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Questa mattina, nelle acque dell'Area Marina Protetta di Punta Campanella, in Campania, tre tartarughe marine Caretta caretta hanno riconquistato la libertà. Dopo mesi di cure e riabilitazione, Giovanna, Nerey e Franci – così sono state ribattezzate le tartarughe – sono tornate a nuotare nel loro mare. Tutte e tre le tartarughe erano state vittime del cosidetto bycatch, le catture involontarie negli strumenti e negli attrezzi da pesca.
Giovanna è una femmina adulta ed era rimasta intrappolata in una rete da pesca, ma fortunatamente è stata recuperata appena in tempo. Ora, grazie a un trasmettitore GPS installato dai ricercatori del Turtle Point della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, sarà possibile anche seguire e studiare tutti movimenti e raccogliere preziose informazioni, anche in vista dell'imminente stagione riproduttiva.
Nerey e Franci, invece, sono due giovani individui che avevano ingerito ami, una delle minacce principali per questa specie. La prima era stata trovata a Ischia con il supporto dell'Area Marina Protetta Regno di Nettuno; la seconda, invece, è stata salvata grazie alla rete di monitoraggio TartaLazio. Entrambe sono state curate presso il centro di recupero di Portici della Stazione Zoologica, una delle strutture più importanti per lo studio e le conservazione delle tartarughe marine.
Il momento del rilascio in mare è stato anche un'importante occasione di sensibilizzazione. Otto classi delle scuole primarie della Penisola Sorrentina erano in spiaggia ad assistere alla liberazione e a incontrare gli esperti. La Caretta caretta, fino a non molto tempo fa considerata a un passo dall'estinzione, negli ultimi anni sta fortunatamente tornando a popolare molte spiagge del Mediterraneo. In Sicilia, c'è già stata la prima nidificazione dell'anno.
Ogni anno, infatti, le nidificazioni lungo le spiagge italiane aumentano e si spostano sempre più verso nord, anche a causa degli effetti legati al surriscaldamento globale. Ma anche se la popolazione è in crescita, le storie di Giovanna, Nerey e Franci ci ricordano che non possiamo abbassare la guardia. Pesca, inquinamento luminoso, urbanizzazione e spiagge sempre più affollate, sono ancora una minaccia concreta per questi antichi rettili marini.