
Così tanti nidi di tartarughe Caretta caretta sulle nostre spiagge e nei nostri mari non si erano mai visti: sono oltre 700 quelli che sono stati censiti sulle coste italiane e mai prima d'ora si era raggiunto un tale record. Il 2025, che ancora deve concludersi, rappresenta infatti un risultato ottimo anche in paragone all'anno precedente, in cui si erano registrati 601 nidi e al 2023 in cui si era giunti a contarne 443.
"I numeri di quest'anno confermano una tendenza chiara: Caretta caretta sta ampliando gli areali di nidificazione anche per effetto dell’aumento delle temperature e grazie al lavoro corale di monitoraggio di associazioni, università e istituti di ricerca", spiega Stefano Di Marco, project manager di Life Turtlenest, il progetto di Legambiente cofinanziato dall'Unione europea che si occupa della tutela e della protezione della tartaruga marina comune (Caretta caretta) nel Mar Mediterraneo relativamente alle fasce costiere italiane, spagnole e francesi attraverso azioni di ricerca, formazione, sensibilizzazione e collaborazione con istituzioni e operatori turistici.
Il record italiano è importante anche a confronto con gli altri paesi monitorati: in Spagna, infatti, sono stati identificati 33 nidi e in Francia solo 14.
La classifica delle regioni italiane in cui è più presente la Caretta caretta

In testa alla classifica delle regioni con il maggior numero di nidi si conferma anche quest’anno la Sicilia, dove è stato identificato il primo nido della stagione, che nel 2025 supera quota 220 nidi, distribuiti tra le province di Siracusa, Ragusa, Agrigento e Trapani. Segue la Calabria con circa 180 nidi, localizzati lungo la Costa dei Gelsomini, in provincia di Reggio Calabria, e sul litorale tirrenico. La Campania si consolida come terza regione più importante per la nidificazione, con 114 nidi, concentrati soprattutto sul litorale domizio-flegreo e nel Cilento. Subito dopo la Puglia, con circa 100 nidi, a conferma della centralità della regione come area importante per la specie. Ottimo risultato anche per la Toscana, che registra 37 nidi, in netta crescita rispetto ai 24 del 2024. Il Lazio e la Sardegna segnano 22 nidi.
I responsabili del progetto sottolineano il dato eccezionale della Liguria: "Con 12 nidi raggiunge un risultato mai visto prima nella regione dove si è creato il Gruppo Ligure Tartarughe costituito dall’ARPA Liguria, dall’Acquario di Genova, Università di Genova e IZS. Si tratta di un numero senza precedenti, che testimonia l’espansione dell’areale di nidificazione verso nord e l’efficacia del monitoraggio anche in aree dove, fino a pochi anni fa, la presenza della Caretta caretta era considerata episodica".
Le altre regioni in cui è stata censita la presenza delle tartarughe marine sono la Basilicata con 5 nidi, l’Abruzzo e l’Emilia-Romagna con 2 nidi ciascuna e il Molise con 1 nido.
Perché le Caretta caretta scelgono di nidificare sulle coste italiane?

“Il costante incremento del numero di nidi è probabilmente attribuibile all’arrivo di nuove femmine che, ogni anno, esplorano il nostro litorale e si aggiungono a quelle che hanno già nidificato in passato e che, fedelmente, vi fanno ritorno", spiega Sandra Hochscheid, ricercatrice della Stazione Zoologica di Napoli e responsabile scientifica del progetto. Attraverso le azioni portate avanti da un team multidisciplinare formato da ricercatori, volontari, associazioni e creando momenti di formazione e sensibilizzazione della cittadinanza e dei gestori dei lidi balneari, il risultato di anno in anno è andato migliorando consentendo agli esperti di procedere anche a analisi genomiche che "ci permetteranno di quantificare con precisione il numero di femmine che nidificano sulle nostre coste. Un dato fondamentale per comprendere meglio le dinamiche della popolazione e rafforzare le strategie di tutela”, aggiunge la ricercatrice.
La crescita costante del numero di nidi rappresenta la prova che "la protezione attiva delle spiagge, la ricerca scientifica e la sensibilizzazione della cittadinanza rappresentano strumenti concreti ed efficaci per la salvaguardia di una delle specie più affascinanti e preziose del nostro mare".
Un elemento inoltre da considerare e non da poco è anche il cambiamento delle temperature dal punto di vista climatico, come sottolineato dagli esperti del progetto Life Turtlenest: "Nel Mediterraneo, a causa del riscaldamento globale, il numero di nidificazioni della tartaruga Caretta caretta è cresciuto esponenzialmente. L'habitat della specie e i siti di nidificazione sono minacciati dall'inquinamento, dallo sviluppo turistico incontrollato, dai cambiamenti climatici, dalle catture accidentali durante la pesca e dall'uso intensivo delle spiagge. Occorre quindi agire in fretta per proteggere i siti riproduttivi delle tartarughe, i nidi e i piccoli".
Caretta caretta: chi è la tartaruga comune che nidifica di notte
Quel nome che è così facile da ricordare e che ha un suono simpatico che le è stato dato, Caretta caretta, deriva da una traduzione del termine francese "karet" ("guscio") che era stato dato a questa tartaruga nelle ex colonie francesi in Africa quando era stata scoperta. E' l'ipotesi più diffusa sul perché si chiama così questo rettile carnivoro che fa parte della famiglia dei chelonidi e che vive nei mari tropicali, subtropicali e, chiaramente, nel Mediterraneo.
Ebbene sì, le Caretta caretta sono animali carnivori e anche saprofagi, ovvero hanno una dieta che si basa sul mangiare materia organica di fonte animale o vegetale in avanzato stato di decomposizione. L'alimentazioni di queste testuggini marine è anche considerata "opportunista", ovvero varia a seconda delle condizioni e dell'età dell'animale nel corso della vita: si nutre in superficie, ad esempio, quando è giovane e ancora deve imparare a nuotare nelle profondità del mare. Quando impara a farlo va anche alla ricerca di organismi cosiddetti "bentonici", ovvero che si trovano nei fondali acquatici.
Se si frequentano i lidi della nostra costa mediterranea, a molti sarà dunque capitato di vedere le aree segnalate in cui le Caretta caretta hanno depositato le loro uova. Il periodo è tra la fine di maggio ed agosto, quindi capita sempre più spesso che i bagnanti abbiano "incontrato" le zone recintate da non oltrepassare in cui le tartarughe possono arrivare a depositare tra i 3 e 4 nidi a stagione.
Nei nidi vi sono tra le 100 e le 150 uova che hanno, come si vede nella foto in alto, la forma di una pallina da ping pong. Solo le femmine della specie ritornano sulla terra ferma e lo fanno mediamente ogni 2-3 anni e le uova si schiudono dopo pochi giorni quando avviene "la magia" dei piccoli rettili che corrono verso il mare.
L'incubazione, ed ecco che così si può comprendere perché è un dato importante che l'aumento dei nidi in Italia è dovuto anche all'aumento delle temperature, è favorita proprio dal calore della sabbia che è anche responsabile del sesso dei nuovi nati. Al di sopra dei 29 gradi centigradi, infatti, nasceranno femmine mentre al di sotto vedranno la luce individui di sesso maschile.
La cova da parte delle Caretta caretta avviene solo di notte, motivo per il quale spesso si vedono i video girati dai volontari e dagli esperti al buio. Le tartarughe marine lo fanno per evitare i predatori ma anche perché dovendo lasciare il mare di giorno rischierebbero di disidratarsi a causa appunto del caldo sole estivo.