
I primi avvistamenti di Clodio, come è stato chiamato dai veneziani, sono avvenuti a inizio ottobre: sui social network, da allora e fino ad oggi, si sono susseguite le immagini di un delfino che nuota nelle acque antistanti piazza San Marco.
L'animale in realtà è salito agli onori della cronaca e dei social soprattutto quando è arrivato nel cuore di Venezia, ma era nella zona da tempo ed era già stato avvistato nelle acque di Pellestrina e Chioggia in precedenza.
Sono diverse le segnalazioni che arrivano ogni giorno alla Capitaneria di Porto da parte di persone che sono alla guida di un'imbarcazione nel canale o da utenti e turisti per il timore che le eliche possano ferirlo o che l'animale non trovi il modo di riprendere il largo. Come riportato dal Gazzettino, infatti, Manuel Tiffi, presidente dell'associazione "Taxi sostituti Venezia" ha lanciato un chiaro appello: "Venerdì abbiamo subito allertato la Capitaneria di Porto, perché la nostra paura iniziale è che il delfino fosse tramortito e non riuscisse a trovare la via del mare. Dopodiché abbiamo lanciato, tra la nostra categoria, un passaparola per avvisarci a vicenda che un delfino stava nuotando in Bacino San Marco e che quindi andava prestata la massima attenzione". La Guardia Costiera ha diramato un comunicato in cui ha chiesto ai natanti di porgere massima attenzione nel caso di avvistamento e di informare subito la Capitaneria di Porto.
Clodio è un tursiope (Tursiops truncatus) e sul suo comportamento abbiamo chiesto delucidazioni a Carlotta Vivaldi, biologa marina e cetologa.
E' davvero raro che un delfino nuoti da solo?
Non è frequente ma capita che ci siano degli individui che si staccano dai branchi. I tursiopi sono animali sociali che generalmente vivono in gruppi di vari grandezze in cui si creano legami più forti tra alcuni. Ci sono anche gruppi molto grandi: a seconda però di zone e contesti i legami cambiano. Può succedere appunto che degli animali, ma non sappiamo il perché, decidano di staccarsi dal gruppo. Un individuo, così, viaggia in maniera solitaria.
Ci sono stati dunque altri casi. Ce ne ricorda qualcuno?
Il più famoso è quello di un tursiope soprannominato "Filippo di Manfredonia" (un delfino che visse a lungo nelle acque del porto vecchio di Manfredonia dove poi morì a causa dell'impatto con un'imbarcazione ndr) che interagiva con gli esseri umani e con le imbarcazioni: anche lui era un animale solitario. Ancora, anni fa, nell'Arno c'era un individuo che però fu aiutato a ritornare in mare con un intervento mirato per portarlo fuori dal fiume. Succede anche che a scegliere di allontanarsi dal gruppo siano coppie.
Quanto è rischioso dunque per il delfino nella laguna di Venezia e quale motivo potrebbe spingerlo a rimanere lì?
E' rischioso perché chiaramente con l'affollamento che c'è di natanti nella laguna la probabilità di impatto o anche di venire a contatto con le eliche è altissima. Il motivo per cui lo fa che possiamo più facilmente supporre è quello dello scopo alimentare, succede infatti quando ci sono allevamenti di pesce nelle zone portuali come accaduto ad Oristano. Una teoria è anche quella di eventuali problematiche sociali all'interno del gruppo in cui viveva il soggetto, ma non è qualcosa che possiamo ad oggi dimostrare.
Una curiosità: molti pensano che le evoluzioni del delfino siano manifestazioni di gioia e comunque vederlo saltare fa sempre emozionare le persone. Da un punto di vista etologico invece cosa significa quel comportamento?
Sono evoluzioni dettate principalmente da un'esigenza alimentare. Con il rumore dei salti spostano l'acqua e così riescono ad aggregare i pesci per poi cibarsi. Anche questo di solito è un "lavoro" che fanno in gruppo.
E' necessario intervenire per il delfino veneziano e se sì come?
La cosa più importante è capire il punto esatto in cui intervenire: deve essere in un'area di mare profondo. La laguna è grande e sicuramente la Capitaneria di Porto insieme a esperti del settore sapranno identificare l'area opportuna e quando e se agire.