
Trenta beluga potrebbero presto essere soppressi dal parco acquatico Marineland alle Niagara Falls, in Canada. Il parco ad oggi è chiuso, ma i grandi mammiferi marini che venivano sfruttati per intrattenere i visitatori si trovano ancora al suo interno.
Adesso che è definitivamente sfumata l'ipotesi del trasferimento in un altro parco acquatico cinese che aveva dato la propria disponibilità, non sembrano esserci molte strada per i beluga. Il governo canadese ha infatti espressamente vietato che vengano portati in altri parchi acquatici.
Perché i beluga canadesi rischiano di essere soppressi
Nel corso degli anni, 88 beluga hanno trascorso tutta o parte della loro vita nel Marineland. Di questi, 36 sono stati catturati in natura, e i restanti 52 sono i loro figli o nipoti. Del gruppo fa parte anche Gemini, l'esemplare più anziano rimasto in vita tra quelli catturati in natura, arrivato nel parco nel 1999.
Lo spettro della soppressione ha iniziato ad aleggiare sui 30 beluga rimasti a seguito dei problemi finanziari e della chiusura definitiva del Marineland nel 2024. Secondo una indagine della Canadian Press, dal 2019 sarebbero morti 20 animali, tra cui due orsi e 19 beluga. Una circostanza che ha aperto nuovi dubbi sulla gestione degli animali e dei cetacei in particolare, a causa dei costi di mantenimento elevati per questi individui che possono arrivare a superare la tonnellata e mezzo.
La proprietà ha rigettato ogni accusa affermando che tutti i decessi sarebbero avvenuti per cause naturali, ma questo non ha impedito l'apertura di un'indagine da parte delle autorità dell'Ontario.
A seguito del diniego da parte del governo canadese di trasferire gli animali nel parco a tema Chimelong Ocean Kingdom, in Cina, il Marineland ha risposto con una dura nota: "A questo punto le nostre uniche opzioni sono trasferire le balene o affrontare la devastante decisione dell'eutanasia".
Per l'ex addestratore del Marineland, Phil Demers, si tratta di minacce vuote, motivate dalla volontà di vendere gli animali al più presto, come ha chiarito all'Afp: "La minaccia non è reale. È illegale. Nessuno prenderà mai parte a una cosa così atroce".
Le opzioni sul tavolo restano poche. Il Whale Sanctuary Project ha fatto sapere di stare collaborando con altre organizzazioni internazionali per trovare soluzioni per i beluga, ma i santuari che potrebbero accoglierli non sono molti: servono spazi abbastanza ampi da garantire il benessere dei beluga, senza tutti i rischi della competizione per le risorse.
Il problema dei mammiferi marini dopo la chiusura dei parchi acquatici
Quello che sta succedendo in Canada non è un caso isolato. La sensibilità nei confronti dei diritti degli animali, e dei mammiferi marini in particolare, cresce in tutto il mondo, e in maniera indipendente moltissimi governi stanno iniziando a emanare leggi che impediscono a queste strutture di continuare a operare.
Al contrario delle intenzioni dei promotori, però, il risultato di queste iniziative non va sempre a favore degli animali. Molti parchi acquatici si trovano con i cancelli chiusi e gli animali ancora dentro. Si tratta di mammiferi marini impiegati da sempre negli spettacoli come orche e delfini, ai quali si aggiungono anche i beluga. Non possono essere liberati perché non avrebbero le competenze per sopravvivere in natura, avendo conosciuto solo la cattività, e non possono essere trasferiti in altre strutture dove verrebbero sfruttati ancora.
Si trovano quindi in un limbo, con lo spettro della soppressione che incombe settimana dopo settimana. Il caso più noto è quello delle due orche che stanno morendo di solitudine nel parco marino di Antibes, in Francia. Da quando la struttura, la più grande del suo genere in Europa, ha chiuso, le orche Wikie e Keijo stanno sperimentando una solitudine totalmente innaturale. E il rischio di venire soppresse perché i proprietari dello zoo non sono più in grado di mantenerle è sempre maggiore.
La pratica di uccidere gli animali che non si riesce a mantenere – a causa del numero o della chiusura dello zoo – è ormai ampiamente sdoganata per i mammiferi terrestri. Lo zoo di Zurigo regolarmente dà i propri suricati "in eccesso" in pasto alle iene, mentre lo zoo di Norimberga recentemente ha soppresso 12 babbuini perfettamente sani. Neanche i leoni sfuggono a queste logiche: in Nuova Zelanda due leoni anziani sono stati soppressi a seguito della chiusura della struttura in cui vivevano.