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Sono tra gli animali più antichi ancora presenti sul nostro pianeta, nonché il simbolo della lentezza e della resistenza. Sono le tartarughe di terra, anche se chiamarle così non è propriamente corretto. Il termine "tartaruga", infatti, è un nome generico che indica un po' tutti i rettili del gruppo dei cheloni, ovvero quegli dotati di una corazza protettiva, quindi anche le specie marine (come Caretta caretta) e d'acqua dolce (come le famose testuggini americane invasive).
Il termine più corretto è perciò "testuggini", sono loro le vere tartarughe di terra e si distinguono dalle altre per un carapace più alto e bombato, zampe robuste adatte a camminare e a scavare e un metabolismo molto lento, perfetto per ambienti aridi e con climi con forti variazioni stagionali.
Anche in Europa e in Italia vivono alcune specie di testuggini, ovvero Testudo hermanni (la testuggine di Hermann), Testudo graeca (la testuggine greca) e Testudo marginata (la testuggine marginata), tutte presenti in ambienti semiaridi e assolati tipici delle coste del Mediterraneo, ma anche, purtroppo, spesso vittime di catture illegali o tenute illegalmente in cattività.
La dieta delle testuggini: di cosa si nutrono in natura

Le testuggini sono animali prevalentemente erbivori, ma la loro dieta in natura è sorprendentemente varia e legata anche alla disponibilità stagionale di risorse. La maggior parte delle specie mangia mangia principalmente di erbe spontanee, foglie, fiori e germogli. Hanno una predilezione per piante fibrose e povere di zuccheri, come tarassaco, trifoglio, piantaggine e ortica. Questi vegetali non solo sono facilmente digeribili, ma forniscono anche il giusto equilibrio tra calcio e fosforo, fondamentale per il benessere del carapace e delle ossa.
Ma la dieta delle testuggini non si ferma alle sole piante. In primavera e in estate, quando la frutta cade dagli alberi, possono integrare l'alimentazione con fichi, mele selvatiche, more e altri frutti, anche se in quantità ridotte. La frutta, infatti, è molto zuccherina e può essere dannosa se consumata in eccesso. Non è raro, infine, che le testuggini consumino anche piccole quantità di proteine animali, come insetti, lumache o persino carogne, soprattutto in momenti di scarsità alimentare o carenze nutrizionali.
Non è popi così raro vedere testuggini "addentare" cervi, conigli e altri animali trovati già morti, una scena sicuramente non molto familiare e anche abbastanza impressionante.Questi "snack proteici" forniscono nutrienti spesso fondamentali, ma in ogni non costituiscono la base della loro dieta. Questa sottovalutata flessibilità dimostra quanto sia importante, per una testuggine, poter vivere in un ambiente ricco e diversificato, dove possa trovare spontaneamente tutto ciò di cui ha bisogno, cosa molto difficile da ottenere in cattività.
Quali sono e dove vivono le principali specie di tartarughe di terra

In tutto il mondo esistono decine di specie diverse di tartarughe di terra, distribuite in habitat anche molto differenti tra loro: dalle savane africane agli arcipelaghi tropicali, fino ai boschi e alla macchia mediterranea. Le testuggini giganti delle Galápagos (Chelonoidis sp.) e quelle di Aldabra (Aldabrachelys gigantea) sono tra le più famose e longeve al mondo, simboli mondiali della biodiversità e dell'evoluzione sulle isole. In Africa, tra le più note troviamo invece la testuggine africana (Centrochelys sulcata) e quella leopardo (Stigmochelys pardalis).
Qui in Europa, invece, le testuggini sono di dimensioni più contenute e strettamente legate a climi temperati. La specie più iconica di tutte è la testuggine di Hermann, la tartaruga di terra "base" e più diffusa anche in cattività. Originaria dei paesi bagnati dal Mediterraneo, vive in ambienti di macchia mediterranea, colline e radure soleggiate. In Italia è presente soprattutto al centro-sud e in alcune isole come Sardegna e Sicilia. Tuttavia, è sempre più rara e minacciata di estinzione.

La testuggine greca è molto simile, ma originariamente diffusa soprattutto in Nord Africa e nei Balcani. In Italia ci sono piccole popolazioni naturalizzate, alcune introdotte già in epoca romana, altre frutto di fughe dalla cattività e abbandoni. Infine, c'è la testuggine marginata, la più grande tra le testuggini europee, originaria della Grecia, ma presente anche soprattutto in Sardegna con una popolazione introdotta sempre in epoca storica. Si chiama così perché il margine posteriore del carapace, a differenza delle altre specie, è piatto e sporgente.
Tutte queste specie sono oggi protette a livello nazionale e internazionale e sono incluse nella CITES, la convezione per il commercio delle specie a rischio. Non possono essere prelevate in natura né detenute senza autorizzazioni e certificati. La distruzione degli habitat, gli incendi e il bracconaggio continuano infatti a rappresentare gravi minacce per la loro sopravvivenza. La loro proverbiale lentezza, uno dei segreti della loro longevità e sopravvivenza, le rende infatti facili prede di bracconieri e collezionisti.