
Oggi Twist è morto. Per gli amici si chiamava anche "Pitbull", ma bisogna pronunciarlo bene: alla napoletana, forzando l'accento sulla t e marcando quel "bull" che lui esprimeva in modo buffo, sapendo che la sua camminata storta e il piglio da finto bullo facevano tanto sorridere e ammaliavano le persone che lo andavano a trovare al rifugio dove viveva.
Ma perché parlare di un cane che non c'è più come se fosse un individuo speciale rispetto ad altri? Perché non lasciare che la sua memoria rimanga il ricordo caro solo di alcuni, fortunati, che l'hanno amato e seguito fino all'ultimo istante, anche e soprattutto nella malattia, nonostante vivesse lontano da quella che viene tanto anelata come una "famiglia che lo ami per sempre"?
Perché, prima di tutto, quel cane una famiglia l'aveva: erano i suoi compagni a quattro zampe con cui condivideva ogni giorno una vita fatta di amore e rispetto insieme a Luigi, la persona che lo aveva accolto sin da quando era arrivato al rifugio con le zampe posteriori spezzate e che lo ha accompagnato fino all'ultimo per un viaggio verso chissà dove, adesso.
E poi, cosa non da meno, perché questo cane non è solo un numero, come i tanti altri che vivono nei canili, e la sua storia rappresenta il simbolo di quanto l'impegno di pochi sia ancora l'unica strada in questo Paese per la tutela e il rispetto degli animali, in un'assenza di sostegno pubblico che dia sollievo, economico in primis, a chi gestisce con sapienza e attenzione strutture in cui ai "cani di nessuno" viene riconosciuto il loro diritto all'esistenza senza avere alcun contributo dallo Stato.
La vita di Twist, piena e appagante nonostante vivesse in un rifugio
Twist era arrivato giovane a "L'emozione senza voce", il rifugio fondato e gestito da Luigi Carrozzo a Napoli. Era arrivato con le zampe posteriori lesionate. Cosa gli fosse accaduto, chi lo sa: un incidente, un danno causato consapevolmente da un essere umano… Poco importa, ciò che contava è che bisognava dargli aiuto ma soprattutto guardarlo per quello che era: un mix pit pronto a restituire tutta la fiducia che anelava a chi semplicemente lo avesse lasciato semplicemente libero di esprimere la sua personalità. E Twist era davvero un bel tipo: con il suo carattere dolce, simpatico, allegro e pieno di vita ha restituito al mondo, al suo piccolo grande mondo, un contributo fondamentale aiutando Luigi ad accogliere con affetto e simpatia tutti, cani e umani.
L'oasi di Carrozzo è un luogo che rappresenta una casa per cani che riescono lì a trovare una dimensione di vita che ha alla base una parola fondamentale: dignità. E Twist, di nome e di fatto, si è rimesso in piedi pur camminando appunto con difficoltà ma dimostrando che un handicap – ricordiamo causato da qualcosa o qualcuno – non è sinonimo di fine vita. Ha vissuto bene, circondato da amici cani con cui ha condiviso serenamente un'area del rifugio, perché da Luigi i box sono ‘stanze aperte' da cui si esce e ci si entra solo a seconda della volontà stessa dei cani. E grazie a "Pitbull" tanti altri ospiti poi si sono sentiti accolti, amati e rispettati: ha dato coraggio e fiducia a cani timidi, impauriti dal ritrovarsi in un nuovo contesto dopo essere stati abbandonati, a cuccioli che con lui sono diventati adulti. E ha dato fiducia anche agli umani: era sempre lì all'entrata a fare accoglienza, arrivando ad accompagnare le persone fino all'esterno, fino alle macchine parcheggiate quasi a dire: "Tornate presto, vi aspettiamo e grazie della visita".
La malattia di Twist, quanto è difficile curare un cane tra difficoltà di diagnosi certe e costi economici
Poi Twist si è ammalato e non si sa di cosa. Carrozzo ha investito tempo e soldi, tutti frutto di donazioni private alla sua associazione, per riuscire a capire di cosa si trattasse: ogni esame è stato fatto, da quelli del sangue fino alle indagini diagnostiche. Nonostante si sia rivolto a diversi veterinari, capire cosa avesse è stata un'impresa impossibile.
Ed ecco che la sua storia, già di per sé importante per raccontare della bellezza d'animo di un "qualsiasi" cane di un rifugio, diventa pure un caso da ricordare per capire quanto sia difficile ancora, ad oggi, nell'ambito della medicina veterinaria, nonostante vi sia stato per lui grandissimo impegno sia da parte della persona di riferimento che dei medici che hanno fatto del loro meglio, trovare le cause di una patologia.
E, altro aspetto che proprio non si considera ancora nel nostro Paese, è quanto costi economicamente, oltre che in termini del dolore che si prova. E' successo a Twist e Luigi di dover affrontare la malattia per lungo tempo ma accade a tanti altri cani e non solo di canile di ritrovarsi a dover effettuare controlli continuativi, visite e analisi. E al di là dell'avere o meno una diagnosi, poi, il punto è che non vi è in Italia una mutua per animali e i costi sono esorbitanti se si vuole andare a fondo, come è giusto che sia del resto da parte di chi considera un cane o un gatto parte della famiglia.
A Twist si deve qualcosa, così, ed ecco perché sono qui a scriverne, non solo per salutare un amico. A lui e a Luigi si deve almeno il riconoscimento della importanza della loro storia oltre al tributo del ricordo, così che la vita e la morte anche di questo cane sia narrata come un messaggio di speranza perché le persone vadano nei canili e nei rifugi a cercare un amico per sempre e da accudire in ogni momento della sua estistenza. Sapendo, anche e però, che un cane è un impegno costante da tutti i punti di vista e che quando ne adotterete uno bisognerà mettere in conto che, in caso di necessità, si dovrà aprire il portafoglio oltre che il cuore per far sì che abbia accesso a tutte le eventuali cure necessarie.