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Quando un gatto viene sterilizzato, il suo corpo cambia: il metabolismo rallenta, l'attività fisica si riduce e il rischio di sviluppare sovrappeso o patologie urinarie aumenta in maniera significativa. È per questo che l'alimentazione di un micio sterilizzato non può più essere la stessa di prima. Per ridurre il rischio che sviluppi patologie e altri problemi di salute, bisogna adattare sia le quantità che la qualità del suo cibo. Per un gatto la sterilizzazione segna infatti un passaggio fisiologico importante e definitivo, vediamo quindi perché cambiano le sue esigenze nutrizionali, cosa può mangiare un gatto sterilizzato (e cosa no) e quali sono i migliori consigli per mantenerlo in salute il più a lungo possibile.
Perché l'alimentazione del gatto sterilizzato è diversa: metabolismo e rischio obesità
Sterilizzare un gatto è una scelta molto importante, spesso motivata da esigenze di convivenza o controllo delle nascite. I gatti maschi non castrati possono infatti diventare molto aggressivi con altri maschi, marcano il territorio e si allontanano più spesso da casa. Le femmine, invece, possono entrare in calore per diversi mesi, con comportamenti che possono essere a volte difficili da gestire. Ma se da un lato la sterilizzazione può essere utile in certi casi, dall'altro comporta un impatto fisiologico notevole sull'animale.
Senza testosterone o estrogeni, infatti, il metabolismo rallenta e i gatti sterilizzati possono arrivare a bruciare fino al 25% di calorie in meno rispetto a prima. In più, diventano spesso meno attivi, aumentando il rischio di perdere massa muscolare e accumulare grasso. Questo cambiamento richiede quindi una dieta specifica. In generale, i veterinari esperti in nutrizione consigliano quindi di ridurre le calorie, per compensare il rallentamento metabolico, e aumentare le proteine, per sostenere la massa muscolare.
Attenzione però ai grassi, che non vanno eliminati, ma scelti con maggiore attenzione. I grassi buoni, come gli Omega-3, sono infatti molto preziosi per la salute del sistema immunitario e per contrastare l'infiammazione. Anche all'acqua che assumono gioca un ruolo importante per la salute. C pensiamo poco, ma l'acqua è un nutriente principale e bere molto aiuta il gatto sterilizzato a preservare i reni e a prevenire le patologie da calcoli urinari, a cui sono predisposti proprio per via della sterilizzazione.
Cosa può mangiare un gatto sterilizzato
Qualsiasi cambiamento nella dieta del proprio gatto va naturalmente concordato sempre con il proprio veterinario, meglio ancora se esperto in nutrizione. Oltre alla sterilizzazione, infatti, il micio potrebbe avere anche altre esigenze nutrizionali legate all'età o alla presenza di patologie. In linea generale, se segue una dieta casalinga (sempre sotto supervisione veterinaria), può mangiare carne fresca, senza amidi, con integrazione di Omega-3 e sali minerali. È il regime più naturale, ma richiede molta attenzione, impegno e competenze specifiche.
Il cibo umido completo per gatti sterilizzati è una più che valida alternativa, specie se di buona qualità. L'umido aiuta infatti anche a mantenere una corretta idratazione. Ci sono poi anche le crocchette appositamente pensate per i mici sterilizzati. I veterinari esperti in nutrizione consigliano però di sceglierle solo come ultima opzione o in abbinamento a cibo umido, facendo comunque attenzione alla composizione (pochi carboidrati, proteine di qualità, Omega-3).
Da evitare, invece, cibi ricchi di amido o zuccheri (come croccantini generici o snack non specifici), che aumentano il rischio di obesità e diabete, e alimenti umani (salumi, formaggi, dolci), che possono contenere ingredienti tossici per il gatto o sono troppo grassi. Diete troppo caloriche o con poche proteine non aiutano invece a preservare la massa muscolare e favoriscono l'accumulo di grasso. Infine, circa un mese dopo l'operazione, il gatto brucerà già circa un 20-25% meno di prima ed è necessario quindi ridurre in maniera simile la razione quotidiana.