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Questa azienda vuole estrarre metalli “preziosi” dagli asteroidi: i guadagni potrebbero essere stellari

AstroForce è pronta per lanciare nello spazio una piccola raffineria per polverizzare, estrarre e riportare sulla Terra metalli come il platino e l’iridio, che sono fondamentali per l’energia pulita. Le difficoltà non mancano, così come la concorrenza.
A cura di Velia Alvich
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PIXABAY
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Un progetto che promette di restituire sette volte la somma investita all'inizio potrebbe suonare interessante. Se le cifre in questione sono dieci milioni di dollari in finanziamento iniziale e i 70 milioni di guadagno, il suo fascino cresce. E se stessimo parlando di una missione spaziale che punta a estrarre minerali preziosissimi da un asteroide in volo nello spazio, allora l'idea suona incredibile.

L'idea è di Matt Gialich e Jose Acain. Il primo, dopo essere stato licenziato dalla compagnia di monopattini elettrici per mancanza di platino (un componente fondamentale nella produzione), ha capito che alcuni metalli stanno diventando ogni giorno più importanti. Il secondo, reduce da un'esperienza decennale nella Nasa e a SpaceX, ha portato con sé la conoscenza dell'esplorazione spaziale. Insieme hanno creato AstroForge, una startup che cerca nel cielo i materiali che ci servono sulla Terra.

Quali sono i materiali che AstroForge vuole estrarre dagli asteroidi e a cosa servono

Platino e iridio, due metalli che sono definiti Metalli del gruppo del platino (PMG). La loro importanza è strategica per la produzione di energia pulita e, per questo, la richiesta di questi materiali è cresciuta nel corso degli anni. Ma la sua presenza sul suolo terrestre è limitata, sia in termini di quantità sia come distribuzione sul globo. Così, guardare allo spazio è diventato quasi una necessità.

In particolare, sono proprio gli asteroidi che potrebbero rivelarsi un alleato fondamentale nell'estrazione di questi metalli. Ed è qui che si inserisce AstroForce, che ha come obiettivo proprio quello di inviare una raffineria in miniatura sui piccoli corpi celesti. Posarsi sulla loro superficie, raccogliere i materiali, selezionare quelli utili e riportarli sulla Terra. Raccontato così, il processo sembra semplice. L'applicazione, però, è tutta un'altra storia.

Com'è andata la prima missione Brokkr-1 e quando verrà lanciata la seconda

La prima missione è stata un successo, seppur in piccolo. Lanciata ad aprile 2023, ha portato in orbita un satellite in miniatura chiamato Brokkr-1. Mentre viaggiava in orbita, una raffineria grande quanto due pagnotte ha vaporizzato del materiale simile a quello che avrebbe trovato su un asteroide e ha risistemato i componenti essenziali, riportandoli poi a Terra. Si è tratta "solo" di una simulazione in orbita, ma che ha dimostrato che la missione è fattibile al netto delle difficoltà tecniche, come hanno scritto i due fondatori in una comunicazione ufficiale.

Non si sa con esattezza quando partirà Brokkr-2, chiamato anche Odin (in onore del padre degli dei nordici), ma la sua missione è attesa proprio per il 2024. I dettagli, almeno quelli commerciali, si conoscono già. AstroForge, infatti, ha stretto un accordo con Intuitive Machine, un'azienda americana che ha come obiettivo quello di raggiungere la Luna. Proprio durante un volo verso il nostro satellite, la raffineria portatile di AstroForge "scroccherà un passaggio" a uno dei vettori usati per la missione lunare.

Poi si staccherà per volare su un asteroide (di cui non è stata ancora svelata l'identità) e qui comincerà le sue attività, che per il momento sono programmate solo come controllo sulla composizione della superficie dell'asteroide e qualche foto. Non una missione da poco: si tratterebbe della prima compagnia privata che opera nello spazio profondo. Senza contare le implicazioni per il futuro.

Quanto potrebbe guadagnare AstroForge con la prima vera missione per estrarre minerali

Di estrarre materiali alla seconda missione per adesso non se ne parla, ma la volta decisiva potrebbe essere la terza (su cui stanno già lavorando). E se questa dovesse andare in porto, i guadagni per la startup sarebbero stellari. Considerando il prezzo che potrebbero avere i due metalli una volta arrivati sulla Terra e la quantità che si può riportare (che dovrebbe aggirarsi intorno a una tonnellata di peso), AstroForge potrebbe guadagnare anche 70 milioni di dollari (cioè più di 65 milioni di euro) con un solo rientro.

Anche solo affrontare la seconda missione è una sfida che potrebbe mettere in ginocchio AstroForge, che all'inizio della propria impresa è riuscita a recuperare 13 milioni di dollari come finanziamento di avviamento, ma che dovrà impiegarne quasi altrettanti per fare volare Brokkr-2. La necessità di provare a volare verso un asteroide, però, diventa ogni giorno più impellente. Alle calcagna ci sono già altre imprese, come l'americana TransAstra e la cinese Origin Space, che si stanno preparando per imprese simili. Una nuova corsa all'oro, o meglio, ai metalli preziosi che non sta portando all'esplorazione del selvaggio Ovest ma di uno spazio ancora più lontano.

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