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Arrivata dagli Stati Uniti, l'ifantria americana (Hyphantria cunea) – i cui bruchi vengono talvolta chiamati anche "gatte pelose" – è una falena invasiva che, a partire dalla metà del Novecento, ha colonizzato gran parte dell'Asia e dell’Europa, fino a raggiungere anche l'Italia. Le prime segnalazioni in Europa vengono spesso fatte risalire al 1949 nell'ex Jugoslavia e in Ungheria, mentre in Italia venne osservata per la prima volta negli anni 80 in Emilia-Romagna.
Da allora, si è poi diffusa rapidamente soprattutto nelle regioni del Nord, in particolare in Lombardia, ed ora in fase di espansione verso le regioni del Centro. Oggi è possibile incontrare questa specie non solo in campagna, ma persino nei giardini urbani, dove i bruchi, simil ia quelli della processionaria, si nutrono delle foglie di tantissime specie diverse di piante ornamentali e da frutta, causando notevoli danni.
Chi è l'ifantria, il bruco americano che vive anche in Italia

L'ifantria americana è un lepidottero appartenente alla famiglia degli erebidi. Da adulta è una falena di colore bianco con piccole macchie scure sulle ali, che depone le uova in gruppi numerosi sulla pagina inferiore delle foglie. Ma è allo stadio larvale che questo insetto diventa "pericoloso" e più riconoscibile: il cosiddetto "bruco americano". I bruchi sono di colore verde-giallastro, con file di puntini neri e sottili setole bianche.
Nonostante l'aspetto ricordi quello di specie pericolose, le loro setole non sono però urticanti e quindi non rappresentano un rischio per persone e animali domestici. I bruchi sono polifagi e mangiano le foglie di oltre 600 specie di piante, dalle querce ai gelsi, dai pioppi alle piante ornamentali, come il tiglio o il ciliegio ornamentale. La conseguenza è che spesso defogliano interi alberi o cespugli, riducendone temporaneamente la vitalità, anche se raramente provocano danni irreversibili.
In Italia la distribuzione è ormai ampia e la specie è presente al Nord, al Centro e sta iniziando a comparire anche in alcune regioni meridionali, soprattutto nelle aree pianeggianti e collinari, dove trova climi miti e abbondanza di piante ospiti.
Come distinguere il bruco americano dalla processionaria

Come detto, il bruco di ifantria è "peloso" e può quindi essere confuso con tante altre specie, come per esempio la famigerata processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa), un altro bruco molto diffuso in Italia. Entrambi vivono in gruppo, si muovono in "processione" e hanno corpi ricoperti da numerose setole. Tuttavia, quelle dell'ifantria americana sono sottili e innocue, mentre quelle della processionaria sono urticanti e possono provocare gravi reazioni cutanee e respiratorie a persone e animali animali domestici.
Da un punto vista delle caratteristiche esterne, il bruco dell'ifantria è di colore verde-giallastro con puntini neri e una peluria rada e biancastra, mentre quello della processionaria ha una colorazione tendenzialmente più scura, con bande rossastre e setole marroni. La processionaria attacca inoltre soprattutto i pini, causando danni ingenti alle conifere, mentre l'ifantria preferisce latifoglie e piante ornamentali. A un occhio inesperto, in ogni caso, non è comunque semplicissimo distinguere questi altri bruchi di falena "pelosi".
Come allontanare i bruchi americani dai nostri giardini: perché entrano

I bruchi di Hyphantria cunea entrano nei giardini perché gli adulti, ovvero le falene, sono attratti dalla varietà di piante ornamentali e dalla possibilità di deporre le uova per far nascere le proprie larve. Le femmine le depongono soprattutto in luoghi tranquilli e ricchi di vegetazione, da cui emergono i bruchi che iniziano a costruire grandi "ragnatele" di seta, tipiche della specie, all'interno delle quali si radunano e si nutrono tutti insieme.
Come per altri bruchi polifagi e invasivi, ridurre la loro presenza non è semplice, soprattutto perché spesso ce ne accorgiamo quando è ormai troppo tardi e sono necessari metodi più cruenti e invasivi, come la rimozione dei "nidi" di seta. Tuttavia, possiamo agire in maniera preventiva per ridurne o rendere meno impattante la presenza. I giardini meno "monotoni" e con maggiore biodiversità, attirano per esempio meno infestazioni massicce.
Inoltre, possiamo anche lavorare sul favorire la presenza di predatori naturali. Avere un giardino più "wild" e diversificato, favorisce uccelli insettivori, vespe parassitoidi e altri insetti svolgono un ruolo importante nel contenere la popolazione di ifantrie. Anche installare cassette nido per uccelli, inoltre, può aiutare in tal senso. L'ifantria, in quanto specie invasiva, andrebbe sicuramente contenuta e può comprensibilmente spaventare. Tuttavia, bisogna ricorda che è ormai naturalizzata e che raramente provoca danni irreversibili nei nostri giardini.