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12 Agosto 2025
16:05

Chi è il killer di gatti di Cogne, l’ipotesi della psicologa: “Comincia dagli animali prima di passare alle persone”

A Cogne, in meno di due mesi, sono spariti oltre 25 gatti. In un caso, il collare gps di uno dei mici spariti è stato trovato reciso in un prato. La Procura di Aosta ha aperto un'inchiesta per chiarire l'eventuale coinvolgimento umano. Secondo la psicologa Ilaria Falchi, il maltrattamento animale può essere il segnale di una personalità antisociale e rappresentare un campanello d'allarme per future escalation di violenza verso le persone.

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In quasi due mesi a Cogne sono spariti 25 gatti, tra liberi e di casa. In una circostanza, il collare gps di uno dei mici scomparsi è stato trovato reciso e abbandonato in un prato. Dopo le denunce di almeno 5 persone e di diverse associazioni di tutela animale, la Procura di Aosta ha aperto un'indagine. Ora in tutta Cogne è caccia al presunto serial killer, prima che le sue azioni possano avere conseguenze ancora più gravi.

La psicologa psicoterapeuta Ilaria Falchi raggiunta da Fanpage.it mette in guardia sulla correlazione tra la violenza perpetrata sugli animali e quella ai danni delle persone: "Il maltrattamento e l'uccisione di animali molto spesso sono il primo segnale di devianza sociale".

Chi sono i killer di gatti: "Manipolatori e con personalità antisociale"

Secondo la psicologa Ilaria Falchi, le persone che scelgono di riversare la propria violenza sugli animali lo fanno per diversi motivi, e il primo riguarda l'opportunità: "La violenza sugli animali spesso non viene attenzionata adeguatamente dalle autorità, per cui è facile per queste persone prendere di mira questo target".

Ma chi sono le persone che uccidono o maltrattano gli animali? "In genere chi delinque ha dei tratti antisociali o un vero e proprio disturbo antisociale di personalità, una condizione riportata nel DSM [il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali n.d.r.], ed è proprio il profilo del criminale maltrattatore di animali. Si tratta di persone che infrangono la legge, o che genericamente tendono a eludere le regole. Questo non significa che siano sempre criminali: non hanno empatia di nessun tipo e spesso utilizzano atteggiamenti manipolatori".

Il tirocinio di violenza dei serial killer inizia con gli animali

Non è un caso che i più famosi serial killer abbiano iniziato il loro tirocinio di violenza proprio con gli animali. Jeffrey Dahmer, Ed Kemper, Ted Bundy sono tra i più crudeli della storia statunitensi, ma ad accomunarli non è solo questo: tutti loro da giovanissimi hanno torturato o ucciso degli animali. Si tratta di uno dei segnali della Triade di Macdonald che in bambini e pre-adolescenti rappresentano un campanello di allarme di future psicopatie. Un ragazzino che bagna il letto, che mostra segni di piromania e che prova piacere nel torturare o uccidere animali, secondo la letteratura scientifica americana ha alte probabilità di diventare un serial killer che se la prende con vittime umane.

Anche negli adulti l'abuso sugli animali può essere il primo passo verso quella contro le persone. Oggi sappiamo che esiste una correlazione tra pericolosità sociale e il maltrattamento degli animali e questo “link”, letteralmente “collegamento” riguarda diversi tipi di violenza umana intraspecifica, come la violenza domestica e la violenza di genere, l’omicidio, il bullismo, la pedofilia e la malavita organizzata.

"Da tempo la comunità scientifica d'Oltreoceano è concorde nel ritenere che specifici tipi di reati contro gli animali si traducano con un'escalation di violenza che manifestarsi nella personalità dei bambini, che spesso iniziano essendo testimoni di violenza, e poi mettendola in pratica, in un'escalation che porta poi a diventare adulti che commettono reati contro le persone", sottolinea Falchi che utilizza l'approccio "Link" dal nome dell'associazione di promozione sociale che si occupa di studiare questa correlazione e diffonderne la conoscenza in Italia.

Gli altri profili criminali legati alle sparizioni di gatti

Le sparizioni di gatti che si stanno verificando a Cogne però potrebbero avere anche altre spiegazioni, diverse da quelle del serial killer di gatti che si prepara a passare agli essere umano. La prima, secondo la psicologa è legata a un odiatore seriale di animali: "Spesso si tratta di una persona isolata, magari con un profilo schizoide o antisociale. Sono persone che ritengono di essere state danneggiate dagli animali e che per questo cercano di ferirli in maniera generica. Questo profilo lo si ritrova spesso tra chi utilizza esche e bocconi avvelenati".

A volte, però, le persone possono essere spinte dall'idea di fare del bene: "Alcuni ritengono che i gatti siano un problema per altre specie di fauna selvatica. È considerato una minaccia soprattutto per gli uccelli e questo impatto ecologico conce alcuni che sia lecito farli sparire".

Infine, ci sono gli accumulatori di animali, persone che non hanno un intento criminale ma ancora una volta sono mosse dalla volontà di fare del bene: "Vedono un gatto da solo per strada e decidono di prelevarlo per metterlo in salvo perché secondo loro la salvaguardia del gatto è solo all'interno di un'abitazione, ed è sempre pericoloso farlo stare fuori".

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