UN PROGETTO DI
20 Novembre 2025
9:03

Carlini, Bouledogue francesi e altri cani brachicefali: un test per salvarli dalla sofferenza a cui li abbiamo condannati

Nel Regno Unito un team di veterinari ha lanciato l'"Innate Health Assessment" (IHA) , ovvero un test che in dieci punti consente di compiere una "valutazione della salute innata" per fermare l'allevamento estremo e l'acquisto dei cani brachicefali.

Immagine

Bouledogue francesi, Bulldog inglesi, Carlini, Cavalier King Charles ma anche Boxer e altri cani brachicefali un giorno, forse, potranno tornare a respirare. Ma perché ciò avvenga è necessario fermare l'allevamento fondato su una selezione estrema che continua a far nascere animali malati.

La questione delle razze brachicefale ora è al centro di un progetto nato da un gruppo di esperti del Regno Unito che hanno creato uno strumento finalizzato a fermare la riproduzione di questi cani dalle caratteristiche morfologiche che sono state modificate a un punto tale da causare quella che è una vera e propria sindrome: la BOAS (Brachycephalic Airway Obstruction Syndrome), oppure "sindrome ostruttiva delle vie aeree superiori".

Che cosa è e come funzione l'Innate Health Assessmen

Un team di scienziati ha infatti presentato un test chiamato "Innate Health Assessment" (IHA) , ovvero "valutazione della salute innata", creato per valutare appunto le condizioni di salute di un cane brachicefalo in base a dieci caratteristiche fisiche che influenzano il suo benessere. Diverse associazioni ma soprattutto l'APGAW, ovvero il gruppo parlamentare interpartitico per il benessere degli animali ha aderito alla campagna di informazione scientifica lanciata dagli esperti e ora la stampa britannica sta mettendo in evidenza lo strumento di valutazione che ogni persona può fare per comprendere se il cane che si ha intenzione di acquistare è stato allevato in modo etico e capire così che la maggior parte dei cani brachicefali sono già dalla nascita condannati a una vita di sofferenza.

L'IHA infatti mette in evidenza quali sono i problemi di conformazione che incidono sulla salute di questa tipologia di cani attraverso una grafica che mostra dei criteri facili da individuare da parte di chiunque. Se il cane non supera il test, non dovrebbe essere riprodotto e chi desidera acquistare un cucciolo dovrebbe evitare di farlo se riscontra la presenza delle problematiche indicate e, soprattutto, se davvero ci tiene per quello che sarà un compagno di vita e un membro della famiglia, anche solo pensando a quante spese veterinarie si dovranno poi affrontare.

Immagine
1. Nessuna colorazione merle 2. Pelle liscia – senza pieghe cutanee 3. Muso abbastanza lungo da garantire una respirazione facile 4. Palpebre che non si rivoltano verso l’interno, verso l’esterno, né cadono 5. Occhi ben inseriti nelle orbite – non sporgenti 6. Mascelle che si chiudono correttamente – nessun prognatismo o morso inverso 7. Coda abbastanza lunga da poter scodinzolare 8. Zampe dritte – nessuna inclinazione o curvatura 10. Lunghezza naturale delle zampe – assenza di nanismo

Tra le caratteristiche individuate vanno riconosciute alcune come la pelle molto piegata o rugosa, la colorazione merle, le palpebre cadenti, gli occhi sporgenti o prominenti, il prognatismo, la mancanza di coda, gli arti corti e la rigidità della colonna vertebrale .

I cani brachicefali e le richieste del mercato: come fermare l'allevamento estremo

Il motivo per cui questi cani sono stati selezionati in modo sempre più estremo è purtroppo legato alla "richiesta del mercato", ovvero sulla spinta del desiderio delle persone di avere animali dai tratti sempre infantili che vengono così geneticamente modificati per avere una struttura ossea del cranio molto rotonda che viene abbinata alle narici strette: una conformazione che porta il cane ad avere il palato molle ispessito, lo schiacciamento della trachea e fino al collasso laringeo.

Secondo l'Innate Health Assessment, i soggetti che superano almeno otto criteri sui dieci indicati possono essere considerati idonei alla riproduzione. Il test è rivolto a persone intenzionate all'acquisto di cani brachicefali, veterinari, allevatori e chiunque sia interessato a conoscere cosa si nasconde dietro le immagini di cani che vengono considerati "buffi" e "simpatici" ma che soffrono di patologie molto gravi. Quanto più sarà utilizzato il test più si riuscirà a far comprendere quanto soffrono migliaia di individui in tutto il mondo il cui benessere psicofisico è compromesso sin dalla nascita. L'obiettivo è di incidere sulla coscienza delle persone perché la domanda non continui a stimolare l'offerta da parte di chi alleva queste razze.

L'inconsapevolezza delle persone che acquistano cani brachicefali

Uno studio recente del Royal Veterinary College e della Blue Cross ha evidenziato che una persona su sette nel Regno Unito che vive con un cane brachicefalo non crede che i problemi di salute di cui soffre questa tipologia siano così importanti da condizionarne la vita, nonostante sia dimostrato che le cose stanno così. Ma sono anni che i veterinari di Oltremanica portano avanti progetti di informazione e sensibilizzazione sull'argomento, da quando fu lanciata la campagna "#BreedToBreathe" ("Alleva per respirare") per sensibilizzare l'opinione pubblica sui rischi associati all'allevamento e rivolta anche a colleghi, allevatori, commercianti e giornalisti al fine di rimuovere e non promuovere immagini di cani con tratti morfologici così estremizzati dall'intervento umano e a fare una corretta divulgazione al riguardo.

In Italia le cose non vanno meglio. Carlini e Bouledogue francesi soprattutto, ma anche Cavalier King Charles e altre razze che soffrono della sindrome BOAS continuano a essere acquistati e spesso nemmeno da allevatori ufficiali, ma attraverso il commercio online di animali frutto di cucciolate casalinghe. L'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI), la Fondazione Salute Animale (FSA) e l'Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (ENCI) hanno siglato un accordo di programma per tutelare i cani appartenenti a queste razze, promuovendo studi e azioni mirate sulla selezione genetica.

Su Kodami abbiamo realizzato una puntata del nostro format "Che razza di storia" dedicata interamente al Bouledogue francese intitolata non a caso "La dura vita del…" per mettere in evidenza l'origine di questi cani e le gravi patologie cui vanno incontro.

Video thumbnail
Le informazioni fornite su www.fanpage.it/kodami sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views