesta si concentra sulla situazione in Cina e nel Regno Unito, ma il gruppo Feline Guardians è attivo in tutto il mondo, perché nessun paese è estraneo al fenomeno della violenza sugli animali, neppure l'Italia.
Qual è la situazione della violenza sugli animali in Italia
A luglio è stato presentato a Roma il nuovo Rapporto Zoomafia 2025, un documento, giunto alla sua ventiseiesima edizione, che analizza lo sfruttamento criminale degli animali. E il quadro che traccia non è rassicurante.
I dati raccolti dal Rapporto sono relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2024, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali. A realizzarlo è il criminologo Ciro Troiano per la Lav, tra le maggiori associazioni di tutela animale in Italia.
Rispetto al 2023, c’è stata una diminuzione del -5,60% dei procedimenti mentre il numero degli indagati è aumentato del +3,75% circa, ma il numero dei reati ufficiali rappresenta solo una parte di quelli effettivamente compiuti, sottolinea Troiano: "La flessione registrata non corrisponde ad una effettiva diminuzione dei crimini contro gli animali, ma indica solo una riduzione delle denunce e dei fatti accertati, mentre l’aumento del numero di indagati mostra che sono in aumento i casi commessi da più persone in concorso, indice di una maggiore diffusione delle forme di maltrattamento organizzato di animali".
Uno dei modi che consentono l'esecuzione organizzata di crimini contro gli animali è proprio il web. Nel 2019 a seguito di una inchiesta condotta dai Carabinieri di Siena è stata scoperta la chat Whatsapp "The Shoah Party" in cui gli utenti, giovanissimi spesso minorenni, condividono messaggi razzisti, inneggianti a Hitler, ma anche materiale pedopornografico e con torture sugli animali. Un vortice di violenza che aveva un solo fine: fare violenza sull'altro, percepito come più debole, e in questa macrocategoria ci sono anche gli animali.
Nel gennaio del 2024 una ragazza minorenne ha spinto un gattino nella fontana di Alberobello per un video poi postato sui social. Il micio è morto in quella stessa fontana a seguito del freddo, mentre la giovane è stata individuata e ora dovrà scontare 7 mesi di messa alla prova durante i quali svolgerà attività in un canile e seguirà un percorso educativo e psicologico.
I casi però sono moltissimi, e spesso riguardano i gatti, le vittime perfette perché la loro sparizione non lascia tracce e nella maggior parte dei casi non suscita clamore. È facile torturare e uccidere un gatto, molto più difficile è individuare il colpevole e, se giovane, aiutarlo prima che la violenza si manifesti in un'escalation tale da coinvolgere anche le persone.
Perché la violenza sugli animali riguarda anche le persone
Secondo l'approccio "Link", letteralmente "collegamento", esiste una stretta correlazione tra il maltrattamento animale e distinti tipi di violenza umana intraspecifica, come bullismo, pedofilia, violenza domestica, fino ad arrivare all'omicidio. Oltreoceano questa correlazione è ben nota, tanto che la violenza sugli animali viene considerata – e trattata – dalla comunità scientifica come la prima manifestazione di un futuro serial killer o mass murder, l'omicida di massa.
Gli animali sono l'oggetto perfetto per il primo approccio alla violenza, e i più esposti sono i giovani che utilizzano internet per cercare loro stessi e individuare il limite fino al quale possono spingersi. I social network e le chat di per sé sono strumenti neutri che non hanno connotazioni intrinsecamente positive o negative, a fare la differenza è il fine per cui vengono utilizzati.