UN PROGETTO DI
16 Maggio 2025
11:48

Cani e gatti si somigliano sempre di più (e non è una buona notizia)

Cani e gatti brachicefali, come carlini e persiani, si somigliano sempre di più: teste tonde, occhi grandi, musi schiacciati. Tutta colpa dell'allevamento e della selezione artificiale, che sta guidando una convergenza evolutiva estetica a discapito della salute e del benessere degli animali.

18 condivisioni
Immagine
Cani e gatti sono sempre più simili tra loro, con testa tonda, occhi grandi e muso corto, caratteristiche selezionate da noi per moda a discapito della salute degli animali

Guardando il muso schiacciato di un Carlino e quello di un gatto Persiano ci accorgiamo abbastanza presto che non sono poi così diversi: testa tonda, occhi grandi, muso corto. Ed è proprio questo il problema. Cani e gatti si somigliano sempre di più e un gruppo di ricercatori delle università di Cornell e Washington ha studiato per la prima volta come le razze brachicefale – quelle appunto col muso schiacciato – stiano convergendo morfologicamente fino a somigliarsi più tra loro che ai rispettivi antenati selvatici.

E non si tratta solo di una questione estetica, ma di un segnale molto allarmante dell'impatto che gli incroci e la selezione artificiale hanno avuto e stanno avendo sul benessere degli animali domestici più amati e diffusi al mono. Secondo lo studio, pubblicato recentemente sulla rivista PNAS, è la prima volta che una convergenza evolutiva così marcata viene osservata tra due specie domestiche. E non è una buona notizia, soprattutto per loro.

Quando l'evoluzione non è naturale

Immagine
Razze come il Carlino, il Pechinese e il Bouledogue Francese nei cani, e il Persiano, l’Himalayano e il Burmese nei gatti, hanno sviluppato crani talmente simili da essere quasi indistinguibili per alcuni tratti

In natura, la convergenza evolutiva è un fenomeno che porta due specie non imparentate tra loro a evolvere tratti e caratteristiche molto simili, come per esempio le ali di uccelli e pipistrelli o le pinne di pesci e cetacei. Avviene perché ambienti simili, come la vita in acqua, hanno pressioni evolutive simili e la selezione, semplificando un po', premia gli stessi caratteri o lo stesso aspetto, perché funziona bene. Ma in questo caso non è stata la natura a scegliere: siamo stati noi.

Attraverso decenni di allevamento selettivo, ci siamo in un certo senso "appropriati" dell'evoluzione di cani e gatti forzandola ad andare in una direzione decisamente innaturale, selezionando tratti estetici simili solo perché li troviamo "carini". Il risultato? Razze come il Carlino, il Pechinese e il Bouledogue Francese nei cani, e il Persiano, l'Himalayano e lo Scottish Fold nei gatti brachicefali, hanno sviluppato crani talmente simili da essere quasi indistinguibili nelle loro caratteristiche fondamentali: muso corto, volto piatto, palato inclinato verso l'alto.

Più simili tra loro che ai loro antenati

Immagine
Alcune razze di cani e gatti brachicefali sono morfologicamente più simili tra loro che con i rispettivi antenati selvatici, lupo e gatto selvatico africano

Quel che è davvero sorprendente – e inquietante – è che queste razze si assomigliano più tra loro che rispetto ai loro stessi antenati. I lupi, progenitori selvatici dei cani, avevano musi lunghi e proporzionati. I gatti domestici discendono invece dal gatto selvatico africano, piccolo, snello e con una fisionomia decisamente diversa da quella di un Persiano. È accaduto perché a un certo punto della storia della convivenza tra noi e loro i nostri gusti estetici hanno avuto la meglio, e a pagarne il costo è stata la salute degli animali.

L'evoluzione naturale di solito impiega migliaia o milioni di anni. Noi, con l'allevamento selettivo, abbiamo stravolto le due specie in pochi decenni. E i numeri lo dimostrano: oggi le varie razze di cani sono più diverse tra loro nell'aspetto e nelle forme – pensiamo a un Chihuahua e a un Alano – di quanto non lo siano l'intero ordine dei carnivori, che comprende oltre 280 specie, tra cui foche, donnole e orsi. E anche i gatti domestici, nel loro piccolo, hanno superato per diversità morfologica l'intera famiglia dei felidi.

L'estetica a discapito del benessere e della salute

Immagine
Le razze brachicefale soffrono spesso di gravi problemi respiratori, difficoltà nella masticazione, nella termoregolazione e persino nel parto

Questa variabilità, in teoria affascinante, ha però un costo elevatissimo: le razze brachicefale, infatti, soffrono spesso di gravi problemi respiratori, difficoltà nella masticazione, nella termoregolazione e persino nel parto. In natura, animali così compromessi non avrebbero alcuna possibilità di sopravvivenza. Tuttavia, siamo noi in un certo senso a "tenerle in vita", solo perché ci piacciono quei tratti – cosiddetti infantili – che ci ricordano i bambini e che istintivamente ci inteneriscono: testa tonda, occhi grandi, muso corto.

Lo studio si è basato su dati tridimensionali ottenuti da TAC di crani di cani e gatti domestici, ma anche di specie selvatiche di canidi e felidi, oltre che ad altri carnivori come tassi e trichechi. I ricercatori hanno tracciato una mappa dettagliata delle trasformazioni craniche e hanno scoperto che le nostre scelte, fatte per moda e non per reali necessità, hanno "pilotato" la convergenza evolutiva tra le due specie, che ora condividono tratti simili, problemi simili e, soprattutto, una sofferenza simile. E non dovrebbe essere così.

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views