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26 Agosto 2025
13:53

“Così il mio cane mi ha salvato da un rapinatore”: la storia di Dante e Jakin

Jakin, pastore belga Malinois di 3 anni, ha difeso con coraggio il suo umano da un intruso, costringendolo alla fuga. Durante la lotta è stato colpito da con un pugno in testa ma neanche in quel momento ha lasciato la presa. Dante Libbra, il suo umano, racconta: "Senza il suo intervento probabilmente non me la sarei cavata. Non dimenticherò mai quello che ha fatto per me".

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"Non posso dire con certezza cosa sarebbe successo se Jakin non fosse stato con me, ma senza il suo intervento probabilmente non me la sarei cavata come invece ho fatto". Jakin, Pastore Belga Malinois di 3 anni, ha prontamente difeso il suo umano costringendo alla fuga il malintenzionato entrato nella proprietà. Lo ha allontanato senza desistere neppure dopo essere stato colpito sulla testa con un pugno.

Dante Libbra, l'umano di Jakin, racconta a Fanpage.it la loro storia: "Quell'uomo gli ha dato un cazzotto fortissimo. Ricordo ancora lo schiocco dei denti che si toccano. Non lo dimenticherò mai".

"Jakin ha messo a repentaglio la sua vita per me"

Era una sera di novembre come le altre: Dante era andato a dare da mangiare alle galline all'interno della sua proprietà come era solito fare. Quel giorno però c'erano stati due cambiamenti apparentemente banali ma che hanno modificato il corso di questa storia, e probabilmente anche della vita di Dante stesso: era sceso al pollaio prima rispetto al solito orario, e soprattutto aveva portato con sé il suo cane, il Malinois Jakin.

"Erano le sei e mezza di sera, ed era già buio – ricorda – Di norma andavo al pollaio sempre verso le nove, inoltre quel giorno avevo finito di lavorare prima e avevo pensato di portare anche Jakin, cosa che non faccio mai perché mi ci vuole poco per dare da mangiare alle galline, però proprio quel giorno ho pensato di portarlo per farlo passeggiare un po'. Ho avuto davvero tanta fortuna".

Quando con la macchina è arrivato nei pressi del pollaio della sua proprietà a Jesi, nelle Marche, Dante ha subito notato che c'era qualcosa che non andava: "Appena imbocco il dialetto che costeggia casa mia, mi accorgo che il cancello grande era aperto, non c'era il lucchetto. Subito ho pensato che mia moglie Federica se lo fosse dimenticato, quindi non ci ho dato troppo peso".

Una volta sceso da sceso dalla macchina apre il cancello principale della proprietà, a mano perché non c'era la corrente elettrica. Mentre stava preparando il mangime per le galline Jakin inizia ad agitarsi: "Improvvisamente fa un giro attorno alla macchina e si ferma, rizza il pelo e punta verso una siepe che si trova accanto alla casetta degli attrezzi, dove si trova il trattore e altre cose. Pensavo ci fosse una volpe o una faina e istintivamente punto la torcia in quella direzione, ma dalla siepe invece di un animale selvatico esce un uomo".

A questo punto è una frazione di secondi: l'uomo si muove ma Jakin lo morde alla gamba per impedirgli di dirigersi verso la casa. "Quando il cane gli morde il polpaccio, quell'uomo gli dà un cazzotto fortissimo in testa. Io sento addirittura lo schiocco dei denti del mio cane che si toccano. A questo punto Jakin molla la presa ma continua a corrergli dietro. A questo punto riacquisto un minimo di lucidità e richiamo il cane, lo faccio tornare da me e lo chiudo in macchina. Mi chiudo dentro anche io e chiamo i Carabinieri".

"Secondo i Carabinieri probabilmente il malintenzionato è fuggito tra i campi, ne ho circa un ettaro nella mia proprietà, e non sappiamo dove sia fuggito, ma sicuramente non era da solo. Per i Carabinieri, anche se avesse voluto rubare solo degli attrezzi da lavoro aveva bisogno di più persone".

L'uomo non è più stato trovato, ma quella sera Dante è tornato a casa da sua moglie: "Mi chiedo, se Jakin non ci fosse stato, cosa sarebbe successo? Perché quello avrebbe potuto restare appostato nella siepe e uscire senza farsi notare, oppure avrebbe potuto aggredirmi mentre ero di spalle".

Tra Dante e Jakin un legame infinito: "Viviamo in simbiosi"

Da quel momento il legame tra Dante e Jakin si è stretto ancora di più: "Ha quasi tre anni e da quando è cucciolo vive con me. Abbiamo un legame simbiotico. Nella vita di tutti i giorni lui gioca con i miei figli, lo porto al ristorante, al mare, in barca. Mi segue ovunque perché è estremamente docile, ma anche molto attento".

Come molti Malinois, anche Jakin ha una grande quantità di energie a disposizione, e anche per questo Dante ha scelto di praticare con lui uno sport: "Si chiama Utilità e difesa, e come si capisce dal nome insegna anche come difendere, ma soprattutto fa instaurare un rapporto profondo tra conduttore e cane. Con Jakin c'è stata subito un'intesa straordinaria perché lui è un cane straordinario".

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