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27 Aprile 2025
14:00

Tartarughe marine: la lenta rinascita dopo anni di declino

Dopo decenni di declino, le tartarughe marine mostrano segnali di ripresa grazie agli sforzi di conservazione globali. Ma la strada per la loro sopravvivenza è ancora lunga e piena di ostacoli.

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Buone notizie per le tartarughe marine: molte popolazioni sono finalmente in ripresa dopo anni di declino. Foto da Wikimedia Commons

Per una volta, gli oceani ci restituiscono una buona notizia per la biodiversità. Un nuovo studio condotto dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), famosa per la sua Lista Rossa delle specie minacciate, ha rivelato che, dopo decenni di declino, le tartarughe marine stanno lentamente tornando a ripopolare i mari del nostro pianeta. I risultati, pubblicati sulla rivista Endangered Species Research, raccontano una storia di recupero, ma anche di quanto il lavoro di tutela e conservazione, se fatto bene e con costanza, possa davvero cambiare il destino delle specie minacciate.

Le mille minacce che affrontano le tartarughe marine

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Il 40% delle popolazioni analizzate ora sono a basso rischio estinzione. Foto da Wikimedia Commons

Le tartarughe marine sono rettili antichissimi. Hanno visto nascere e sparire i dinosauri, hanno superato estinzioni di massa e cambiamenti climatici estremi, adattandosi ogni volta a un mondo sempre diverso. Ma con l'ultimo arrivato – noi Homo sapiens – la convivenza è stata più complicata del solito. Le minacce per le tartarughe sono numerose, ma quella principale siamo proprio noi: le reti da pesca in cui restano impigliate, i rifiuti di plastica che scambiano per cibo e che deformano i loro corpi, gli incidenti con le barche, l'inquinamento dei mari.

Non mancano poi la caccia diretta e commercio illegale per la carne, considerata una prelibatezza in molte culture. Inoltre, i loro carapaci – i gusci – vengono ancora usati per realizzare gioielli e decorazioni e persino le uova finiscono troppo spesso nel mercato nero, specie in alcune zone dell'Africa occidentale. Anche il turismo, se non regolato, può diventare un problema e la presenza massiccia di persone nei luoghi di nidificazione, insieme a luci e rumori artificiali, possono disorientare sia le femmine adulte che i piccoli appena nati.

E, come se non bastasse, il riscaldamento globale rischia di alterare gli equilibri delle popolazioni. La temperatura della sabbia in cui si sviluppano le uova determina infatti il sesso dei piccoli e, in un mondo sempre più caldo, il rischio è quello di avere sempre più femmine e meno maschi può compromettere il futuro di questi rettili. Ma nonostante questo quadro tutt'altro che roseo, lo studio dell'IUCN lancia un messaggio di speranza: su 48 popolazioni di tartarughe studiate in tutto il mondo, molte mostrano segnali positivi di ripresa.

Una ripresa incoraggiante, ma ancora fragile

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Preoccupa ancora il futuro della tartaruga liuto, la specie più grande al mondo. Foto da Wikimedia Commons

«È una notizia eccellente: decenni di sforzi per la conservazione delle tartarughe marine stanno finalmente dando i loro frutti», ha dichiarato in un comunicato Roderic Mast, presidente della Oceanic Society e co-presidente del Marine Turtle Specialist Group dell'IUCN. I dati parlano chiaro: circa il 40% delle popolazioni analizzate sono ora considerate a basso rischio, un risultato quasi doppio rispetto a quello registrato nel 2011. Allo stesso tempo, le popolazioni ad alto rischio sono diminuite drasticamente, passando da quasi due terzi a meno di un terzo.

Un cambiamento definito «promettente» dagli autori dello studio, che sottolineano anche come tre quarti delle popolazioni abbiano mostrato miglioramenti in termini di rischio, minacce o entrambi. È una svolta importante, soprattutto se si considera che sei delle sette specie di tartarughe marine restano tuttora classificate come vulnerabili o in pericolo di estinzione. «Questo lavoro dimostra l'impatto profondo degli sforzi locali di conservazione», ha spiegato invece Bryan Wallace, autore principale dello studio.

Dietro questo successo, infatti, ci sono decine di migliaia di persone: scienziati, volontari, associazioni, comunità costiere che hanno investito tempo, energia e risorse per proteggere questi antichi rettili. Le tartarughe marine non sono però solo un patrimonio naturale da protegger: sono anche specie chiave per gli ecosistemi oceanici in cui vivono. La loro presenza aiuta a mantenere in salute le praterie di fanerogame marine – come la posidonia – e le barriere coralline, aiutando tante altre specie animali.

C'è ancora molto da fare

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Il futuro delle tartarughe marine rimane incerto, ma la strada intrapresa è quella giusta. Foto da Wikimedia Commons

Nonostante i progressi fatti, molti i rischi restano. In particolare, la situazione delle tartarughe liuto (Dermochelys coriacea), la specie più grande di tutte, continua a destare non poca preoccupazione. Tutte le popolazioni analizzate risultano ad alto rischio, e in quasi metà dei casi la minaccia è anche molto elevata. Anziché migliorare, in alcune aree i numeri delle liuto sembrano purtroppo addirittura peggiorare.

Per assicurare un futuro a tutte le tartarughe marine, gli esperti insistono quindi sulla necessità di mantenere e rafforzare gli sforzi, investendo di più nella gestione sostenibile della pesca, nella cooperazione internazionale e nei progetti guidati dalle comunità locali, soprattutto nelle aree che affrontano anche sfide socio-economiche importanti. «Sappiamo che la conservazione funziona, soprattutto quando si agisce in modo collaborativo e mirato per ridurre le minacce e a rafforzare la resilienza delle popolazioni», ha concluso Wallace.

Le tartarughe marine, come la nostra Caretta caretta, ce la stanno mettendo tutta per resistere e continuare a popolare i nostri mari. Anche noi, se uniamo le forze e continuiamo con gli sforzi di conservazione, gli stiamo dando una mano. Ma in un mondo sempre più caldo e popolato da umani, non bisogna allentare la presa e occorre continuare su questa strada. Solo così le spiagge che da milioni di anni ospitano uno degli spettacoli della natura più belli – il ritorno delle tartarughe marine – continueranno a farlo ancora a lungo.

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