
Un gattino si è presentato da solo alla porta di una clinica veterinaria di Tocancipá, in Colombia. Il micio era visibilmente ferito e in difficoltà, ai medici della struttura è parso subito chiaro che fosse venuto da loro proprio per ricevere le cure di cui aveva bisogno.
"È arrivato da solo dal veterinario in cerca di aiuto", confermano dalla clinica La cada de los gordos. I gatti sono animali estremamente intelligenti che sanno molto bene che a una determinata azione corrisponde un certo risultato, ma questo è ben diverso dal dire che il micio sapeva che recandosi lì avrebbe trovato le cure di cui aveva bisogno. Per fare chiarezza abbiamo raggiunto l'esperta in relazione uomo-gatto, Sonia Campa.
L'etologa: "No, il gatto non cercava un veterinario"
I gatti sono animali intelligenti e indipendenti, ma sono anche il frutto di migliaia di anni di coevoluzione con l'essere umano. Molti individui possono vivere in maniera totalmente autonoma, ma si tratta in ogni caso di una specie domestica e come tale la vicinanza dell'uomo può rappresentare per loro un grande beneficio.
"Un gatto può presentarsi davanti alla porta di una clinica esattamente come milioni di gatti si presentano davanti alla porta delle persone comuni di tutto il mondo – spiega Campa – Lo fanno tutti per la medesima ragione: la ricerca di un vantaggio in termini di riparo, di cibo o di sicurezza".
Il micio quindi non stava cercando cure in maniera specifica, ma tutte le risorse garantite dall'essere umano: "Questo è ancora più frequente se il gatto si trova in condizioni precarie – sottolinea l'etologa – E questo non accade perché ‘sa che lì verrà curato', la spiegazione più semplice: è stato un caso che dietro quella porta quel giorno ci fosse una clinica veterinaria, avrebbe potuto essere una casa privata, un negozio, un qualunque luogo dove il gatto individuasse la possibilità di trovare risorse".
Come sta adesso il micio
Quando il gattino è arrivato alla clinica era chiara solo una cosa: stava molto male, era però difficile per i veterinari capire esattamente cosa avesse. Dopo molti mesi passati tra radiografie, ecografie, consulenze cardiologiche e specialistiche i suoi sintomi erano più confusi che mai, come hanno scritto da La cada de los gordos: "Ogni giorno affrontavamo qualcosa di diverso, ma non ci siamo mai arresi".
Alla fine, ai primi di aprile, è arrivata una diagnosi precisa: il gattino aveva due malattie molto gravi: la polmonite da Klebsiella, una grave infezione batterica che ha generato un ascesso nel polmone che gli stava causando problemi di respirazione e un forte logorio fisico. Inoltre era positivo al virus dell'immunodeficienza felina (FIV), condizione che rendeva ancora più complesso il suo recupero.
"Nonostante la difficoltà a respirare, nonostante i giorni in cui il suo corpo non risponde come vorrebbe, non ha mai perso la voglia di vivere – fanno sapere i medici – È un gatto pieno d'amore, curioso e con uno spirito forte, ma ha bisogno di noi per andare avanti".